Rivolta: "La riforma del lavoro non ha colto nel segno"

Rivolta: "La riforma del lavoro non ha colto nel segno"

Convegno Confcommercio sulla riforma del mercato del lavoro. Il direttore generale: "L'Ue ci chiedeva un riordino degli ammmortizzatori sociali e più flessibilità in uscita". "Intervenire sul costo del lavoro e modificare gli strumenti di controllo"

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12 giugno 2012

Si è tenuto giovedì, presso la sede di Piazza Belli a roma, il convegno Confcommercio sulla Riforma del mercato del lavoro. Sono intervenuti il Direttore Generale di Confcommercio, Francesco Rivolta, il Ministro del Welfare e del Lavoro, Elsa Fornero, i Senatori della Commissione Lavoro, Tiziano Treu e Maurizio Castro e i giornalisti economisti, Oscar Giannino e Marco Panara. Ad aprire il convegno è stato il direttore generale Rivolta che, nella sua relazione introduttiva, ha sottolineato che la riforma "non ha colto nel segno". "L'Europa - ha detto Rivolta - ci chiedeva un riordino degli ammortizzatori sociali e piu' flessibilita' in uscita. Non si doveva modificare la flessibilita' in entrata che, grazie alla legge Biagi, ha creato 3 milioni di posti di
lavoro". "Sin dall'inizio - ha detto Rivolta - abbiamo evidenziato che il rischio che si realizzasse un quadro rigido del mercato del lavoro, ricordando che il problema più grande del mercato del lavoro italiano non sono i contratti temporanei, bensì il lavoro nero e la mancanza di percorsi di occupabilità, da realizzare attraverso una maggiore e migliore integrazione tra la scuola e il lavoro oltre, naturalmente, ad una reale ripresa dell'economia e dei consumi interni". Parlando del sistema degli ammortizzatori poi, Rivolta ha ricordato che "l'introduzione di un nuovo sistema di ammortizzatori, per essere efficace, deve essere accompagnato da una adeguata strumentazione di controllo, rispetto ai requisiti ed alle casistiche di accesso, rispetto al reddito effettivo dei beneficiari, rispetto anche al fatto che chi riceve un sussidio si attivi, anche in prima persona per trovare un nuovo lavoro". "E' una riforma dunque - ha aggiunto Rivolta - che deve disporre anche di adeguate risorse pubbliche da investire, a partire dal riorganizzare quanto già si spende e dando vita ad una più efficace rete di servizi, soprattutto riguardo all'impiego, che veda coinvolte le organizzazioni di imprese". "Il premier Monti e il ministro Fornero - ha concluso Rivolta - si sono detti disponibili a modifiche, vedremo. Per ora la nostra posizione e' critica. Siamo pronti con le nostre proposte a discuterne". Hanno preso poi la parola i due relatori della legge nella Commissione Lavoro di Palazzo Madama: il senatore Tiziano Treu del Partito Democratico e il suo collega Maurizio Castro del Pdl. Secondo Treu, la riforma non è perfetta, ma contribuisce all' ammodernamento del Paese". Treu ha poi sottolineato come siano state fatte cose positive sia sulla flessibilità in uscita "che è diventata molto più europea" che su quella in entrata. ''E' sbagliato - ha aggiunto Treu - caricare la riforma di troppe aspettative'. Il problema della legge sono gli strumenti per farla funzionare". Per il senatore Castro la riforma non ingessa troppo ed è soddisfacente. "Il duro lavoro e il negoziato - ha ricordato - hanno migliorato il contratto a termine, l'apprendistato, gli stagionali, i voucher, la bilateralità e la decontribuzione". "Si poteva fare qualcosa di più - ha osservato Castro - sulla regolamentazione dell'orario di lavoro".

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