Gli altri interventi del panel

Gli altri interventi del panel

DateFormat

13 marzo 2010
Dopo l’intervento del ministro Sacconi si è aperta la fase più squisitamente tecnica del panel dedicato a “Oltre la crisi: il

Dopo l’intervento del ministro Sacconi si è aperta la fase più squisitamente tecnica del panel dedicato a “Oltre la crisi: il ritorno alla crescita nello scenario economico internazionale”. Richard Baldwin, professore  di  Economia internazionale al The Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra,  ha sottolineato che tra la fine del 2008 e la prima metà del 2009 “il calo del commercio mondiale è stato addirittura più forte di quello che si registrò durante la Grande Depressione. Si è trattato di un crollo repentino, che ha riguardato tutti i settori e che ha coinvolto tutto il mondo”. Ciò che lo ha distinto da quanto avvenuto analogamente nel cor so delle precedenti recessioni economiche è stato “il fatto che sia stato molto più profondo del calo del Pil”. Per Jean Pisani-Ferry, professore di Economia all’Università Paris-Dauphine,  “l’Europa ha subito con la crisi uno shock finanziario più grande rispetto a quello commerciale.  Eravamo altamente impreparati, ma abbiamo comunque attraversato la crisi senza incidenti gravi e abbiamo fatto meglio di quanto ci si potesse aspettare”. Secondo Richard Portes, professore di Economia alla London Business School,  “lo scoppio della crisi si spiega con i tanti macrosquilibri che erano presenti a livello mondiale e ai quali il sistema finanziario statunitense non è stato in grado di far fronte”. Portes non si è detto ottimista per il futuro, perché “gli squilibri toneranno e saranno molto più forti rispetto a quanto stimato dal Fondo monetario internazionale. Il pericolo è che ciò porti a risposte negative visto che il quadro non è chiaro e non si sa con certezza quale sia la strada giusta da intraprendere”. Ultimo a prendere la parola è stato Paolo Savona, presidente di Unicredit Banca di Roma, che ha ammonito: “non abbiamo risolto la crisi finanziaria, l’abbiamo soltanto trasferita sul settore pubblico”.  Sono state adottate, insomma, “soluzioni tampone, non definitive, perché il mondo non  ha gli strumenti per risolvere definitivamente questa crisi”. L’Italia, in particolare, sconta “l’eredità di un debito pubblico molto grave e nell’ottica del rientro del deficit eccessivo che l’Europa ci chiederà è necessaria un’operazione di cessione del patrimonio pubblico”. Savona ha concluso sottolineando che la necessità primaria per il sistema Paese è quella di risolvere i problemi dell’industria della finanza, che “non è più l’ancella dello sviluppo. Le banche non hanno i capitali sufficienti per risolvere tutti i problemi”.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca