Sacconi: "Il futuro si chiama terziario"

Sacconi: "Il futuro si chiama terziario"

La seconda e ultima giornata del Forum Confcommercio di Cernobbio, si è aperta con una sessione dedicata allo scenario economico internazionale con l'intervento del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi.

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13 marzo 2010
La seconda e ultima giornata del Forum Confcommercio di Cernobbio, si è aperta con una sessione dedicata allo scenario economi

La seconda e ultima giornata del Forum Confcommercio di Cernobbio, si è aperta con una sessione dedicata allo scenario economico internazionale con l’intervento del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi. “Ricorderemo il 2009 come un anno di passaggio e di attesa - ha detto Sacconi - nel quale è stato importante usare strumenti difensivi per mettere in sicurezza il Sistema Paese anche con una rigorosa disciplina fiscale”.  “Abbiamo fatto bene a proteggere le fasce più deboli attraverso un sostegno al reddito legato al mantenimento del posto del lavoro. Una scelta che si è legata al desiderio delle imprese di mantenere collaboratori. Dunque sostenendo la continuità del prodotto di lavoro con un doveroso sostegno di liquidità alle imprese”.  Sacconi ha poi ricordato come il governo abbia utilizzato “moral suasion” per convincere i grandi gruppi bancari a cambiare il loro modello organizzativo tornando ad un approccio più legato al territorio. “Stabilità, liquidità, occupabilità – ha precisato Sacconi -  sono stati elementi che hanno permesso al Paese di tenere e soprattutto di mantenere la coesione sociale”. Per il ministro del Lavoro il 2010 si presenta con una caratteristica completamente diversa: la maggioranza dell’umanità disorganizzata ora si è organizzata è la geografia dei consumi e delle produzioni si sta modificando. “Siamo chiamati a cambiamenti epocali – ha detto Sacconi - sapendo ciò che siamo, consapevoli delle nostre forze (basso indebitamento delle famiglie che sono tra le più patrimonializzate al mondo e forte base manifatturiera)  e delle nostre debolezze (declino demografico e debito pubblico)”. “Il cambiamento – ha però avvertito Sacconi - non può essere realizzato in una stanza chiusa, non esistono scorciatoie. Il cambiamento al quale siamo chiamati si chiama essenzialmente terziarizzazione. I servizi alle imprese costituiscono il futuro come naturale sviluppo del nostro mondo produttivo”. “Abbiamo bisogno di resettare tanti aspetti: servono strumenti non solo difensivi ma anche quelli atti a stimolare il cambiamento come incrementare il capitale umano e capitale fisso investito, capitale organizzativo. Il cambiamento con la C maiuscola non è fatto solo di leggi o di riforme epocali, a volte possono bastare dei cambiamenti”. Il capitale organizzativo secondo il ministro è l’aspetto più importante: fatto di Pubblica Amministrazione quindi regole pubbliche ma anche di attori sociali quindi relazioni industriali. Per ciò che riguarda il capitale umano, Sacconi ha sottolineato la necessità di una formazione efficiente che sposti l’attenzione dall’offerta alla domanda. “Non più con un metodo scolastico ma con competenze in un ambito lavorativo”. Sacconi ha quindi concluso il suo intervento ricordando l’importanza della bilateralità, “un ombrello sociale”,  nell’ambito dei rapporti di lavoro.

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