Disabili in Italia, il 'punto' di Federsalute

Disabili in Italia, il 'punto' di Federsalute

La Federazione Nazionale del settore sanitario di Confcommercio, ha organizzato l'incontro "Disabilità in Italia: i servizi, gli ausili e il fondo per la non autosufficienza".

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21 novembre 2007
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Disabilità in Italia: il “punto� di Federsalute

 

Federsalute, la Federazione Nazionale del settore sanitario di Confcommercio, ha organizzato l’incontro “Disabilità in Italia: i servizi, gli ausili e il fondo per la non autosufficienza�. All’incontro hanno partecipato il presidente di Federsalute-Confcommercio, Giuseppe Scrofina, Carlo Hanau, docente di Programmazione e Organizzazione dei Servizi Sociali e Sanitari dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Daniele Bonacini, atleta paralimpico e presidente dell’Associazione “Disabili no limits�. Federsalute, ha lanciato un appello proprio alle Associazioni dei Disabili affinché si formi un tavolo permanente di confronto “Un tavolo la cui sede istituzionale potrebbe essere il Ministero della Salute o il Ministero della Solidarietà Sociale�, ha detto il presidente Scrofina nel corso dell’incontro. “A quel tavolo siederanno con noi le associazioni dei disabili e, se lo vorranno, i produttori di quei beni e quei servizi che noi forniamo. Vogliamo capire fino in fondo le necessità di milioni di persone che convivono con un handicap. Il nostro obiettivo è quello di mettere a disposizione la nostra professionalità e conoscenza del settore per migliorare la vita quotidiana dei disabili. Un tavolo che possa darci anche dei suggerimenti per la stesura di un codice deontologico in quanto fornitori dei servizi e prodotti sanitari�. “In Italia - ha aggiunto Scrofina - ci sono 7 milioni di persone con vari livelli di disabilità e i disabili  sarebbero molti di più se non ci fossero le protesi e gli altri ausili, come strumenti ortopedici, occhiali, apparecchi acustici e articoli sanitari�. Uno degli argomenti affrontati nell’incontro di venerdì il Nomenclatore Tariffario, che comprende le protesi e le ortesi che il Servizio Sanitario Nazionale deve concedere a tutte le persone con disabilità che risiedono in Italia. “Il nomenclatore tariffario è molto vecchio e non comprende le novità che la tecnologia ha introdotto. Pertanto deve essere aggiornato - ha detto Carlo Hanau, Docente di Programmazione e Organizzazione dei Servizi Sociali e Sanitari all’Università Di Modena e Reggio Emilia - la proposta del Governo da una parte va incontro a questa esigenza: inserisce infatti questa assistenza protesica all'interno del piano di assistenza individuale che deve prendere atto di tutti i bisogni di ciascuna persona e deve dare una risposta concertata e globale alle varie esigenze. D’altra parte con la normativa in via di definizione il disabile rischia di non poter più scegliere la protesi e il tecnico sanitario al quale rivolgersi. Fino ad oggi la persona con disabilità ha potuto rivolgersi a qualunque tecnico di fiducia ed ha potuto scegliere fra le protesi semplici - che il Servizio Sanitario Nazionale concede gratuitamente -  e quelle che, offrendo più funzionalità o un’estetica più gradevole, costano di più. Ma in quest’ultimo caso sembra che il paziente dovrà affrontare l’intera spesa. E non solo la differenza di costo. Questo non lo riteniamo giusto: il disabile non deve pagare tutto il valore della protesi migliore, ma soltanto la differenza fra il valore della protesi base e quello della protesi superiore. L’Unità Valutativa Multidimensionale, la commissione per la valutazione dei bisogni, deve garantire equità di accesso e massima efficienza della spesa con la definizione del piano di assistenza individuale�.   Sul fronte del costo delle protesi è intervenuto Daniele Bonacini, atleta paralimpico, presidente dell’Associazione “Disabili no limits�. "La situazione dei disabili in Italia è alquanto drammatica - ha detto -  poichè il Sistema Sanitario Nazionale non recepisce le innovazioni tecnologiche degli ultimi 30 anni: piedi protesici e carrozzine in fibra  di carbonio, ad esempio. L'ausilio è il mezzo, attraverso il quale, il disabile riacquisisce la propria autonomia e si reinserisce in maniera attiva nella società. Un paese in cui viene negata la fornitura degli ausili tecnologicamente più avanzati, di fatto impedisce il reinserimento del soggetto nella società, negandogli il diritto ad una vita autonoma e gratificante. La situazione in Italia si differenzia dal resto d'Europa e dagli Stati Uniti, dove il C-Leg, il ginocchio elettronico e dispositivo protesico più costoso, circa 20.000 euro, viene passato gratuitamente. L’Italia spende per una protesi massimo 6.000 euro�.

 

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