Per correggere la manovra la Lega ha proposto di rendere disponibile il Tfr in busta paga, spalmandolo mese per mese o consegnandolo ai lavoratori come mensilità in più ogni anno. Coro di no, sindacati in testa.

Rendere disponibile il Tfr in busta paga, spalmandolo mese per mese o consegnandolo ai lavoratori
come mensilità in più ogni anno. L'ipotesi, lanciata dal leader della Lega Umberto Bossi, è una delle tante ipotesi allo studio per 'correggere' la manovra, anche se il fronte del no è talmente ampio da suggerire al governo una pausa di riflessione. ''Prima le cose si preparano e si scrivono, dopo le si mette sul piatto. Non è una cosa di agosto ma che probabilmente emergerà a settembre", ha infatti specificato ministro della semplificazione, Roberto Calderoli. In ogni caso, forti critiche sono subito venute dai sindacati, per i quali si mette a rischio un ''tesoretto'' che ai lavoratori dovrebbe servire ad altro, in primis alla previdenza complementare. Per la Cgil "si tratta
di un colpo di sole agostano e l'idea di contare su di un aumento di salario è pura illusione ottica; le buste paga crescono con risorse aggiuntive non utilizzando soldi che sono gia' dei lavoratori", mentre per la Uil è una proposta che "pone più problemi che soluzioni". "Se il problema è quello che lo Stato deve risparmiare risorse- aggiunge la Cisl - non si capisce la scelta di liberare il Tfr di cui tra l'altro, non si capisce neppure a quale regime di tassazione sarebbe sottoposto". Contrario, sul fronte politico, il deputato del Pdl Giuliano Cazzola, secondo il quale "il Tfr è un istituto serio,
deve servire per cose importanti, e non ha senso bruciarlo sul falò dei consumi. Per la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, infine, "l'ipotesi di trasferire il Tfr in busta paga per favorire i consumi è assolutamente sbagliata e campata in aria".