Produzione industriale in calo

Produzione industriale in calo

Dopo due mesi di ripresa, la produzione torna in negativo. L'Istat stima per luglio un calo dello 0,7%. Confcommercio: "A rischio l'obiettivo Pil dell'1% per il 2023".

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11 settembre 2023

I dati Istat indicano che a luglio 2023 l'indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce dello 0,7% rispetto a giugno (link ai dati completi in pdf). Al netto degli effetti di calendario, a luglio 2023 l'indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 2,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21, come a luglio 2022). Nella media del periodo maggio-luglio il livello della produzione aumenta dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L'indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l'energia (+3,7%); mentre cala per i beni intermedi (-0,5%), per i beni strumentali (-1,5%) e per i beni di consumo (-1,6%). Tra i principali settori cresce solo quello dei beni strumentali (+3%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-3,7%), l'energia (-4,0%) e i beni intermedi (-4,5%). "Dopo due mesi di crescita congiunturale l'indice destagionalizzato della produzione industriale registra, a luglio, una diminuzione. E', tuttavia, lievemente positivo l'andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi tre mesi. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l'indice generale è in flessione. Guardando ai principali raggruppamenti di industrie si osservano cali diffusi (ad esclusione dei beni strumentali), più marcati per l'energia e i beni intermedi".

PRODUZIONE INDUSTRIALE, INDICE DESTAGIONALIZZATO E MEDIA MOBILE A TRE MESI Gennaio 2018 – luglio 2023 (base 2015=100)

 

Confcommercio: "Quadro in forte rallentamento, a rischio la crescita del 2023"

"Dato perfettamente in linea con quanto già emerso da altri indicatori mensili: in Italia,
come in molti paesi europei, il terzo trimestre comincia all’insegna del rallentamento, se
non dell’arretramento, dell’attività economica
". Questo il commento del direttore dell'Ufficio Studi, Mariano Bella, ai dati della produzione industriale. "Letti singolarmente, i diversi indicatori
possono essere valutati senza particolari allarmismi. Per la produzione industriale e
l’occupazione, per esempio, il ridimensionamento di luglio interviene dopo mesi favorevoli.
E’ il quadro complessivo, invece, che desta preoccupazione".
  "In particolare – prosegue la nota dell'Ufficio Studi - la domanda delle famiglie sembra aver esaurito la spinta al recupero, soprattutto per la componente relativa ai beni, come testimoniano proprio alcune criticità nel dato odierno della produzione industriale. La fiducia delle famiglie, che già mostra segnali di indebolimento, rischia di essere ulteriormente minata dalle tensioni che si sono generate in alcuni mercati delle materie prime energetiche. L’insieme di questi elementi potrebbe prolungare la fase di stagnazione, mettendo a serio rischio il raggiungimento dell’obiettivo di crescita dell’1% nel 2023".

 

Se vuoi approfondire questo specifico argomento puoi visitare il nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

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