Confcommercio Veneto: "misura colma, non si può solo prendere"

Confcommercio Veneto: "misura colma, non si può solo prendere"

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18 aprile 2012

"La somma delle cose che vengono chieste alle imprese, anche del commercio, è fuori da ogni logica. Ora ci si mette anche l'Imu, e la misura è colma". Il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon, sottolinea come il comparto del commercio, già messo a dura prova da una crisi economica durissima, da un calo di consumi che non ha precedenti, da una pressione fiscale che sta arrivando al 55% stia per essere messo fuori gioco da scelte politiche che puntano unicamente a prelevare. Il risultato è un costante indebolimento delle piccole e medie imprese, messe di fatto nell'impossibilità non solo di crescere, ma di resistere. "Sul fronte dei consumi - dichiara Zanon - è già scattato da tempo l'allarme rosso. Abbiamo già raggiunto il record negativo peggiore rispetto al 2003, sfiorando il -3,2% sui consumi pro capite. Senza contare che su questo fronte si è già abbattuto l'effetto dell'incremento delle aliquote Iva. L'arrivo dell'Imu inciderà pesantemente sui consumi, sulle vacanze, sulle tasche delle famiglie e degli imprenditori, che stanno pagando il prezzo elevatissimo della mancanza di una seria e incentivante politica di crescita economica".Confcommercio Veneto lancia un monito ai Comuni sulla definizione del prelievo fiscale legato all'Imu, che in base alle nove disposizioni dovrà essere versata in giugno, chiedendo vengano adottati indici minimi, consoni alla congiuntura economica attuale. In base ai dati attualmente in possesso, Confcommercio stima che per un bar di 65 metri quadri, la differenza fra Ici 2011 (spesa complessiva di euro 380,80) e Imu 2012 potrà variare dai 288 ai 552 euro, a seconda che venga applicata l'aliquota minima o quella massima. Ancora più marcata risulta la differenza per un negozio di 180 metri quadri che nel 2011 ha dovuto versare 1.094,80 euro. In questo caso, l'aliquota del 7,6 mille comporterà il versamento di 1.922,80 euro (+828 sul 2011), mentre il tetto massimo dell'imposta porterà un esborso di 2.681,80 euro, ovvero 1.587,00 euro in più rispetto al precedente. "Si rischia - aggiunge il presidente di Confcommercio Veneto - un effetto devastante, fatto di chiusure di attività e conseguente disoccupazione. La situazione è tanto più grave se si tiene conto che la gran parte delle nostre imprese è a conduzione familiare e che nessun ammortizzatore sociale potrà mai alleviare, anche se momentaneamente, la condizione degli imprenditori che si trovano improvvisamente in mezzo a una strada, con tutta la sua famiglia. Perché per loro, di ammortizzatori, non ce ne sono".

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