Giugno "top" per il mercato del lavoro

Giugno "top" per il mercato del lavoro

Secondo i dati Istat, rispetto al mese precedente all’aumento degli occupati si associa la diminuzione dei disoccupati e degli inattivi.

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1 agosto 2023

Un mese record dove tutti gli incastri vanno al loro posto. Così potremmo definire i risultati emersi dalla rilevazione Istat di giugno sul mercato del lavoro (link ai dati completi in pdf). L’occupazione cresce dello 0,3%, pari a +82mila unità per uomini e donne, per tutte le classi d’età e per i dipendenti, calando solo tra gli autonomi. Il tasso di occupazione sale al 61,5% (+0,2 punti). Il numero di persone in cerca di lavoro, rispetto a maggio, diminuisce del 2,3%, pari a -44mila unità per uomini e donne e per tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,4% (-0,2 punti ), quello giovanile al 21,3% (-0,4 punti). Prosegue la crescita dell’occupazione e il numero degli occupati sale a 23,590 milioni; mentre rispetto a giugno 2022, gli occupati sono 385 mila in più, per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine. Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni cala dello 0,3%, pari a -43mila unità per entrambi i sessi e tra gli over 24, restando sostanzialmente stabile tra i più giovani.

Gennaio 2018 – giugno 2023, valori assoluti in milioni, dati destagionalizzati

 

Il tasso di inattività scende al 33,5% (-0,1 punti). L’incremento del numero di occupati si osserva anche confrontando il secondo trimestre 2023 con il primo (+0,6%, pari a +147 mila unità). La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4%, pari a -80 mila unità) e degli inattivi (-0,5%, pari a -60 mila unità). L’aumento degli occupati coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa; il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,1 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+0,7 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva. Rispetto a giugno 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-8,7%, pari a -178 mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,2%, pari a -280 mila).

Altre notizie e approfondimenti sono a tua disposizione nel nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

 

Confcommercio: "Bene i dati sul lavoro dipendente, stenta quello autonomo" 

Commentando i dati Istat su occupati e disoccupati a giugno, l'Ufficio Studi Confcommercio ha sottolineato che "il mercato del lavoro italiano prosegue nelle sue performance positive: anche a giugno si registra una crescita degli occupati su base mensile di tre decimi di punto, la più elevata nel semestre, che su base annua sfiora il 2%, circa 385mila unità in più. Spostando il confronto sulle medie trimestrali, il secondo quarto dell’anno evidenzia una crescita congiunturale dell’occupazione dello 0,6%, un incremento di quasi 150mila unità, realizzatosi tuttavia in presenza di un calo del prodotto, diffuso nella stima preliminare del PIL, dello 0,3%". "Una possibile interpretazione di tale aspetto, apparentemente contraddittorio - ha aggiunto il direttore dell'Ufficio Studi Mariano Bella - potrebbe risiedere nel fatto che le imprese, sulla scorta di un primo trimestre particolarmente positivo e di un sentiment a medio termine ancora favorevole, abbiano programmato di espandere i propri livelli occupazionali, soprattutto nei comparti dei servizi, il cui valore aggiunto ha registrato un lieve aumento nel periodo aprile-giugno rispetto al trimestre precedente. L’elemento di fragilità del quadro complessivo resta la dinamica gravemente stentata del lavoro indipendente: ancora in riduzione assoluta congiunturale e in crescita solo dello 0,6% rispetto a un anno prima, contro una variazione tendenziale dell’1,9% dell’occupazione alle dipendenze".

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