Confcommercio Vicenza ricorre al Tar contro il piano Vi.Ver.

Confcommercio Vicenza ricorre al Tar contro il piano Vi.Ver.

L'Associazione contesta il mancato rispetto della normativa provinciale in tema di pianificazione urbanistico-commerciale. Lungo l'asse Vicenza-Verona potrebbero sorgere più di 155mila metri quadrati di grandi superfici di vendita.

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5 febbraio 2013

Confcommercio Vicenza ha depositato al Tar del Veneto un ricorso firmato dal presidente Sergio Rebecca e da alcuni operatori dei Comuni direttamente interessati contro il Master Plan Vi.Ver della Provincia di Vicenza. Si tratta del progetto di riqualificazione della "strada mercato" che collega Vicenza con Verona e che interessa numerosi comuni posizionati su questo asse viario. Già ad inizio dicembre Confcommercio Vicenza aveva contestato l'approvazione del Vi.Ver effettuata dal commissario straordinario Attilio Schneck, nell'esercizio delle funzioni del Consiglio Provinciale, perché il piano rischia di trasformarsi in un via libera alla conversione delle aree produttive in disuso in grandi superfici commerciali. "Sul piatto - commenta Rebecca - ci sono almeno 155mila metri quadrati di nuovi iper, centri commerciali e altre strutture della distribuzione organizzata che potrebbero sorgere nell'area. Un'eventualità che andrà a scompaginare l'assetto distributivo di una ampia fetta del territorio provinciale, senza aver minimamente coinvolto, in tale decisione, chi rappresenta il mondo del commercio vicentino". Tanto più che, secondo Confcommercio Vicenza, tale decisione è stata assunta senza rispettare la normativa in materia di pianificazione urbanistico-commerciale. Ma a motivare la richiesta al Tar di annullamento della deliberazione non ci sono solo aspetti tecnici: "l'area interessata - spiega Rebecca - è una delle più urbanizzate e con maggiori necessità di riqualificazione di tutto il Veneto. Aver demandato, di fatto, ai Comuni la disciplina di un territorio che aveva la necessità di uno studio esteso a tutta la strada mercato, è a nostro avviso una grave violazione della normativa. Non è possibile ancora oggi, dopo gli evidenti guasti che una simile politica ha causato al nostro territorio in passato, consentire che ogni Comune faccia da sé, infischiandosene delle ricadute che le proprie decisioni possono avere sull'ambiente. Al Tar chiediamo dunque di annullare questa deliberazione, che ci fa fare un salto indietro di anni, riproponendo vecchie logiche che hanno solo causato danni alle imprese, al territorio e ai cittadini".

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