Disabili in Italia, il 'punto' di Federsalute
Disabili in Italia, il 'punto' di Federsalute
Disabilità in Italia: il “punto� di Federsalute
Federsalute, la Federazione Nazionale del settore sanitario di Confcommercio, ha organizzato l’incontro “Disabilità in Italia: i servizi, gli ausili e il fondo per la non autosufficienza�. All’incontro hanno partecipato il presidente di Federsalute-Confcommercio, Giuseppe Scrofina, Carlo Hanau, docente di Programmazione e Organizzazione dei Servizi Sociali e Sanitari dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Daniele Bonacini, atleta paralimpico e presidente dell’Associazione “Disabili no limits�. Federsalute, ha lanciato un appello proprio alle Associazioni dei Disabili affinché si formi un tavolo permanente di confronto “Un tavolo la cui sede istituzionale potrebbe essere il Ministero della Salute o il Ministero della Solidarietà Sociale�, ha detto il presidente Scrofina nel corso dell’incontro. “A quel tavolo siederanno con noi le associazioni dei disabili e, se lo vorranno, i produttori di quei beni e quei servizi che noi forniamo. Vogliamo capire fino in fondo le necessità di milioni di persone che convivono con un handicap. Il nostro obiettivo è quello di mettere a disposizione la nostra professionalità e conoscenza del settore per migliorare la vita quotidiana dei disabili. Un tavolo che possa darci anche dei suggerimenti per la stesura di un codice deontologico in quanto fornitori dei servizi e prodotti sanitari�. “In Italia - ha aggiunto Scrofina - ci sono 7 milioni di persone con vari livelli di disabilità e i disabili sarebbero molti di più se non ci fossero le protesi e gli altri ausili, come strumenti ortopedici, occhiali, apparecchi acustici e articoli sanitari�. Uno degli argomenti affrontati nell’incontro di venerdì il Nomenclatore Tariffario, che comprende le protesi e le ortesi che il Servizio Sanitario Nazionale deve concedere a tutte le persone con disabilità che risiedono in Italia. “Il nomenclatore tariffario è molto vecchio e non comprende le novità che la tecnologia ha introdotto. Pertanto deve essere aggiornato - ha detto Carlo Hanau, Docente di Programmazione e Organizzazione dei Servizi Sociali e Sanitari all’Università Di Modena e Reggio Emilia - la proposta del Governo da una parte va incontro a questa esigenza: inserisce infatti questa assistenza protesica all'interno del piano di assistenza individuale che deve prendere atto di tutti i bisogni di ciascuna persona e deve dare una risposta concertata e globale alle varie esigenze. D’altra parte con la normativa in via di definizione il disabile rischia di non poter più scegliere la protesi e il tecnico sanitario al quale rivolgersi. Fino ad oggi la persona con disabilità ha potuto rivolgersi a qualunque tecnico di fiducia ed ha potuto scegliere fra le protesi semplici - che il Servizio Sanitario Nazionale concede gratuitamente - e quelle che, offrendo più funzionalità o un’estetica più gradevole, costano di più. Ma in quest’ultimo caso sembra che il paziente dovrà affrontare l’intera spesa. E non solo la differenza di costo. Questo non lo riteniamo giusto: il disabile non deve pagare tutto il valore della protesi migliore, ma soltanto la differenza fra il valore della protesi base e quello della protesi superiore. L’Unità Valutativa Multidimensionale, la commissione per la valutazione dei bisogni, deve garantire equità di accesso e massima efficienza della spesa con la definizione del piano di assistenza individuale�.  Sul fronte del costo delle protesi è intervenuto Daniele Bonacini, atleta paralimpico, presidente dell’Associazione “Disabili no limits�. "La situazione dei disabili in Italia è alquanto drammatica - ha detto - poichè il Sistema Sanitario Nazionale non recepisce le innovazioni tecnologiche degli ultimi 30 anni: piedi protesici e carrozzine in fibra di carbonio, ad esempio. L'ausilio è il mezzo, attraverso il quale, il disabile riacquisisce la propria autonomia e si reinserisce in maniera attiva nella società . Un paese in cui viene negata la fornitura degli ausili tecnologicamente più avanzati, di fatto impedisce il reinserimento del soggetto nella società , negandogli il diritto ad una vita autonoma e gratificante. La situazione in Italia si differenzia dal resto d'Europa e dagli Stati Uniti, dove il C-Leg, il ginocchio elettronico e dispositivo protesico più costoso, circa 20.000 euro, viene passato gratuitamente. L’Italia spende per una protesi massimo 6.000 euro�.