Contratto collettivo nazionale dei dirigenti e manager del commercio

Contratto collettivo nazionale dei dirigenti e manager del commercio

L’accordo tra Confcommercio e Manageritalia prevede una “una tantum” di 2mila euro nel 2023 e un aumento di 450 euro lordi mensili entro luglio 2025.  “Accordo equilibrato che consentirà, almeno in parte, di recuperare l’impennata dell’inflazione dell’ultimo periodo senza gravare eccessivamente sulle imprese”.

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13 aprile 2023

Confcommercio e Manageritalia hanno firmato il 12 aprile scorso il rinnovo della parte economica del contratto nazionale di lavoro dei dirigenti del terziario, che interessa oltre 27mila dirigenti e 9mila aziende di settori portanti dell'economia nazionale (commercio, distribuzione moderna, servizi alle imprese, digitale, moda e lusso, automotive, fiere, turismo, non profit). Previsto il riconoscimento di una “una tantum” di 2mila euro nel 2023, a copertura del triennio 2020/22, e un aumento di 450 euro lordi mensili entro luglio 2025. Verranno destinati mille euro annui, inoltre, alla piattaforma welfare dirigenti terziario, spendibili in beni e servizi di welfare. Si consente così a tutte le aziende, anche a quelle piccole con un solo dirigente, di usufruire di servizi dedicati ai manager.

“Dopo gli interventi sulla parte normativa di giugno 2021 - spiega Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio con incarico alla contrattazione e alla bilateralità - si completa un rinnovo contrattuale che rappresenta un giusto punto di equilibrio tra esigenze dei dirigenti e sostenibilità delle aziende, che avranno certezze nei costi di gestione per il futuro a breve e medio termine. Un periodo che richiede il massimo sforzo per intercettare una ripresa ancora incerta, ma con uno strumento contrattuale pienamente operativo e con importanti innovazioni per la gestione delle figure apicali delle imprese”.

“Da sempre – commenta Mario Mantovani, presidente di Manageritalia - la nostra politica contrattuale vede noi e Confcommercio muoverci per primi su nuovi aspetti di tutela e servizio per dirigenti e imprese come ad esempio: la formazione introdotta nel 1992, la long term care nel 2001, il welfare aziendale per tutti e le nuove politiche attive nel 2021, valorizzando al massimo le risorse del Contratto Collettivo. Oggi, dopo un periodo d’attesa condizionato dalle crisi pandemica ed energetica e dal conseguente clima d’incertezza, abbiamo messo mano anche alla parte economica. Era importante intervenire anche per i dirigenti, visto che la retribuzione media annua è intorno ai 100mila euro lordi, abbondantemente tassati e pesantemente colpiti dall’inflazione”.

I punti salienti dell’accordo

L’accordo è la logica prosecuzione e completamento dell’intesa del giugno 2021 che, tra le altre cose, ha introdotto il welfare aziendale e i servizi di politiche attive, ed è intervenuto sulla normativa dei Fondi ed Enti contrattuali.

Una Tantum. A copertura del triennio 2020/22, nel corso del 2023 viene erogato, in tre tranche, un importo una tantum complessivamente pari a 2.000 euro, a titolo di arretrati retributivi e quindi assoggettato a contribuzione ordinaria e a tassazione separata.

Aumento retributivo. È previsto un aumento retributivo, con conseguente adeguamento del minimo contrattuale, pari a regime a 450 euro, secondo le seguenti scadenze:

  • 150 euro mensili dal primo dicembre 2023
  • 150 euro mensili dal primo luglio 2024
  • 150 euro mensili dal primo luglio 2025

Gli aumenti possono essere assorbiti, fino a concorrenza, esclusivamente da somme concesse dalle aziende in acconto o anticipazione su futuri aumenti economici contrattuali, successivamente al 31 dicembre 2019.

Per effetto degli aumenti retributivi sopra indicati, il minimo contrattuale mensile euro passa dagli attuali 3.890 a 4.040 euro a decorrere dal primo dicembre 2023, a 4.190 dal primo luglio 2024 e a 4.340 dal primo luglio 2025.

Welfare aziendale. I datori di lavoro destineranno alla Piattaforma welfare dirigenti terziario 1.000 euro annui, spendibili in beni e servizi di welfare, con decorrenza primo gennaio 2024 e primo gennaio 2025.  Ciò in aggiunta ad eventuali sistemi di flexible benefits già presenti in azienda e con la possibilità di integrare il valore minimo stabilito dal CCNL con versamenti aggiuntivi alla piattaforma, tramite la sottoscrizione di un regolamento aziendale.

Leggi anche le pagine di approfondimento sui Contratti collettivi del commercio e della ristorazione

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