L'Italia resta sotto la lente Ue per debito e competitività

L'Italia resta sotto la lente Ue per debito e competitività

Il nostro Paese resta tra quelli sui quali la Commissione Ue vigila in modo approfonditio per squilibri macroeconomici "eccessivi". A febbraio 2016, Bruxelles pubblicherà 'pagelle' più approfondite che guardano nel dettaglio le cause del persistere degli squilibri.

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23 novembre 2015

Per il terzo anno consecutivo l'Italia presenta squilibri macroeconomici "eccessivi", soprattutto debito elevato e scarsa competitività, e la Commissione Ue la lascia nel gruppo dei Paesi su cui vigila in modo approfondito. Il gruppo è sempre più ampio, e da un anno comprende anche la Germania per via del suo surplus che non accenna a diminuire. Si tratta di 18 Paesi in tutto per i quali, a febbraio 2016, Bruxelles pubblicherà delle'pagelle' più approfondite che guardano nel dettaglio le cause del persistere degli squilibri. I dati presi in considerazione dalla Commissione nel rapporto pubblicato oggi sono relativi al 2014. Quest' anno, oltre agli indicatori tradizionali (debito, disoccupazione, prezzo delle case, investimenti, costo del lavoro, passività bancarie, export, credito ai privati) se ne sono aggiunti tre sul lavoro, che misurano il tasso di attività della popolazione (tra 16 e 54 anni), la disoccupazione a lungo termine e quella giovanile. Questo, spiega Bruxelles, per cercare di avere un quadro più chiaro anche della dimensione sociale. Nella classifica aggiornata, si legge nel documento, per l'Italia "sono diversi gli indicatori che oltrepassano le soglie di riferimento, in particolare perdita di quote di export, debito, disoccupazione e aumento di quella giovanile". Assieme mal debito elevato, "salito nel 2014 a causa di crescita e inflazione basse", l'altro nodo è la competitività, sotto osservazione di Bruxelles da tre anni. "Il calo della produttività e la bassa inflazione trattengono la riconquista della competitività", spiega il rapporto, che punta il dito anche contro il calo del rapporto investimenti-Pil, indice di "debolezza economica" parzialmente dovuto ad "un' ulteriore contrazione del credito nel 2014".  Il flusso del denaro infatti, "nonostante alcuni miglioramenti da metà 2014, continua a risentire della grande quantità di crediti deteriorati". Infine, la disoccupazione ha avuto il suo picco nel 2014 ma resta elevata assieme a quella giovanile e quella di lungo termine. Anche gli indicatori sociali e sulla povertà sono stabili, ma "a livelli preoccupanti". Il debito elevato, scrive la Commissione, è "fonte di preoccupazione in molti Paesi nonostante l'assenza di rischi esterni", perché "combinato a un calo di crescita potenziale o competitività, aumenta la probabilità di traiettorie debito-Pil instabili e la vulnerabilità agli shock". E' il caso, sottolinea, di Italia, Francia e Belgio. Anche per questo il commissario agli affari economici Pierre Moscovici spiega che, con l'Italia, l'appuntamento è in primavera perché al momento la Commissione ritiene che la legge di stabilità italiana "sia a rischio di non conformità nonostante la ripresa e le riforme, e ci siamo dati appuntamento alla primavera per vedere fino a che punto possa beneficiare di flessibilità supplementare".

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