Confcommercio Umbria: "con Tari e Tasi il colpo di grazia ad imprese e famiglie"

Confcommercio Umbria: "con Tari e Tasi il colpo di grazia ad imprese e famiglie"

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13 gennaio 2014

"Con questa politica fiscale - con le ultime scelte fatte in materia di Tasi e Tari che lasciano ai Comuni la possibilità di decidere le aliquote da applicare in autonomia e che prevedono l'aumento fino allo 0,8%  dell'aliquota massima del tributo sui servizi indivisibili rispetto ai tetti stabiliti dalla legge di stabilità - il Governo ha dato il colpo di grazia ad imprese e famiglie. Siamo esattamente all'opposto di quello che serve, di quello che avrebbe ridato  fiato all'economia e ai consumi. Se si va avanti su questa linea il 2014 sarà un anno nerissimo, il peggiore che ci si potesse aspettare, da augurarsi di  balzare subito al 2015".  Aldo Amoni, presidente di Confcommercio Umbria, interpreta la rabbia, la delusione e la preoccupazione degli imprenditori del terziario umbri, sconcertati dalla girandola di scadenze e di aliquote  che si stanno per abbattere su di loro in seguito alle decisioni dell'esecutivo – peraltro in continuo e frenetico cambiamento, così frenetico da scatenare anche ire dentro la maggioranza – in materia di tributi sui servizi indivisibili (Tasi) sugli immobili  (Imu), sui rifiuti (Tari), tanto per citare i più importanti.  Il tutto dopo un dicembre "da brivido"  sotto il profilo fiscale. "La possibilità che il Governo lascia ai Comuni di incrociare  in modo diversificato aliquote, detrazioni e scadenze per il pagamento di Tari e Tasi  - sottolinea Amoni - produrrà una situazione allucinante per le imprese. Dovranno subire non solo ulteriori aumenti  su negozi, alberghi, uffici, capannoni, eccetera, già bersagliati dalle tasse – di sicuro ogni Comune applicherà infatti le aliquote massime -  ma anche sopportare una incertezza totale e un ulteriore carico burocratico, che in questo momento sono assolutamente insostenibili. Come ha riportato il Sole 24 Ore,  le imprese - che già hanno subito l'esplosione di un fisco immobiliare passato dai quasi 10 miliardi di Ici del 2011 ai 20 miliardi dell'Imu, saranno bersagliate da ennesimi rincari. Se la politica pensa di continuare su questa strada si deve assumere la responsabilità di essere la  maggior responsabile della chiusura delle imprese e dell'esplosione della disoccupazione! Alla faccia dello Statuto dei diritti dei contribuenti! In tutto questo – denuncia ancora il presidente di Confcommercio Umbria – non si vede traccia di riduzione seria dei costi della politica, di riforme  decisive  su enti e società partecipate, a lievllonazionale come locale,  di abbattimento dei privilegi. Le istituzioni pensano davvero di poter andare avanti in questo modo,  scaricando sulle imprese e le famiglie decenni di cattiva gestione e di sprechi, senza suscitare  reazioni, senza mettere in ginocchio definitivamente il paese? Basta fare un giro per i quartieri delle nostre città, piccole e grandi, centro e  periferia,  per rendersi conto della realtà: dove prima c'erano commercianti, artigiani, professionisti, attività di servizio, sono rimasti solo  file e file di locali  vuoti, abbandonati.  Una desolazione. Siamo in attesa di fare la conta delle imprese vittime di questa fine anno, che al 31 dicembre hanno chiuso per sempre, ma già sappiamo che sarà terribile. Chi resiste, chi dà ancora lavoro, con grandissima fatica – conclude il presidente regionale di Confcommercio - chi ancora produce ricchezza per il territorio, non può essere continuamente oggetto di vessazioni fiscali che nascondono, alla fin fine,  la totale mancanza di serie politiche di  programmazione delle istituzioni, di una visione "alta" del ruolo che dovrebbero svolgere".   

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