Dl Superbonus: "si rischia una crisi di liquidità per la filiera"

Dl Superbonus: "si rischia una crisi di liquidità per la filiera"

Audizione in commissione Finanze della Camera del vicepresidente vicario di Confcommercio, Lino Stoppani. "L’impatto del decreto ha alimentato una profonda preoccupazione per tutta la filiera edilizia compresi i commercianti e i professionisti che operano nella filiera stessa". 

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6 marzo 2023

Il vicepresidente vicario di Confcommercio, Lino Stoppani, in audizione davanti alla  commissione Finanze della Camera, nell’ambito dell’esame del dl recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti, ha sottolineato “l’impatto profondissimo del decreto legge 11/2023 sull’intera filiera dell’edilizia fino alla configurazione di una possibile crisi di liquidità sistemica". "Viene, infatti - ha detto Stoppani - repentinamente meno la possibilità di fruire, per i nuovi interventi, delle agevolazioni attraverso lo sconto in fattura o la cessione della detrazione sotto forma di credito d’imposta”.  

Sul piano del metodo - ha proseguito Stoppani - sarebbe, dunque, stato meglio, decisamente meglio, se le decisioni del decreto fossero state precedute da una fase di confronto con tutte le componenti della filiera. Oggi, si tratta di procedere con assoluta tempestività per scongiurare una esiziale crisi di liquidità a discapito di un settore peraltro cruciale anche per la “messa a terra” del PNRR e, dunque, per il conseguimento degli obiettivi macroeconomici e programmatici del nostro Paese. Insieme, vanno poste le basi per un quadro stabile, strutturato e sostenibile di misure di accompagnamento dei processi di riconversione ambientale del patrimonio edilizio del nostro Paese”. 

Quanto alle misure urgenti a contrasto della crisi di liquidità della filiera ed utili a temperare gli impatti del decreto legge 11/2023 nei confronti di imprese e cittadini, Stoppani ha osservato che  “va, anzitutto, affrontata e risolta la questione dei crediti fiscali incagliati (circa 20 miliardi) per mancanza di cessionari: si tratta, al riguardo, di chiarire definitivamente il tema dei residui spazi di agibilità dei cassetti fiscali delle banche e di rendere rapidamente operativa la prospettata operazione di sblocco anche attraverso compensazioni con i versamenti fiscali operati dalle imprese a mezzo degli F24 pagati presso il sistema bancario. Va altresì favorito il possibile incontro tra domanda ed offerta di crediti tra privati e va, ancora, chiarita e risolta la vicenda della classificazione Eurostat dei bonus”.

Inoltre, va prevista - ha sottolineato ancora il vice presidente di Confcommercio - una fase di transizione che consenta - anche attraverso il ricorso ad autocertificazioni - di contenere gli impatti di un repentino cambiamento di regime, vanno rivisti sovraccarichi di produzione documentale e va favorita una soluzione del problema incapienti anche allineando i tempi per l’utilizzo del Superbonus ai dieci anni già previsti per gli altri incentivi edilizi. Infine, vanno riaperti i termini per cessioni e sconti in fattura per le aree colpite da eventi sismici, oltre che per operazioni a valere sul patrimonio immobiliare di ONLUS ed ex IACP”. 

Va poi istituita - ha concluso Stoppani - una sede permanente e strutturata di confronto tra il Governo e tutte le parti interessate per la gestione dell’emergenza e per l’impostazione di un nuovo e condiviso approccio strutturale”.

Per saperne di più leggi anche l'approfondimento sul Superbonus 110%

Angaisa: “senza cessione del credito e sconto in fattura mercato bloccato”

“A distanza di due settimane  dall'entrata in vigore del decreto legge che ha imposto uno stop immediato all'applicabilità dei meccanismi legati a cessione del credito e sconto in fattura relativi a bonus e superbonus, il mercato delle principali filiere collegate all'edilizia sta andando incontro a un vero e proprio corto circuito”. È la denuncia di Angaisa-Confcommercio, che sottolinea: ''ciò che temevamo si sta purtroppo verificando , migliaia di imprese e di professionisti stanno facendo i conti con una nuova 'tempesta  perfetta': si fermano i cantieri, gli ordini vengono cancellati, il blocco cessione crediti e sconto in fattura sta portando al blocco dei pagamenti e la mancanza di risorse rischia di mettere in ginocchio tantissime imprese che operano nel settore delle costruzioni e dell'impiantistica''.

Per questo l’Associazione chiede a gran voce al Governo un'immediata inversione di rotta: ''abbiamo seguito con attenzione le richieste che le principali organizzazioni sindacali hanno presentato alla Commissione Finanze della Camera nei giorni scorsi - dice il presidente Maurizio Lo Re - ma le nostre aziende non possono attendere che si concluda l'iter di conversione in legge del decreto, con gli eventuali correttivi che potrebbero essere approvati. È necessario intervenire subito, altrimenti la perdurante mancanza di liquidità poterà con sé fallimenti e licenziamenti, vanificando almeno in parte l'efficacia dei bonus, che hanno sostenuto non solo il nostro comparto, ma più in generale il settore delle costruzioni e l'intera economia nazionale”.

La proposta di Angaisa prevede la riattivazione immediata dei “meccanismi della cessione del credito e dello sconto in fattura per tutti gli interventi legati ai bonus edilizi cosiddetti minori (ecobonus e bonus ristrutturazioni), del valore di importo complessivo non superiore a 20mila euro, prevedendo comunque, ove necessario, opportuni meccanismi di controllo e  asseverazione. Se diventasse strutturale - aggiunge Lo Re - una misura di questo tipo potrebbe inoltre rappresentare uno strumento fondamentale per sostenere nel medio e lungo periodo il programma di efficientamento energetico degli immobili residenziali, che l'Unione Europea imporrà a tutti gli Stati membri attraverso l'adozione di Direttive e Regolamenti che prendono spunto dal piano REPowerEU''.

Resta naturalmente essenziale il ruolo degli istituti di credito e degli intermediari finanziari, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, secondo cui banche e assicurazioni potrebbero assorbire ancora ben 17,4 miliardi di euro di crediti rimasti in capo alle imprese del settore costruzioni nel suo complesso. ''Ci aspettiamo che ognuno degli attori coinvolti sia messo in grado di fare, responsabilmente, la propria parte. Per questo lo 'sblocco' del mercato deve essere accompagnato da un quadro normativo di riferimento chiaro, esaustivo e affidabile'', conclude il presidente Angaisa.

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