TFR: COSA PREVEDE LA RIFORMA

TFR: COSA PREVEDE LA RIFORMA

D:24-11-2005 P:01 T:IL GOVERNO VARA LA RIFORMA DEL TFR

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24 novembre 2005
TFR: COSA PREVEDE LA RIFORMA

Tfr: cosa prevede la riforma

 

Dal primo gennaio 2008, due anni dopo la data prevista, decollerà la riforma del Tfr. Obiettivo è il decollo della previdenza complementare, che garantirà maggiori

prestazioni ai futuri pensionandi. Ecco i contenuti del provvedimento:

SILENZIO-ASSENSO: dal 2008 scatteranno i 6 mesi per il silenzio-assenso. I lavoratori avranno tempo cioè fino al 30 giugno 2008 per decidere se far confluire il proprio

Tfr nei fondi pensione o lasciarlo presso il proprio datore di lavoro come previsto ora. Il mancato pronunciamento verrà interpretato come un consenso e la liquidazione maturanda sarà versata nella forma prevista dai contratti collettivi, a meno di un diverso accordo aziendale.

CONTRIBUTO DATORE LAVORO: un contributo del datore di lavoro, in misura dell'1%, è previsto in aggiunta al Tfr. Ma il lavoratore perde diritto al contributo se sceglie di passare ad un'altra forma di previdenza, ad esempio le polizze delle assicurazioni.

ANTICIPAZIONI: si può chiedere fino al 75% di anticipazioni sul Tfr in qualsiasi momento per spese sanitarie, oppure dopo 8 anni per l'acquisto della prima casa per sé o per i figli.

DUE ANNI PER CAMBIARE IDEA: dopo due anni dall'iscrizione al Fondo, il lavoratore ha diritto alla portabilità dell'intera posizione individuale e può cambiare quindi fondo.

IMPOSTE SU PRESTAZIONI: sulla parte imponibile delle prestazioni pensionistiche erogate dai fondi integrativi, l'imposta è del 15% con una riduzione di 0,30% per ogni anno di partecipazione al fondo oltre il quindicesimo anno (con un limite di sei punti di riduzione).

ACCESSO AL CREDITO: le imprese, soprattutto le medio piccole, sarebbero penalizzate dallo smobilizzo del Tfr. E' previsto quindi un meccanismo di accesso al credito delle

banche per l'importo di Tfr versato ai fondi (tasso: Euribor a 6 mesi più il 2%). Ma dovranno rispondere ad alcuni requisiti. Il primo riguarda la contabilità ordinaria e cioé il

patrimonio netto non dovrà essere inferiore al 5% del passivo e gli ultimi due bilanci approvati non dovranno prevedere oneri finanziari superiori al 5%. Il secondo requisito è relativo invece alla contabilità semplificata: le imprese dovranno garantire di aver raggiunto un utile o pareggio di bilancio negli ultimi due esercizi prima della richiesta del credito.

MORATORIA PER IMPRESE: per le imprese che non possono ricorrere agli strumenti di accesso al credito, ci potrebbe essere una moratoria di un anno, e cioé dal primo gennaio 2009.

FONDI:i fondi previsti e che ammontano a 700 milioni di euro per il 2006 e il 2007 resteranno comunque nel"sociale" dopo lo slittamento della riforma. Ad esempio, ha ipotizzato il ministro Maroni, si potrebbero soddisfare alcune delle richieste avanzate dall'Anmil (l'Associazione invalidi e mutilati sul lavoro) che "pur condivisibili, finora non avevano copertura".

 

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