Spesa pubblica e pressione fiscale, manca la svolta
Spesa pubblica e pressione fiscale, manca la svolta
La legge di Stabilità in discussione in Parlamento non taglia la spesa pubblica. Anzi, nel 2014 determina maggiori spese nette per oltre 3,7 miliardi e solo a partire dal 2015 la spesa si riduce per arrivare a 6 miliardi nel 2016. E la pressione fiscale cala davvero di poco (-0,1%), se è vero che le imposte nette diminuiscono nel 2014 di appena 1,2 miliardi. E' il dato principale che emerge dallo studio del Cer "La legge di Stabilità per il 2014: un passo incompiuto verso la riduzione della pressione fiscale", presentato a Venezia nel corso del Forum dei Giovani imprenditori. Molti i dati interessanti sottolineati dal Cer: le risorse restituite al sistema dal provvedimento rimangono limitate: 2.7 miliardi contro i 60 miliardi del 2012 e i 18 miliardi del 2013. Non solo: basterà attendere il 2016 per vedere un nuovo aumento delle entrate nette di 1,1 miliardi. Addio, quindi, all'iniziale riduzione della pressione fiscale. Che, peraltro, è sempre soggetta al pericolo che vengano meno alcune delle coperture indicate, con il relativo scatto delle clausole di salvaguardia che comporterebbe aumenti delle accise e degli acconti di imposta. Più in generale, la legge ripropone un vizio consueto: le risorse che arrivano da maggiori entrate superano quelle ottenute attraverso minori spese (il 63 per cento nel 2014 e 56 per cento nel 2016 ). Le dimensioni della manovra, conclude il Cer, sono comunque insufficienti a compensare la restrizione fiscale ereditata dai precedenti interventi. L'effetto complessivo della manovra di finanza pubblica rimarrà infatti restrittivo per 13 miliardi nel 2014, per 7 miliardi nel 2015 e ancora per 3 miliardi nel 2016.