Per le pmi il credito è una "missione impossibile"

Per le pmi il credito è una "missione impossibile"

Da uno studio di Confcommercio emerge che nella classifica mondiale della facilità di accesso al credito l'Italia è oltre la posizione numero 100. Per un prestito da 15mila euro in 72 mesi tassi non inferiori al 10 per cento.

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9 novembre 2012

VENEZIA - Le imprese italiane sono strette in una morsa sempre più allarmante tra burocrazia e difficoltà di accesso al credito. E' quanto emerge dalla ricerca "Credito e Burocrazia: il gattopardo delle imprese", realizzata da Confcommercio e presentata a Venezia in occasione del Forum organizzato dai Giovani Imprenditori. Lo studio evidenzia che, secondo gli ultimi dati Istat, le imprese che a settembre segnalavano un inasprimento dell'accesso ai prestiti bancari sono aumentate in un solo mese dal 24,5% al 28,2%. E l'ultimo Bollettino Economico della Banca d'Italia, dati di agosto, evidenzia un costo del prestito bancario alle imprese di circa 70 punti base superiore a quello medio dell'area Euro. Per un prestito da un milione di euro in 5 anni le imprese italiane sborsavano mediamente nel luglio scorso il 6,24% contro il 4,14% e il 4,04%, rispettivamente, di quelle francesi e tedesche. E se l'importo del finanziamento scende e l'impresa richiedente ha dimensioni modeste, il conto può diventare molto più salato: per un prestito da 15mila euro da restituire in 72 mesi, difficilmente una pmi o una start-up potrà scontare tassi inferiori al 10%. Così come per un affidamento da 5mila euro sul conto corrente bisogna calcolare un costo minimo annuale di 160 euro. E questo sempre che non si sconfini mai dal fido, altrimenti i costi lievitano fino a sfiorare i tassi di usura. La situazione è tale che il recentissimo rapporto "Doing Business 2013" suona come una condanna senza mezzi termini per il sistema bancario italiano: per l'accesso al credito l'Italia si colloca alla 104ma posizione su 185 Paesi presi in esame. Nel mentre, come indica l'ultimo report dell'Osservatorio Credito di Confcommercio relativo al terzo trimestre 2012, solo il 30,8% delle imprese dei servizi, commercio e turismo non ha avuto alcun problema, contro un 19,3% che è rimasto al palo senza riuscire a soddisfare le proprie esigenze finanziarie e un 49,9% che ci è riuscito ma ha avuto difficoltà.

Angelo Moretti

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