Le imprese femminili di fronte al "muro" del credito

Le imprese femminili di fronte al "muro" del credito

Convegno Terziario Donna a Verona dedicato al tema del credito. Quasi il 40% delle imprese femminili dichiara di avere problemi con l’accesso al credito. Particolarmente penalizzate le attività del centro-sud. La presidente Lapini: "Siamo un settore strategico del Paese". 

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7 aprile 2022

Terziario Donna Confcommercio ha organizzato cinque convegni a tema (parità di genere, transizione ambientale e digitale, sostenibilità sociale, credito e formazione) per mettere la donna al centro del cambiamento e tracciare una roadmap per l’uguaglianza. A Verona si è parlato di impresa femminile, credito e alfabetizzazione finanziaria e per l'occasione è stata presentata  un’indagine sulle imprese femminili realizzata da Terziario Donna Confcommercio, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne”. 

Le imprese femminili, quasi 1 milione e 400 mila in Italia, hanno subìto un calo di iscrizioni del 12,1% nel 2021, comunque meno peggio del -21% dell’anno precedente. Queste imprese sono più fragili rispetto a quelle maschili (oltre il 20% chiude entro i tre anni rispetto al 16% delle imprese non femminili), hanno scarsa diversificazione produttiva, bassa internazionalizzazione e sono poco innovative, anche se le giovanili femminili fanno ben sperare. Il 39% delle imprese femminili dichiara di avere problemi con l’accesso al credito contro il 35% di quelle maschili.

 

 

I problemi di accesso al credito 

Dal punto di vista territoriale i problemi di accesso al credito riguardano soprattutto le regioni centro-meridionali dove quasi la metà delle imprese ha difficoltà ad avere finanziamenti dalle banche. Entrando nell’analisi della distribuzione delle problematiche di accesso al credito, per le imprese femminili è più elevata l’incidenza di credito non accolto (12% contro 4% delle maschili) e la quota di imprese “scoraggiate” (23% contro 20%). Tra i criteri seguiti dalle banche per concedere il credito, la solidità finanziaria e patrimoniale costituisce il criterio più indicato. Seguono le capacità di fornire garanzie reali e la crescita economica.

Per le imprese delle donne appare maggiore lo stacco per la durata della relazione creditizia rispetto alle maschili (4% contro 2%). Nel periodo pandemico il 44% delle imprese femminili ha richiesto una nuova linea di credito alle banche e fra queste il 31% si ritiene soddisfatto del credito accordato. Il 75% delle imprese femminili ha fatto ricorso alle misure di aiuto del governo per fronteggiare la crisi da COVID 19 ma in questo caso il 45% si dice insoddisfatto del credito accordato.

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Anna Lapini (presidente di Terziario Donna Confcommercio): "Imprese femminili settore strategico per il Paese"

Nel suo intervento (vedi testo integrale, documento pdf), la presidente Lapini ha sottolineato che "oggi il tema impresa femminile è sempre più al centro delle agende delle istituzioni e mai come nei prossimi anni ci sarà richiesto un supplemento di impegno per saper cogliere l’importante opportunità che auspichiamo per arrivare ad un cambio del modello di sviluppo. Cambiamento che oggi finalmente sembra avere favorevoli condizioni per realizzarsi". "L’attenzione posta dal Ministero dello sviluppo economico, che ha messo a disposizione i fondi per finanziare le nuove attività intraprese dalle donne e rafforzare quelle già attive, è una buona notizia  che attendevamo da tempo". "Ci auguriamo - ha osservato ancora Lapini - questo sia un primo passo verso un percorso di valorizzazione e promozione dell’imprenditoria femminile che rappresenta uno dei settori strategici per lo sviluppo del paese”.

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