Contratto collettivo nazionale dei dirigenti e manager del commercio
Contratto collettivo nazionale dei dirigenti e manager del commercio
L’accordo tra Confcommercio e Manageritalia prevede una “una tantum” di 2mila euro nel 2023 e un aumento di 450 euro lordi mensili entro luglio 2025. “Accordo equilibrato che consentirà, almeno in parte, di recuperare l’impennata dell’inflazione dell’ultimo periodo senza gravare eccessivamente sulle imprese”.
Confcommercio e Manageritalia hanno firmato il 12 aprile scorso il rinnovo della parte economica del contratto nazionale di lavoro dei dirigenti del terziario, che interessa oltre 27mila dirigenti e 9mila aziende di settori portanti dell'economia nazionale (commercio, distribuzione moderna, servizi alle imprese, digitale, moda e lusso, automotive, fiere, turismo, non profit). Previsto il riconoscimento di una “una tantum” di 2mila euro nel 2023, a copertura del triennio 2020/22, e un aumento di 450 euro lordi mensili entro luglio 2025. Verranno destinati mille euro annui, inoltre, alla piattaforma welfare dirigenti terziario, spendibili in beni e servizi di welfare. Si consente così a tutte le aziende, anche a quelle piccole con un solo dirigente, di usufruire di servizi dedicati ai manager.
“Dopo gli interventi sulla parte normativa di giugno 2021 - spiega Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio con incarico alla contrattazione e alla bilateralità - si completa un rinnovo contrattuale che rappresenta un giusto punto di equilibrio tra esigenze dei dirigenti e sostenibilità delle aziende, che avranno certezze nei costi di gestione per il futuro a breve e medio termine. Un periodo che richiede il massimo sforzo per intercettare una ripresa ancora incerta, ma con uno strumento contrattuale pienamente operativo e con importanti innovazioni per la gestione delle figure apicali delle imprese”.
“Da sempre – commenta Mario Mantovani, presidente di Manageritalia - la nostra politica contrattuale vede noi e Confcommercio muoverci per primi su nuovi aspetti di tutela e servizio per dirigenti e imprese come ad esempio: la formazione introdotta nel 1992, la long term care nel 2001, il welfare aziendale per tutti e le nuove politiche attive nel 2021, valorizzando al massimo le risorse del Contratto Collettivo. Oggi, dopo un periodo d’attesa condizionato dalle crisi pandemica ed energetica e dal conseguente clima d’incertezza, abbiamo messo mano anche alla parte economica. Era importante intervenire anche per i dirigenti, visto che la retribuzione media annua è intorno ai 100mila euro lordi, abbondantemente tassati e pesantemente colpiti dall’inflazione”.
I punti salienti dell’accordo
L’accordo è la logica prosecuzione e completamento dell’intesa del giugno 2021 che, tra le altre cose, ha introdotto il welfare aziendale e i servizi di politiche attive, ed è intervenuto sulla normativa dei Fondi ed Enti contrattuali.
Una Tantum. A copertura del triennio 2020/22, nel corso del 2023 viene erogato, in tre tranche, un importo una tantum complessivamente pari a 2.000 euro, a titolo di arretrati retributivi e quindi assoggettato a contribuzione ordinaria e a tassazione separata.
Aumento retributivo. È previsto un aumento retributivo, con conseguente adeguamento del minimo contrattuale, pari a regime a 450 euro, secondo le seguenti scadenze:
- 150 euro mensili dal primo dicembre 2023
- 150 euro mensili dal primo luglio 2024
- 150 euro mensili dal primo luglio 2025
Gli aumenti possono essere assorbiti, fino a concorrenza, esclusivamente da somme concesse dalle aziende in acconto o anticipazione su futuri aumenti economici contrattuali, successivamente al 31 dicembre 2019.
Per effetto degli aumenti retributivi sopra indicati, il minimo contrattuale mensile euro passa dagli attuali 3.890 a 4.040 euro a decorrere dal primo dicembre 2023, a 4.190 dal primo luglio 2024 e a 4.340 dal primo luglio 2025.
Welfare aziendale. I datori di lavoro destineranno alla Piattaforma welfare dirigenti terziario 1.000 euro annui, spendibili in beni e servizi di welfare, con decorrenza primo gennaio 2024 e primo gennaio 2025. Ciò in aggiunta ad eventuali sistemi di flexible benefits già presenti in azienda e con la possibilità di integrare il valore minimo stabilito dal CCNL con versamenti aggiuntivi alla piattaforma, tramite la sottoscrizione di un regolamento aziendale.