Vendite al dettaglio, a gennaio torna il segno meno

Vendite al dettaglio, a gennaio torna il segno meno

Le stime preliminari dell’Istat indicano un calo dello 0,5% in valore e dello 0,7% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua c’è un aumento dell'8,4% in valore e del 7,3% in volume. Confcommercio: “a rischio la ripresa dei consumi”.

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8 marzo 2022

Inversione di marcia a gennaio per le vendite al dettaglio, che dopo il buon risultato di dicembre scendono dello 0,5% in valore e dello 0,7% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua c’è un aumento dell'8,4% in valore e del 7,3% in volume. Nel trimestre novembre 2021-gennaio 2022, le vendite al restano stazionarie in valore e calano dello 0,5% in volume.

Variazioni percentuali e tendenziali in valore e volume, gennaio 2022. Fonte: Istat

Secondo le stime preliminari dell’Istat (link ai dati completi in pdf), nel confronto con dicembre 2020 calano tanto le vendite dei beni alimentari (-0,1% in valore e -0,7% in volume) quanto quelle di beni non alimentari (-0,8% in valore e in volume). All’aumento su base annua contribuiscono soprattutto le vendite di beni non alimentari (+14,2% in valore e +14,8% in volume), con in testa i Prodotti farmaceutici (+30,2%), seguiti da Giochi, giocattoli, sport e campeggio (+21,6%) e Abbigliamento e pellicceria (+20,5%). Le vendite dei beni alimentari, invece, aumentano di poco in valore (+2,2%) e scendono in volume (-1,6%). Rispetto a gennaio 2021, il valore delle vendite al dettaglio cresce per la grande distribuzione (+6,1%), le imprese operanti su piccole superfici (+12,5%) e le vendite al di fuori dei negozi (+4,2%) mentre diminuisce il commercio elettronico (-2,1%).

 

Confcommercio: “a rischio la ripresa dei consumi”

“Come atteso, a gennaio 2022 le vendite al dettaglio hanno evidenziato una riduzione congiunturale. La ripresa rischia di spegnersi, a partire proprio dai consumi”. Così l’Ufficio Studi di Confcommercio che sottolinea che “non devono ingannare le variazioni registrate su base annua da alcuni segmenti di consumo non alimentare frutto del confronto con un mese in cui nel 2021 erano ancora molte le attività, ed i territori, sottoposti a forti restrizioni. Le maggiori opportunità che si hanno oggi rispetto a un anno fa di realizzare gli acquisti nei luoghi fisici si leggono anche nei segnali di rallentamento rilevati per il commercio on line, dopo le forti crescite degli ultimi due anni, peraltro concentrate proprio nell’ambito dei beni”.

“Le riduzioni congiunturali e il rallentamento nei tassi tendenziali, che si osservano in un contesto in cui i livelli di spesa non hanno affatto recuperato i valori del 2019, rischiano di proseguire e di peggiorare nei prossimi mesi. Le consistenti pressioni sui prezzi, a partire dai costi dell’energia, sono destinate a depotenziare l’ipotesi di trasformare buona parte della ricchezza liquida accumulata durante la pandemia in consumi reali, vero propellente per la crescita prevista per il 2022. Considerando anche le recenti tensioni internazionali, che non giovano certo al rilancio della propensione al consumo, si avvia il processo di revisione al ribasso delle valutazioni sul PIL dell’anno  in corso. L’incertezza non è sul verso delle revisioni quanto piuttosto sull’entità del ribasso. Nelle condizioni attuali appare ottimistico anche un target al 3,9-4%”, conclude l’Ufficio Studi.

 

Per novità e approfondimenti su questo specifico argomento puoi visitare il nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

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