Studi di settore, cambiano le regole

Studi di settore, cambiano le regole

L'Agenzia delle Entrate ha diffuso la circolare per l'applicazione delle nuove norme. Non sfugge al fisco chi chiude un'attività e poi ne riapre un'altra in pochi mesi. Niente 'studi' per gli anziani titolari di piccoli negozi.

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28 maggio 2007
Studi di settore, cambiano le regole

Studi di settore, cambiano le regole

 

Il fisco corre ai ripari per frenare gli studi di settore previsti dalla Finanziaria che le categorie considerano troppo aggressivi. Individua così una possibilità di intervento. Le anomalie che potrebbero emergere nella prima applicazione di criteri più incisivi - che evidenziano ad esempio incoerenze tra i ricavi e i compensi dichiarati - possono essere corrette dal 'contraddittorio' fisco-cittadino. I funzionari dell’amministrazione finanziaria ascolteranno le ragioni (suffragate da dati) dell’imprenditore o del lavoratore autonomo e, nel caso, correggeranno l’applicazione automatica degli 'studi'.

L’Agenzia delle Entrate ha infatti diffuso una corposa circolare per applicare le nuove norme sugli studi di settore prevista dalla legge Bersani-Visco e dall’ultima Finanziaria. Sono così stati fissati i criteri per identificare le attività marginali, tra le quali sono previste anche le piccole botteghe tenute da un commerciante oramai anziano. Ma sono stati anche introdotti alcuni paletti anti-furbi: chi chiude l‘attività nel corso dell'anno, ma poi ne riapre una analoga entro sei mesi, non potrà più sfuggire allo screening che viene svolto con gli studi.

Ecco i principali punti della circolare con la quale il fisco scioglie i nodi più controversi e accoglie alcuni richieste sull’applicazione degli studi al tavolo di confronto con le categorie istituito dal vice-ministro Vincenzo Visco.

CONTRADDITTORIO ANNULLA-ANOMALIE: gli studi di settore prevedono ora l’applicazione di indicatori di normalità economica, per segnalare eventuali anomalie rispetto a comportamenti normali degli operatori del settore. Ma ora i funzionari del fisco potranno valutare gli elementi - magari di carattere straordinario - forniti dal contribuente durante il 'contraddittorio' per valutare ed eventualmente correggere i maggiori ricavi che emergono con l’applicazione automatica degli 'studi'.

I MARGINALI: per le imprese che svolgono l’attività in condizioni di marginalità economica, l’ufficio dovrà tener conto degli effetti penalizzanti che derivano da alcuni indicatori ('Valore aggiunto per addetto' e 'Redditivita' dei beni mobili strumentali'). Vengono identificati i criteri per la marginalità: la localizzazione territoriale dell’attività, le ridotte dimensioni del mercato servito, l’età del contribuente, la limitata dotazione di beni strumentali o l’obsolescenza degli stessi, l’assenza di dipendenti e l’assenza di costi relativi a servizi.

STOP A MAGGIORAZIONE 3%: viene stabilito che la maggiorazione del 3% non si applica, per il periodo d’imposta 2006, nei casi in cui trovano applicazione gli indicatori di normalità. L’Agenzia ha infatti ritenuto che l’introduzione dei predetti indicatori ha comportato un diverso meccanismo di stima dei ricavi o compensi presunti rispetto a quelli in vigore lo scorso anno. Pertanto, l’intervento è stato assimilato ad una vera e propria 'Revisione' degli studi.

PIU' SANZIONI DA 2007: scatteranno solo dal 2007 le nuove sanzioni 'incrementative' per le omesse o infedeli dichiarazioni dei dati o per l’indicazione di cause di esclusione degli studi. Le norme erano state introdotte dalla Finanziaria 2007.

STOP A 'CHIUSURE FURBE': la circolare fornisce chiarimenti sull’applicazione degli studi in caso di chiusura di attività. Non eviterà questi controlli chi riapre entro sei mesi un’attività analoga: sarà considerata 'prosecuzione di una preesistente attività svolta da un altro soggetto'.

AUTO NON STRUMENTALI: altri paletti vengono introdotti in materia di deducibilità delle auto non strumentali, con chiarimenti su come considerare le spese e le altre componenti negative ai fini della determinazione dei redditi.

LIMITI A CONTROLLI NON PER TUTTI: lo stop all’utilizzo di 'accertamenti presuntivi' nei confronti dei soggetti che risultano 'congrui' agli studi di settore, non riguarda tutti gli accertamenti. In particolare, precisa la circolare, la limitazione non si applica agli accertamenti che partono da 'presunzioni dedotte da rapporti ed operazioni finanziarie e operazioni di acquisto o di cessione ai fini Iva'.

 

 

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