Tavola rotonda "Tabaccai e criminalità"

Tavola rotonda "Tabaccai e criminalità"

Sintesi degli interventi

Si è svolta oggi (22/01/1999) a Roma, presso Confcommercio, una tavola rotonda promossa dalla FIT - Federazione Italiana Tabaccai - sul tema "Tabaccai e criminalità" con la partecipazione del Presidente di Confcommercio, Sergio Billè, del Presidente della FIT, Giovanni Risso, del Segretario Generale del sindacato di polizia Siulp, Giuseppe de Matteis, del Segretario Generale del sindacato di polizia Sap, Giorgio Innocenzi, e di un rappresentante del sindacato dei Carabinieri Cocer, Maresciallo Federico Marchesini.
Dall'incontro sono emerse proposte e soluzioni per contrastare il fenomeno della criminalità non solo nelle grandi aree metropolitane ma su tutto il territorio nazionale.

"L'assenza di un'adeguata e continuativa opera di prevenzione e controllo dei fenomeni di microcriminalità da parte delle forze di polizia, la mancanza di strategie di prevenzione dei reati e la debole, scoordinata e, troppo spesso, lenta opera di investigazione e di intelligence sono le principali cause da imputare alla classe politica e alle strutture dello Stato che hanno consentito il dilagare dei fenomeni di criminalità nel nostro Paese".
E' quanto ha dichiarato il Presidente di Confcommercio, Sergio Billè, aprendo il convegno.
"Per invertire questa tendenza - ha proseguito Billè - è necessario innanzitutto che lo Stato riprenda il controllo del territorio e favorisca l'instaurazione di un rapporto più attivo, costruttivo ed efficace tra cittadini e forze di sicurezza. Solo così è possibile recuperare la fiducia di ciascuno di noi nei confronti delle istituzioni, non solo quella di chi, come le imprese commerciali, sono continuamente esposte al rischio di "aggressioni" da parte di bande criminali.
Tra l'altro, assistiamo in questi ultimi tempi ad un notevole rafforzamento della presenza nelle aree metropolitane anche della criminalità extracomunitaria. Questa, alimentata dall'incessante e incontrollabile afflusso di clandestini, sfugge in gran parte a qualsiasi tipo di investigazione, trasformando le nostre aree urbane in terreno di lotta con le organizzazioni criminali italiane.
Lo Stato, pertanto, deve reagire con forza e con iniziative concrete: pensiamo all'invio di personale specializzato nelle aree a maggior rischio, all'utilizzo di sistemi di informatizzazione dei dati per una più accorta e immediata azione di investigazione e di accertamento, al potenziamento dell'azione investigativa che riesca, anche grazie all'uso di adeguati supporti e strumenti, a smantellare le strutture logistiche delle organizzazioni criminali e a frenare l'immigrazione clandestina.
In quest'ottica riteniamo sicuramente un primo importante passo l'orientamento espresso dal Ministro dell'Interno di unificare le sale operative delle tre armi impegnate nella sicurezza e nella prevenzione deli reati. E' il primo mattone di una casa che, per arrivare al tetto, ha bisogno però di ben altri interventi".

Per Giovanni Risso, Presidente della FIT - la Federazione Italiana Tabaccai aderente a Confcommercio - due sono le motivazioni principali alla base dei continui episodi di criminalità. La prima è ravvisabile nel grave deterioramento dell'ordine pubblico nel nostro Paese e nella crescente impunità di chi commette atti penalmente rilevanti. Così, per effetto dello scarso controllo del territorio da parte delle forze di polizia, per l'alto "tasso" di garantismo delle nostre leggi e per l'eccessiva indulgenza dei giudici, sono gli onesti - sempre più indifesi dall'attacco della delinquenza italiana e straniera - a farne le spese.
La seconda motivazione che spiega questi gravi fatti è rappresentata, quasi paradossalmente, da un aspetto positivo: il forte progresso in termini economici che stanno registrando le attività svolte dalla categoria dei tabaccai. Sigarette, valori bollati, giochi quali il lotto e il superenalotto portano nelle tabaccherie enormi volumi di danaro costituendo così un'invitante preda per le bande criminali.
Tra le proposte avanzate dalla Fit per arginare il fenomeno, il potenziamento dei sistemi di allarme, collegati anche con le forze dell'ordine, un uso più efficace degli impianti televisivi, l'avvio di una collaborazione con le banche per evitare di accumulare denaro nelle casse, ma soprattutto incentivare l'utilizzo dei pagamenti elettronici, possibilità ancora preclusa oggi alle tabaccherie a causa dei ristretti margini commerciali e agli aggi spettanti ai tabaccai che non consentono il pagamento tramite Pos.
Sono pertanto fondamentali due accortezze: la scelta dei mezzi e degli strumenti più idonei da parte della categoria, compatibili con i principi di massima convenienza, e la possibilità di ottenere un credito d'imposta pari alle spese di difesa sostenute e, eventualmente, un contributo a fondo perduto a carico del bilancio comunitario.

