Vendite al dettaglio, continua il rallentamento
Vendite al dettaglio, continua il rallentamento
A luglio +0,4% in valore e -0,2% in volume rispetto al mese precedente, stessa dinamica su base annua (rispettivamente +2,7% e -4,5%). Confcommercio: "Sembra finita la spinta post pandemica".
Dopo il risultato sostanzialmente negativo del mese precedente, anche a luglio si conferma il rallentamento sul fronte dei consumi. Le stime preliminari rese note dall’Istat (link ai dati completi in pdf) indicano infatti per le vendite al dettaglio un aumento congiunturale dello 0,4% in valore e un calo dello 0,2% in volume, mentre su base annua c’è una crescita del 2,7% in valore e una diminuzione in volume del 4,5%. Nel trimestre maggio-luglio 2023 le vendite aumentano in valore (+0,7%) e diminuiscono in volume (-0,6%) in termini congiunturali.
Rispetto a giugno crescono in valore (+0,8%) le vendite dei beni alimentari, mentre quelle in volume sono stazionarie. Per i non alimentari, invece, lieve aumento in valore (+0,1%) e diminuzione in volume (-0,4%). Su base annua si registra un +5,6% in valore e un -4,7% in volume per gli alimentari e un +0,5% e un -4,3% in valore per i non alimentari. Per quanto riguarda questi ultimi l'aumento maggiore riguarda i prodotti di profumeria e cura della persona (+7,5%), mentre il calo più consistente concerne elettrodomestici, radio, tv e registratori (-4,7%) e dotazioni per l'informatica, telecomunicazioni, telefonia (-3,6%).
Commercio al dettaglio, indice destagionalizzato e media mobile a tre mesi. Gennaio 2018- luglio 2023. Fonte: Istat
In confronto a luglio 2022 il valore delle vendite è in crescita per la grande distribuzione (+5,5%), le vendite al di fuori dei negozi (+2,3%) e il commercio elettronico (+2%), mentre è in lieve calo per le imprese operanti su piccole superfici (-0,1%).
Confcommercio: "Sembra finita la spinta post pandemica"
Commentando i dati Istat sulle vendite al dettaglio, l'Ufficio Studi Confcommercio ha sottolineato che "la stima delle vendite al dettaglio di luglio è coerente con la fase di rallentamento economico, fenomeno generalizzato in Europa. La riduzione non è di intensità particolarmente rilevante e viene registrata dopo la revisione al rialzo del mese precedente, operazione, anche in questo caso, condivisa da tanti altri paesi europei".
"In Italia - sottolinea il direttore Mariano Bella - il ridimensionamento della domanda è diffuso tra i prodotti, mentre, per quanto riguarda i canali, colpisce in misura più significativa le imprese di minori dimensioni. Se il dato puntuale non è allarmante, è, invece preoccupante il quadro che si sta delineando mettendo a sistema gli indicatori congiunturali relativi a terzo trimestre. Sono declinanti l’occupazione, la fiducia di famiglie e imprese e le vendite al dettaglio, dentro un quadro internazionale fattosi più cupo a causa di sporadici ma significativi segnali di rialzo dei corsi delle materie prime energetiche. Rispetto alle attese, potrebbe essere meno brillante lo stesso contributo del turismo". Secondo Bella, "sembra finita la spinta reattiva post-pandemica e il rischio di tornare a tassi di crescita dello “zero virgola” comincia a farsi molto concreto. Per l’anno in corso, lo stesso traguardo di una variazione del PIL all’1% è adesso in discussione".
Per altre notizie e approfondimenti puoi visitare il nostro focus sui dati Istat. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.