L'AUMENTO DELLE SPESE FISSE

L'AUMENTO DELLE SPESE FISSE

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29 novembre 2007
L’AUMENTO DELLE SPESE FISSE

L’aumento delle spese fisse

 

Le retribuzioni da lavoro dipendente e i trattamenti pensionistici hanno teoricamente migliorato in questi ultimi anni il proprio potere d’acquisto. Sono cresciuti anche più dell’inflazione, ma le famiglie risultano gravate da un livello troppo elevato delle spese «obbligate» (affitti, utenze domestiche, spese per servizi di trasporto e carburanti, per citare i capitoli più significativi) e dall’aumento dei costi dei mutui e del credito al consumo che hanno ulteriormente compresso il redito disponibile in conseguenza del recente aumento dei tassi di interesse. Si tratta di vincoli che abbassano la capacità di spesa per beni durevoli e non durevoli e per servizi complementari alla fruizione del tempo libero, i quali rappresentano la struttura portante nella crescita dei consumi e, quindi, del benessere delle famiglie.

Dal 1970 ad oggi, infatti, la quota delle cosiddette spese obbligate sul totale dei consumi è cresciuta dal 20,4% al 28,1% del 2007, mentre la quota dei consumi liberi, corrispondenti ai commercializzabili in senso stretto, ha subito una compressione, ormai strutturale, che ne ha ridotto l’incidenza sulla spesa totale passando dal 59% del 1970 al 41,7% del 2007.

Le ragioni di questo ridimensionamento delle spese libere risiedono nello sviluppo dei prezzi delle spese obbligate: ciò genera compressione del reddito disponibile per le spese commercializzabili in senso stretto, che più direttamente determinano il benessere dei consumatori.

Basti pensare che negli ultimi ventisette anni, i prezzi dei beni e servizi rientranti nelle spese obbligate sono cresciuti ad un tasso medio annuo del 6,5%, contro il 4,9% dei beni commercializzati in senso stretto, con una velocità d’inflazione dei primi rispetto ai secondi, cioè, superiore di quasi un terzo.

Ma un ruolo importante, nel fenomeno di compressione dei consumi liberi, è giocato dai fattori demografici. Infatti, la maggior parte delle spese obbligate, ad esempio quelle legate alla gestione dell’abitazione, è soggetta a economie di scala nel consumo. In altre parole, la spesa pro capite, a parità di benessere goduto, scende quando la famiglia è più numerosa (il benessere pro capite, quindi, costa meno). Spese come quelle per l’illuminazione domestica o il gas per la cottura sono largamente divisibili. Il processo di riduzione del numero medio dei componenti familiari nel nostro paese ha, dunque, sostenuto l’incremento delle spese obbligate pro capite e, quindi, in aggregato.

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