A Torino imprese in "campo" per la Tav

A Torino imprese in "campo" per la Tav

Tremila imprenditori di Confcommercio, Confindustria, Confapi, Cna, Confesercenti, Confagricoltura, Confartigianato, Lega delle Cooperative e Confcooperative hanno partecipato all'iniziativa "Infrastrutture per lo sviluppo. Tav, l'Italia in Europa", organizzata per chiedere al governo un impegno a realizzare le grandi opere.

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3 novembre 2018

Tremila imprenditori sono arrivati da tutta Italia alle Ogr, le ex Grandi Officine Riparazioni di Torino, dove si riparavano i treni dalla metà dell'800, per la manifestazione organizzata per sollecitare il rilancio delle infrastrutture a partire dalla Torino-Lione. Presenti dodici associazioni d'impresa, che complessivamente rappresentano 13 milioni di lavoratori e oltre il 65% del Pil.  All''incontro 'Infrastrutture per lo sviluppo. Tav, l'Italia in Europa hanno partecipato i presidenti nazionali di Confindustria, Casartigiani, Ance, Confapi, Confesercenti, Confagricoltura, Legacoop, Confartigianato, Confcooperative, Confcommercio (vedi l'articolo dedicato all'intervento di Carlo Sangalli, ndr), Cna e Agci. In apertura dei lavori Roberto Zucchetti, professore della Bocconi, ha spiegato che "con una economia come quella italiana, che basa oltre il 30% del proprio Pil sull'export, investire sulle infrastrutture è una condizione fondamentale di sviluppo". "Un treno standard europeo - ha aggiunto Zucchetti - può già oggi sostituire almeno 60 tir, con un risparmio sul trasporto delle merci almeno del 30%. E sul fronte del lavoro, ferrovia e strada non sono in concorrenza: gli autisti porteranno le merci dall'azienda alla stazione, e la sera torneranno a casa, sarà lavoro migliore e forse gli italiani torneranno a volerlo fare". "Senza la Tav Torino-Lione - ha rimarcato - presto non ci sarà più trasporto ferroviario verso la Francia, perché il traforo attuale è già oggi fuori dagli standard di sicurezza. E' una scelta non tecnica ma politica e sociale: se le nuove generazioni non ci interessano - ha concluso - non facciamo la Tav". Vediamo in sintesi i vari interventi.

Boccia (Confindustria): "la nostra pazienza è quasi al limite"

"Se siamo qui significa che siamo a un punto quasi limite, per mettere insieme 12 associazioni tra cui alcune concorrenti tra loro. Se siamo qui tra artigiani, commercianti, cooperative, industriali, qualcuno si dovrebbe chiedere perché". Così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, per il quale "la politica è una cosa troppo importante per lasciarla solo ai politici. Noi stiamo facendo proposte di politica economica per evitare danni al Paese. Lo stiamo facendo con una logica di rispetto delle istituzioni, certo che se qualche ministro quando gli facciamo una proposta ci chiede una mail, ci costringe a fare operazioni come questa di Torino. Il problema evidentemente non siamo noi". "Il messaggio – ha concluso – è sì alla Tav, sì alle infrastrutture, sì alla crescita. Un messaggio importante sulla manovra che è debolissima sulla crescita e su un governo, di cui una parte ribatte addirittura creando ansia sulla chiusura dei cantieri, perché la Tav Torino-Lione è un cantiere, non un progetto".

Vaccarino (Cna): "senza infrastrutture non c'è crescita"

"Non si può fermare la crescita del Paese. E non si può fermare la Tav". Ad affermarlo, il presidente nazionale della Cna Daniele Vaccarino, per il quale "senza infrastrutture non c'è crescita. Se ai segnali di rallentamento dell'economia che si avvertono si aggiunge il no alle infrastrutture, il rischio di avere una caduta di fiducia è grande. Tutti insieme dobbiamo far crescere il Paese".

Buia (Ance): "dannoso mettere in discussione cantieri già avviati"

"Mettere in discussione cantieri già avviati è dannoso sia per lo Stato  che per i cittadini: un paradosso in un Paese che negli  ultimi dieci anni ha dimezzato gli investimenti in opere  pubbliche, determinando un gap infrastrutturale pari a 84  miliardi di euro". Per l'Ance non si può rimettere ogni volta in discussione i cantieri già in corso: "negli ultimi 8 anni la programmazione è stata rivista 5 volte, causando numerosi stop agli iter realizzativi. E' così che nascono le incompiute, è così che condanniamo il Paese all'immobilismo".

Giansanti (Confagricoltura): "senza infrastrutture fatica sui mercati"

"Non siamo qui contro qualcosa ma per l'Italia, siamo tutti per  l'Italia, per le infrastrutture e un progetto di crescita". Lo ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, denunciando che senza infrastrutture  "facciamo fatica ad andare sui mercati". Per Giansanti "è arrivato il momento di ascoltare le  politiche delle imprese', sottolineando che al Paese serve  "una forte politica di infrastrutture e una forte politica di  accordi internazionali". 

Merletti (Confartigianato): "non possiamo perdere questo treno"

"Non è nostro compito fare politica, ma oggi vogliamo lanciare un messaggio politico alla politica: le grandi opere servono e il governo del cambiamento dovrebbe effettivamente cambiare qualcosa. Ciò che è fatto è fatto, ciò che è da fare si studi, ma quello che si sta facendo bisogna portarlo a termine e dobbiamo farlo il più velocemente possibile". Così il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, che ha aggiunto: "dire no è sempre molto comodo, sebbene sia strano che a dirlo siano proprio coloro che dovrebbero difendere questo tipo di mobilità. Noi per le nostre aziende abbiamo dato sudore, lavoro, e in qualche caso perfino sangue, perché alcuni di fronte al fallimento delle loro aziende  si sono tolti la vita: non possiamo perdere questo treno".

Paschetta (Confcooperative):  "diritto a mobilità, sì a infrastrutture"

"Noi vogliamo evidenziare il diritto alla mobilità. Le infrastrutture costituiscono un elemento che rende esigibile i nostri diritti di cittadinanza europea. Esse consentono di attuare concretamente la libera circolazione delle merci e delle persone, la cui maggior mobilità fa senza dubbio parte del processo di coesione europea". Così Domenico Paschetta, presidente di Confcooperative Piemonte.

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