Tremonti: "moratoria sui crediti delle imprese"

Tremonti: "moratoria sui crediti delle imprese"

All'Assemblea Abi, il ministro dell'Economia ha proposto l'adozione di un "avviso comune", che preveda anche "una moratoria sulle scadenze dei crediti delle imprese". Draghi: "il credito al settore privato rallenta ancora".

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8 luglio 2009
Un “nuovo inizio” che prenda la forma di “un avviso comune”, uno “sforzo” che preveda anche “una moratoria sulle scadenze dei

Un “nuovo inizio” che prenda la forma di “un avviso comune”, uno “sforzo” che preveda anche “una moratoria sulle scadenze dei crediti delle imprese”. E’ quanto ha proposto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti parlando dal palco dell’Assemblea dell’Abi. “E’ arrivato il tempo per il nuovo inizio. Abbiamo comune responsabilità per il nostro Paese. Quanto fatto è stato necessario. Ma ora, proprio ora, può essere necessario fare di più. Qualcosa che può prendere un avviso comune da produrre subito prima di agosto.

Nel rispetto delle regole del patrimoni o delle banche, su base non obbligatoria e volontaria. Possono prendere la forma di uno sforzo ulteriore quanto di una moratoria sulle scadenze più pressanti dei crediti delle imprese”, ha specificato Tremonti.

Da parte sua il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nel suo intervento ha tra l’altro affermato che “il credito al settore privato rallenta ancora”, anche se “la contrazione riguarda le imprese, mentre i prestiti alle famiglie continuano a espandersi, benché a ritmi nettamente inferiori a quelli degli ultimi anni”. Draghi ha aggiunto che “è particolarmente intensa la decelerazione dei prestiti erogati dai gruppi bancari maggiori”.

Le banche devono concedere il credito ma rispettando i criteri professionali. Così il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, nel suo intervento all’Assemblea annuale ha risposto indirettamente alle imprese che chiedono una maggiore semplificazione della concessione del credito. “Non sarebbe utile – ha spiegato - un sistema bancario che concedesse il credito, cioè le risorse finanziarie di depositanti, obbligazionisti e azionisti, sulla base di criteri non puramente professionali”. In questo modo, ha aggiunto, “la fiducia ne risulterebbe negativamente segnata, come mostrano le esperienze che il nostro Paese ha già vissuto. Ciò si rivelerebbe, nel medio periodo, un errore dalle gravi conseguenze”.

“Le banche devono agire con maggior spirito imprenditoriale nel senso della concessione del credito. Devono agire con la capacità di business e non soltanto sulle garanzie che vengono date”. Questo, infine, l’appello lanciato dal ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola.

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