Commercio internazionale e interesse nazionale, “valorizzare il ruolo dell’Europa come approdo sicuro”

Commercio internazionale e interesse nazionale, “valorizzare il ruolo dell’Europa come approdo sicuro”

Confcommercio in audizione in Commissione Esteri della Camera. Garosci: “l’Italia ha una vocazione estera da primato”.

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20 marzo 2024

“La pandemia, i conflitti in Ucraina e Striscia di Gaza, la ribellione Houthi nello Yemen e le conseguenti forti ripercussioni per i trasporti di merci nel Mar Rosso hanno avuto un effetto diretto sulla movimentazione di beni e servizi, provocando fenomeni di accorciamento delle catene globali del valore. Regionalizzazione degli scambi e diversificazione dei mercati di sbocco e di approvvigionamento sono attualmente le linee di evoluzione del commercio mondiale e concetti come reshoring e nearshoring sono tornati al centro del dibattito. A questi si aggiunge l’evoluzione del friendshoring e proprio in questo contesto di grandi tensioni geopolitiche andrebbe valorizzato, a livello di strategie globali, il ruolo dell’Europa come ‘approdo sicuro’ per le produzioni e le forniture dei Paesi ‘amici’, nonché come ‘spazio delle regole e dei diritti’ per cittadini, lavoratori e imprese”. Lo ha sostenuto Confcommercio in audizione alla Commissione Esteri della Camera sull’indagine conoscitiva relativa a “Dinamiche del commercio internazionale e interesse nazionale”.  Per il vicepresidente con delega all’Internazionalizzazione, Riccardo Garosci “l’Italia ha una vocazione estera da primato, è fra i primi dieci esportatori mondiali e l’export contribuisce per quasi il 40% del Pil nazionale”.

“L’area dei Balcani e i Paesi dell’Est, inclusa l’Ucraina, sono uno sbocco di grande potenziale per l’export nazionale, sia per la vicinanza geografica che per il gradimento verso i prodotti di qualità italiani, che vanno contestualmente protetti combattendo il fenomeno dello ‘italian sounding’. Lo stesso discorso vale per il continente africano, che vede nel Piano Mattei recentemente presentato dalla premier Meloni il contesto globale nel quale sviluppare attività di cooperazione commerciale ed economica. Che deve includere la formazione degli operatori economici locali sia per successive destinazioni professionali all’interno dei Paesi africani sia, in parte, se regolarizzati, in Italia, nei settori dove servono al terziario di mercato”, ha sottolineato ancora la Confederazione.

Confcommercio ha evidenziato infine l’importanza di “tutelare l’interesse nazionale con un’azione decisa da parte delle Istituzioni sulle politiche nazionali, sulla politica commerciale europea e sugli accordi di libero scambio per rafforzare le relazioni con Paesi terzi ritenuti strategici per il sistema economico italiano”.

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