Tutti guardano a quel che potrà fare la Bce che però ha le mani legate

Tutti guardano a quel che potrà fare la Bce che però ha le mani legate

Se c'è un'autorità, nell'Ue, a cui tutti guardano come se fosse l'oracolo di Delfi, questa è sicuramente la Bce, la Banca europea con sede a Francoforte che, da qualche tempo, ha assorbito molti dei poteri e delle competenze...

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3 giugno 2004
Il punto quotidiano

… delle Banche centrali dei paesi aderenti. Così, quando trilla il telefono della Bce, i cronisti corrono sperando di gonfiare i taccuini con inedite e succose novità. Ma, ogni volta che questo accade, i cronisti sono costretti a tornarsene nelle loro redazioni con la coda tra le gambe perché dalle labbra del grande governatore (ora è il francese Trichet) escono affermazioni che, se fosse ancora in vita il programma “Quelli della notte “di Renzo Arbore, potrebbero essere scambiate per quelle di Mario Catalano, cioè una puntuale declinazione solo di ovvietà. Come le ultime pronunciate (da Trichet) proprio in queste ore: “il caro petrolio potrebbe comportare dei rischi al ribasso per la crescita di Eurolandia”, “le pressioni inflazionistiche, a causa di ciò, sono aumentate nella zona dell’euro” e poi ancora “la Bce non ha un preciso orientamento sui tassi di interesse, ma le opzioni restano aperte”, insomma un cerchiobbottismo a tutto campo. Ma, se si comporta in questo modo, una persona come Trichet, che tutto è meno che uno sprovveduto, avrà pure i suoi motivi. Il primo è che, nell’Ue, non esistono ancora strutture che in grado di produrre una vera politica economica che punti allo sviluppo di quest’area. C’è la Bce e poi il vuoto intorno. Sarebbe, ad esempio, bastato che l’Ue avesse saputo realizzare per tempo un serio programma di opere pubbliche di vasto respiro o interventi davvero mirati nel settore della ricerca per ridare spinta a molti settori dell’economia fermi ormai dal settembre 2001. Invece, purtroppo, ci si è persi in chiacchiere. Il secondo motivo è che, per quanto riguarda i tassi di interesse, la Bce ha oggi le mano legate. Non può diminuirli perché mancano segnali di ripresa, ma non può nemmeno pensare di aumentarli a cuor leggero perché un aumento dei tassi finirebbe con l’aggravare la situazione di paesi che, come l’Italia, hanno un rapporto deficit/Pil già insostenibile o come la Germania ormai sopra il livello di guardia.  Insomma anche la Bce ha le mano legate. L’unica speranza è che il prezzo del petrolio dia un po’ di tregua ai governanti europei. Ma le avvisaglie di questi giorni non inducono certo all’ottimismo.

 

 

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