Sintesi dell'intervento di Giuseppe De Matteis, Sindacato di polizia Siulp

Devo registrare un dato negativo in questo convegno e cioè l'assenza di ogni responsabile istituzionale poiché non è stato ritenuto opportuno, da nessuno di loro, venire qui a dare risposte, spiegazioni e possibili soluzioni ai problemi che stiamo vivendo. Il presidente Billè nel suo intervento ha centrato il cuore del problema ma la vera emergenza della microcriminalità è iniziata 10 anni fa. Quindi lo Stato è assente e non si assume le sue responsabilità. Il confine tra micro e macrocriminalità non esiste perché l'una è il braccio operativo dell'altra.
Ma come forze di polizia possiamo dire di aver fatto tutto il possibile? Forse no, ma è anche vero che se non si realizza un coordinamento reale dando al controllo della polizia alcune zone ed ai carabinieri altre si verificano duplicazioni, sprechi di risorse e molte zone rimangono di fatto senza controllo. Non ci servono altri dirigenti piuttosto serve il coordinamento reale tra tutti i corpi di polizia. Nè ha senso chiedere altri 10 mila poliziotti e continuare ad utilizzarli male. Tutto il lavoro svolto sui pentiti è stato fatto negli archivi centrali e, per anni, decine di migliaia di poliziotti sono stati allontanati dalla strada. La risposta sta nello sviluppo di un maggior dialogo con i cittadini per assicurare la necessaria sicurezza ad una società moderna e più ordinata.

Sintesi dell'intervento di Giorgio Innocenzi, Sindacato di Polizia Sap

La categoria dei tabaccai ha visto crescere i rischi a causa di un aumento esponenziale di rapine e furti e per questa ragione avete anche aumentato le richieste di porto d'armi.
Tutto ciò, tuttavia, potrebbe rivelarsi una sorta di boomerang perché molti di voi sono già finiti, purtroppo, sotto processo per eccesso di difesa.
Lo Stato, dal canto suo, aumenta le vostre responsabilità ed il giro di denaro che voi maneggiate ma non vi garantisce la necessaria tutela. Oggi siete più a rischio delle banche e dei supermercati.
Anche per le forze di polizia è giunto il momento di sollevare questi problemi. Siamo 500 mila persone che operano nei 5 corpi di polizia e dunque, rispetto agli altri paesi, al di sopra delle medie di personale impiegato. Il problema non è di quantità ma organizzativo: I colleghi pur facendo il loro dovere e sovraccaricandosi di lavoro e doppi turni spesso sono impiegati in altri lavori (scorte, supporto ai magistrati e quant'altro) e vengono allontanati dal controllo del territorio.
Fate valere le vostre ragioni, noi vi saremo accanto.

Sintesi dell'intervento di Federico Marchesini, Sindacato dei Carabinieri Cocer

Il dramma che vivete voi lo viviamo anche noi. Ci sono responsabilità politiche ed istituzionali che determinano questa situazione: i criteri di intervento contro la criminalità sono ancora quelli di 40 anni fa.
La sicurezza oggi è per pochi non per tutti. Bisogna decidere se mantenere l'esistenza di diversi corpi di polizia o arrivare ad un unico coordinamento.
Non solo bisogna risolvere problemi di più razionale utilizzo del personale, senza dirottare ad esempio uomini verso gli stadi, ma serve anche maggiore specializzazione e strumenti di tutela ed incentivazione per il personale che non è più in grado di controllare adeguatamente il territorio. Con diverse leggi finanziarie, ad esempio, si è ridotto e si ridurrà il numero dei carabinieri effettivi per sostituirli con quelli ausiliari che hanno appena tre mesi di preparazione di tipo formale.
Infine esistono nuove situazioni di rischio personale per tutti noi che non possiamo più avere rapporti con la malavita, al solo scopo di prevenire i fatti delittuosi, perché chi ancora si ostina a farlo rischia di andare sotto processo.

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