Inflazione in netto calo a marzo

Inflazione in netto calo a marzo

Le stime definitive Istat indicano un aumento su base annua del 7,6% contro il +9,1% del mese precedente. Su base mensile calo dello 0,4%, continua la forte diminuzione dei prezzi dell’energia. Confcommercio: "prosegue il processo di rientro dell'inflazione".

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16 aprile 2023

Aumento dei prezzi in netto calo a marzo, con l'inflazione che cala dello 0,4% su base mensile e del 7,6% su base annua (era +9,1% nel mese precedente) secondo la stima preliminare dell’Istat (link ai dati completi in pdf). In base agli ultimi dati l'inflazione acquisita per il 2023 diventa pari a +5% per l'indice generale e a +4% per la componente di fondo.

Il rallentamento si deve principalmente alla decelerazione su base annua dei prezzi dei beni energetici: non regolamentati da +40,8% a +18,9% e regolamentati da -16,4% a -20,3%, i cui effetti sono stati solo in parte compensati dall'accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,7% a +9,1%), di quelli dei servizi relativi all'abitazione (da +3,3% a +3,5%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,1% a +6,3%) e dei tabacchi (da +1,8% a +2,5%).

Indice dei prezzi al consumo NIC, gennaio 2017–marzo 2023, variazioni percentuali congiunturali e tendenziali. Fonte: Istat

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale frazionalmente (da +6,3% a +6,4%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,4% a +6,5%). Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +12,4% a +9,7%), mentre si accentua lievemente quella relativa ai servizi (da +4,4% a +4,5%). I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona scendono leggermente in termini tendenziali (al +12,6% dal 12,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto rallentano la loro crescita (da +9% a +7,6%).

Anche dai calcoli su base mensile emerge una diminuzione dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati (-9,6%) che regolamentati (-4,6%), solo in parte compensata dall'aumento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1%), dei servizi relativi ai trasporti (+0,9%), degli alimentari lavorati e dei tabacchi (+0,7% entrambi), dei beni durevoli e semidurevoli (+0,5% entrambi), dei beni non durevoli e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,3% entrambi).

L'indice armonizzato, infine, aumenta dello 0,8% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il Nic non tiene conto, e dell'8,1% su base annua (in netto rallentamento da +9,8% di gennaio).

 

Confcommercio: “avviata la disinflazione, ma i problemi di famiglie e imprese non sono finiti”

“A marzo è proseguito il processo di rientro dell’inflazione, con intensità leggermente superiore alle attese. La disinflazione appare ben avviata anche a livello europeo, e comincia ad assumere dimensioni rassicuranti. I buoni risultati conseguiti negli ultimi mesi, ottenuti principalmente per il deciso rientro dei prezzi dei prodotti energetici, non debbono, comunque, indurre a trascurare le insidie che si nascondono nel percorso di ridimensionamento dei tassi di variazione dei prezzi. Le pregresse tensioni accumulate nei bilanci delle imprese lungo la filiera che collega importazioni, prezzi alla produzione e all’ingrosso, fino al comparto della distribuzione finale, sono ancora presenti. Il contenimento delle dinamiche inflazionistiche rappresenta, indubbiamente, un solido presupposto per una seconda parte dell’anno più dinamica in termini di attività produttiva. Ma questo non significa che le perdite di potere d’acquisto di redditi e ricchezza liquida non abbiano già oggi impatti negativi sia sul versante dei consumi delle famiglie sia della crescita”: così l’Ufficio Studi di Confcommercio.

 

Altre notizie e approfondimenti sono disponibili nel nostro focus dedicato ai dati Istat. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

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