Un "piano Marshall" per la Grecia

Un "piano Marshall" per la Grecia

Accordo trovato a Bruxelles. Dall'Europa arrivano subito 109 miliardi di aiuti. In campo anche banche e fondi che su base volontaria potranno finanziare la Grecia fino a 25 miliardi.

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22 luglio 2011

Un piano da circa 160 miliardi di euro per salvare la Grecia e l'euro. Questa la risposta dei leader dell'Eurozona alla crisi del debito sovrano attraverso un pacchetto di misure senza precedenti adottato all'unanimita'. Al salvataggio parteciperanno anche le banche e, davanti al rischio di un default selettivo che potrebbe essere decretato dalle agenzie di rating, i leader dei 17 hanno deciso
di creare un paracadute attraverso l'estensione del campo di azione del fondo salva-Stati, l'Efsf. ''Abbiamo preso importanti decisioni pienamente sostenute da tutti per alleggerire il debito greco, fermare il rischio di contagio e migliorare la gestione della crisi della zona euro'', ha detto il presidente del Consiglio Europeo Herman van Rompuy al termine dell'incontro. ''Per la prima volta politica e mercati sono insieme in un pacchetto molto credibile'', ha osservato il presidente della Commissione Ue Jose' Manuel Barroso. Un accordo ''cruciale'' per la stabilita' finanziaria dell'area euro e per la gestione del debito greco, secondo il presidente della Bce, Jean Claude Trichet. ''E' un buon accordo - ha rilevato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - c'e' con chiarezza l'impegno dell'Eurogruppo a non far fallire nessuno Stato. Abbiamo lavorato per evitare il contagio''. Il pacchetto di misure varato oggi dai leader dei 17 - grazie anche alla ritrovata sintonia tra Francia e Germania - prevede una nuova iniezione di aiuti da parte di Ue e Fmi in favore di Atene per circa 109 miliardi di euro destinati a garantire la sostenibilita' della situazione finanziaria della Grecia per i prossimi anni, almeno fino al 2014. L'Europa si e' assunta l'impegno di concedere il nuovo prestito attraverso l'Efsf a condizioni piu' favorevoli. La durata dei prestiti
potra' arrivare fino a 30 anni (contro i sette e mezzo di quelli gia' in essere) con un periodo di 'grazia' di 10 anni, e il tasso d'interesse potrebbe attestarsi intorno al 3,5%. Parallelamente, saranno allungate le scadenze dei prestiti gia' in essere. In aggiunta a questi interventi, banche e altri investitori privati saranno chiamati a dare il loro contributo 'volontario' - stimato in 37 miliardi - alla nuova operazione di salvataggio della Grecia scegliendo tra diverse opzioni destinate a allungare la vita dei titoli pubblici greci da loro detenuti. Per le banche greche, il piano europeo prevede un particolare sostegno al fine di evitare qualsiasi problema di liquidita' e quindi il rischio di fallimento. In questo contesto, il piano Ue prevede un intervento di buyback, ovvero di riacquisto dei titoli pubblici greci, per un importo stimato in 12,6 miliardi. Operazione che porta quindi a circa 160 miliardi l'impegno complessivo per il secondo e si spera ultimo salvataggio della Grecia. Il coinvolgimento del settore privato ''e' una soluzione eccezionale'' adottata ''solo ed esclusivamente per la Grecia'', ha tenuto a sottolineare Barroso davanti al rischio - assai probabile - che essa venga considerata dalle agenzie di rating come un default selettivo. La Grecia e' un ''casoeccezionale'' e il default selettivo ''una soluzione unica'', ha insistito Trichet che, non escludendo la possibilita' che i mercati possano giudicare il contributo delle banche al piano bis per la come un default selettivo, si è detto certo che quanto deciso non provocherà un credit event, cioé una situazione che si crea quando uno Stato è considerato totalmente nell'impossibilità di pagare il proprio debito. Ma la risposta dell'Eurozona alla crisi va anche oltre. All'Efsf e all'Esm (lo strumento destinato a diventare il fondo salva-Stati permanente) i 17 hanno deciso di dare una maggiore flessibilita' per poter intervenire anche in via preventiva in aiuto dei Paesi in difficolta' e contribuire, prestando soldi agli Stati, alla ricapitalizzazione del sistema bancario. Inoltre, sempre nell'ottica di tagliare le unghie della speculazione, l'Efsf potra' intervenire - come finora fatto dalla Bce - sui mercati secondari per l'acquisto di titoli pubblici di Paesi sotto attacco.

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