Sangalli: "Diciamo sì allo sviluppo, sì agli investimenti strategici"

Sangalli: "Diciamo sì allo sviluppo, sì agli investimenti strategici"

Il presidente di Confcommercio ha sottolineato che "per l'economia dei servizi la Torino-Lione sarebbe uno straordinario valore aggiunto". "Le carenze infrastrutturali costano all'Italia circa 34 miliardi di euro l'anno in termini di Pil".

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3 dicembre 2018

"Oggi siamo  qui per dire sì allo sviluppo. Sì agli investimenti strategici. Sì a un Paese che sa andare oltre le proprie  fragilità strutturali". Lo ha affermato il presidente di   Confcommercio, Carlo Sangalli, parlando a Torino nel corso dell'iniziativa "Infrastrutture per lo sviluppo. Tav, l'Italia in Europa". 'Oggi il tempo necessario per compiere la  tratta Torino-Lione è di poco inferiore alle 4 ore e nel  2030, con la nuova infrastruttura, scenderà a meno di 2, così da connettere il nostro Paese all'Europa. Con la  Torino-Lione si completerebbe, insomma, quella 'Metropolitana d'Europa' in grado di integrare ulteriormente e naturalmente  il nostro Paese anche nei flussi turistici e commerciali europei, ha aggiunto Sangalli. "Al di là dei passeggeri che si riconvertirebbero al treno da altri mezzi di trasporto (si parla di due milioni e mezzo di viaggiatori) con significativi effetti sull'impatto ambientale, ci sarebbe sicuramente un aumento importante di flussi", ha continuato  il presidente di Confcommercio, sottolineando che "proprio per l'economia dei servizi - che non lo dimentichiamo: vale  due terzi del Pil e il 40% dell'occupazione del nostro Paese - la Torino-Lione sarebbe così uno straordinario valore  aggiunto". Per Sangalli, "insieme a Torino, la stessa Milano capitale del terziario avanzato, sarebbe infatti finalmente e pienamente connessa all'Europa", tanto più che "quella che abbiamo davanti è troppo spesso l'immagine di un Paese fragile, come abbiamo visto in occasione della tragedia del ponte di Genova, che si salva solo grazie alla tenuta delle  comunità, del volontariato, dei cittadini, degli  imprenditori. Ma la buona volontà non basta quando i costi sono enormi. Le carenze infrastrutturali e le conseguenti inefficienze logistiche e limiti di accessibilità costano, infatti, all'Italia circa 34 miliardi di euro l'anno in termini di Pil. Si tratta di un 'mobility divide' che ogni imprenditore si porta oggi sulle spalle, nella competizione globale", ha concluso Sangalli. 

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