"Il futuro delle imprese dopo la crisi"

"Il futuro delle imprese dopo la crisi"

La seconda sessione dell'ultima giornata del forum dei Giovani Imprenditori di Confcommercio è stata dedicata al tema "Il futuro delle imprese dopo la crisi e la risposta della politica".

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10 novembre 2012

Venezia La seconda sessione dell'ultima giornata del forum dei Giovani Imprenditori di Confcommercio è stata dedicata al tema "Il futuro delle imprese dopo la crisi e la risposta della politica". Il primo a prendere la parola è stato il segretario della Uil, Luigi Angeletti, che non ha nascosto il suo pessimismo per il futuro economico del nostro Paese. "Il costo dell'energia e della logistica non diminuirà - ha detto Angeletti - il costo della regolamentazione non diminuirà, il costo dei finanziamenti resta alto e la loro disponibilità non aumenterà. La produzione industriale sta diminuendo un po' dappertutto". "Dunque- ha aggiunto Angeletti - non c'è nessun elemento che ci faccia sperare che il contesto internazionale possa portare ad un miglioramento dell'economia. I prossimi dodici mesi saranno duri la nostra situazione economica non migliorerà". "Siamo un Paese che è cresciuto meno degli altri quando gli altri crescevano - ha concluso il segretario della Uil - ma adesso stiamo peggiorando, ci stiamo impoverendo e ciò provoca un grave disagio sociale. La soluzione del governo tecnico sembrava in gradi di invertire la tendenza ma ora stiamo perdendo troppo tempo, si continuano a rinviare le decisioni difficili e ora di prendere decisioni politiche". Irene Tinagli, docente Università Carlos III di Madrid, ha sottolineato che "rispetto ad un anno fa, il quadro della situazione italiana è sicuramente migliorato. Certo resta ancora molto da fare, la disoccupazione è cresciuta ma questo già era prevedibile". "Le imprese italiane - ha osservato Tinagli - devono investire in innovazione e relazionarsi con il resto del mondo". Per affrontare la crisi, la ricetta migliore è l'investimento sui giovani e sulla formazione: "Dobbiamo investire sui giovani, altrimenti ci giocheremo il futuro. Molti dei nostri problemi non sono solo dovuti alla crisi ma sono strutturali come ad esempio quello atavico dell'istruzione e della formazione". Il deputato del Pdl Guido Crosetto ha analizzato la situazione attuale del Paese: "Siamo incapaci di cambiare - ha detto Crosetto, che poi fatto l'esempio della difficoltà del Parlamento a mettersi d'accordo sulla legge elettorale. "Le istituzioni per come sono fatte oggi impediscono di fatto alla politica di agire in modo corretto. L'apparato burocratico ha un peso talmente elevato che è impermeabile a qualsiasi tentativo di cambiamento. Fino a quando nel pubblico non s'introdurrà il concetto di responsabilità, chi sbaglia paga- ha aggiunto Crosetto - i problemi non si potranno mai risolvere. Non si creeranno mai le precondizioni per far funzionare il sistema Paese". Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd, ha evidenziato che il punto di fondo della questione " è che siamo in un quadro di politica economica europea che è in piena crisi". "Bisogna cambiare rotta - ha aggiunto Fassina - dare priorità all'economia reale. Va allentata la morsa dell'austerità in sede europea per permettere di far ripartire la crescita". Sul fronte interno, Fassina ha rilevato la necessità di redistribuire i carichi fiscali e creare lavoro per uscire dalla crisi. Gian Luca Galletti, deputato Udc, ha invitato tutti a fare attenzione quando si parla di politica "al populismo e alla demagogia". "L'antipolitica - ha osservato Galletti - va bene per dare un segnale alla classe dirigente ma poi può diventare un problema per la tenuta democratica del Paese". Galletti ha parlato di riforme e della necessità di fare quelle strutturali come quella istituzionale: "In questo Paese abbiamo troppi livelli di governo. Dobbiamo diminuire le Regioni, venti sono troppe. Sono troppo diverse tra loro e devono essere regolate in modo specifico".

Ugo Da Milano

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