Dl reddito pensioni: "I vincoli alle assunzioni frenano la nuova occupazione"

Dl reddito pensioni: "I vincoli alle assunzioni frenano la nuova occupazione"

Rete Imprese Italia in audizione davanti alle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera: il provvedimento va corretto "rafforzando, da una parte, il meccanismo delle condizioni per ottenere il reddito di cittadinanza, dall'altra rimuovendo le rigidità delle assunzioni rappresentate soprattutto dai contratti a tempo pieno e indeterminato".

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4 marzo 2019
Rete Imprese Italia "pur apprezzando la volontà del Governo di combattere la povertà e rilanciare l'occupazione, ritiene  che i vincoli per le assunzioni con il reddito di cittadinanza, se non rimossi, difficilmente creeranno nuova  occupazione in Italia". E' il giudizio espresso da Giorgio Merletti, presidente pro tempore di Rete imprese Italia, nell'audizione sul decreto legge su dl reddito di cittadinanza e pensioni davanti alle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera. Merletti ha inoltre osservato che le risorse destinate a 'Quota 100' "avrebbero giovato di più alla ripresa economica  ed occupazionale se destinate alla spesa per investimenti". Secondo Rete imprese Italia il provvedimento va pertanto corretto "rafforzando, da una parte, il meccanismo delle condizioni per ottenere il reddito di cittadinanza, dall'altra rimuovendo le rigidità delle  assunzioni rappresentate soprattutto dai contratti a tempo pieno e indeterminato". Merletti ha poi evidenziato "la necessità di ripristinare le risorse per i Fondi interprofessionali cui è stato esteso il compito di  finanziare la formazione per il reinserimento nel mercato del  lavoro dei beneficiari del reddito di cittadinanza". Rete Imprese Italia ritiene poi necessario un attento monitoraggio degli interventi su ‘Quota 100' giudicata "una misura estremamente onerosa che occorre contemperare con la necessità di garantire la sostenibilità del sistema pensionistico italiano. Inoltre andrà ad aggiungersi alle misure strutturali e sperimentali degli ultimi anni, alimentando una normativa previdenziale estremamente complessa che rende difficile la programmazione sia per le aziende che per i lavoratori di volta in volta interessati".
 

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