Taglio rating: banche e imprese "declassano" Moody's

Taglio rating: banche e imprese "declassano" Moody's

"Il nostro Paese e' solido, l'Italia è la sesta economia ad alto reddito del mondo". "E' ormai evidente che i giudizi espressi non appaiono equi e assomigliano a mere profezie".

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13 luglio 2012

"Il nostro Paese e' solido, l'Italia e' la sesta economia ad alto reddito del mondo. La sua capacita' di
generare prodotto e' basata sul robusto contributo del secondo settore manifatturiero d'Europa, che ha subito forti contraccolpi dalla recessione ma che rimane vitale e in profonda trasformazione". Cosi' le Associazioni imprenditoriali - Abi, Ania, Alleanza delle Cooperative Italiane, Confindustria e Rete Imprese Italia - replicano "all'ennesima valutazione destabilizzante" dell'agenzia Moody's, che giudicano "irresponsabile". Le associaizioni di impresa elencano, quindi, le ragioni per cui considerano scorretta la valutazione delle agenzie di rating. "Lo sforzo che gli italiani stanno compiendo nel risanamento dei conti pubblici ha pochi eguali tra i paesi avanzati. In Italia non si sono registrate bolle speculative, pure nella modesta crescita che abbiamo realizzato. Il debito aggregato e' basso. Il deficit pubblico sotto controllo, con un saldo primario positivo e crescente nel tempo. Le famiglie italiane sono poco indebitate e detengono uno stock di ricchezza finanziaria tra i piu' elevati rispetto al Pil. Possiamo contare su di una riforma delle pensioni che non ha uguali in Europa". Questi elementi "passano in secondo piano nelle valutazioni di Moody's a fronte di un ipotetico incremento del rischio di contagio". Secondo banche e imprese e' quindi "oramai evidente che i giudizi espressi non appaiono equi e assomigliano a mere profezie la cuicapacita' di avverarsi dipende pero' dalla profezia stessa". Dalle associazioni di impresa arriva una aperta contestazione del ruolo delle agenzie. "La natura commerciale delle societa' di rating, la composizione della loro governance, le indagini in cui sono coinvolti rappresentano tutti elementi che suscitano forti perplessita' circa la loro reale indipendenza e l'appropriatezza dell'uso del termine ''Agenzie'' nei loro confronti", osservano. Questi elementi, proseguono, "sommati ai tempi e ai modi del loro operare ed al fatto di non essere chiamati mai a rispondere delle loro valutazioni confermano quanto da tempo sosteniamo, occorre sottrarre il giudizio sulla qualita' dei debiti statali a soggetti che perseguono fini di lucro". Per questo sollecitano le Autorita' europee ad "agire con
urgenza per annullare gli effetti dei rating previsti dalle norme oggi in vigore". Analogamente "anche il settore privato deve procedere a eliminare i riferimenti ai rating nella contrattualista standard, come chiesto dall'Abi in sede di Federazione Bancaria Europea". Secondo le associazioni di impresa, dunque, "e' indispensabile una immediata ed efficace reazione per annullare gli effetti pro-ciclici e destabilizzanti dei rating. In assenza si continuerebbe colpevolmente a provocare danni agli Stati, ai loro cittadini, alle imprese".

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