Tassa sul fumo? Aumento di 2 euro a pacchetto...

Tassa sul fumo? Aumento di 2 euro a pacchetto...

Secondo i calcoli della Fit, sostituire i ticket sanitari con una tassa sul tabacco comporterebbe un aumento di circa 2 euro per ogni pacchetto di sigarette. Risso: "non so se sia più demagogico o più folle".

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2 agosto 2011

"Sostituire i ticket sanitari con una tassa sul tabacco? Non so se sia più demagogico o più folle''.
Questa la risposta di Giovanni Risso, presidente nazionale della Federazione Italiana Tabaccai, alla proposta avanzata nei giorni scorsi sulla possibilità di sostituire i ticket sanitari previsti dalla manovra con una tassa sul fumo. Secondo i calcoli della Fit, la nuova tassa comporterebbe un aumento di circa 2 euro per ogni pacchetto di sigarette e per questo la Giunta nazionale della si appresta a riunirsi per decidere le azioni sindacali a difesa della categoria e dell'erario. Sul suo sito Internet, la Fit ha anche pubblicato un cartello di protesta che i tabaccai potranno apporre in
rivendita che recita cosi': "Ci scusiamo con i clienti se domani non ci saremo più! Il Governo vuole imporre un aumento fino a 2 euro ai pacchetti di sigarette. Ciò provochera' il crollo delle entrate fiscali a solo vantaggio del contrabbando". Per la Federazione, "altro che sovvenzionare il sistema
sanitario nazionale, il calo del gettito da tabacchi sarebbe infatti tale che i ticket sanitari potrebbero addirittura dover aumentare. La premessa sbagliata - spiegano - è che i prezzi del tabacco in Italia siano tra i più bassi in Europa. Così non è ed anzi i prezzi al pubblico sono cresciuti negli ultimi
anni del 100% e come tutti i tabaccai ben sanno continuano a crescere anno dopo anno a ritmi assai più elevati del tasso di inflazione. Chi propone simili misure per far cassa e ridurre al contempo il numero dei fumatori non sa, o finge di non sapere, che nei Paesi dove si è scelta la via dell'aumento sconsiderato dei prezzi dei tabacchi lavorati, l'unico risultato ottenuto è stato l'aumento del contrabbando a livelli pari ad oltre il 30% del mercato illegale, a fumatori
invariati. Si guardi senza andare troppo lontano alla Francia il cui Governo dopo politiche analoghe è stato costretto a sovvenzionare i tabaccai ridotti alla fame non certo perché improvvisamente i francesi hanno smesso di fumare, ma perché hanno scelto di acquistare le sigarette oltre confine o via Internet. Analoghi risultati sono stati ottenuti nel Regno Unito. Se si vuole parlare seriamente di lotta al tabagismo si punti a seri programmi di prevenzione sui quali peraltro noi tabaccai siamo ben presenti da ben prima che soggetti a ciò deputati istituzionalmente si attivassero. Si abbandonino
balzane idee di provvedimenti che distruggono ricchezza nazionale e, scusate se è poco, incidentalmente anche la nostra categoria".

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