Stabilità e Sviluppo, è corsa contro il tempo

Stabilità e Sviluppo, è corsa contro il tempo

Ingorgo di provvedimenti in Parlamento da approvare prima dello scoglimento delle Camere. Con sole due settimane di tempo, a fortissimo rischio il sì alla delega fiscale.

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10 dicembre 2012

Corsa contro il tempo per la legge di stabilità e altri decreti tuttora all'esame del Parlamento. L'accelerazione impressa da Monti, che ha espresso al Capo dello Stato l'intenzione di dimettersi al più presto, spinge i gruppi parlamentari e le presidenze di Camera e Senato a intensificare l'attività, in modo tale da approvare entro il 21 dicembre i documenti di bilancio e i decreti. Da sciogliere alcuni nodi politici e questioni tecniche, di calendario parlamentare. La ''madre di tutti i provvedimenti'' da approvare in tempi rapidi è la legge di stabilita' (l'ex finanziaria) e quella di
Bilancio. Ad oggi, dopo il sì della Camera, e' all'esame della commissione Bilancio del Senato, che domani inizierà a votare sui circa 1.500 emendamenti presentati. L'approdo in aula è previsto per martedì 18 dicembre. La presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, ha dato la disponibilità dei suo gruppo ad ''accelerare'' i tempi, così come il suo omologo del Pdl Maurizio Gasparri, ma a metterci lo zampino è il decreto sviluppo che scade il 18 dicembre. Questo provvedimento, approvato pochi giorni fa al Senato, è ora alla Camere, dove i gruppi della ex maggioranza hanno già detto che vogliono fare limitate modifiche. Da oggi si vota in Commissione e poi da mercoledì in Aula, ma il testo dovrà tornare in Senato per la terza e definitiva lettura. Qui, visto il pericolo di scadenza, avrà la precedenza in Aula sulla legge di stabilità, che quindi difficilmente vedrà anticipato il calendario. Quest'ultima, poi, potrebbe diventare una sorta di legge omnibus in cui inserire i contenuti degli altri decreti ancora pendenti in Parlamento, a partire da quello sull'Ilva, che altrimenti inizierebbe il suo iter mercoledì alle commissioni Ambiente e Industria della Camera.
Più problematico l'inserimento della delega fiscale. A questo punto, dopo il sì del Senato il 19 o il 20, la stabilità avrebbe bisogno del definitivo passaggio a Montecitorio, il 20 o il 21. Criticissima la situazione del decreto taglia-province, con il Pdl deciso a stopparlo mercoledì nell'aula del Senato, dove con la Lega ha la maggioranza. Il governo in un documento dice che senza conversione ci creerebbe il ''caos istituzionale''. C'è infine il disegno di legge di attuazione del pareggio di bilancio in Costituzione da domani all'esame dell'aula della Camera in prima lettura. E' un testo firmato da tutti i gruppi, compresa Lega e Idv e corona gli impegni italiani presi con il Fiscal compact. La sua approvazione prima di Natale servirebbe a dare garanzie ai mercati e ai partner europei sull'affidabilità di tutti i partiti nella prossima legislatura. Sul suo esito pesano le mosse di Berlusconi, così come sui decreti legislativi sulle ''liste pulite'': le commissioni di Camera e Senato devono dare entro 60 giorni un parere non vincolante, dopo di che il governo lo può emanare definitivamente.

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