"Mezzogiorno 2007-2013 Partecipazione e responsabilità alla prova del cambiamento. Vivere da impresa"

"Mezzogiorno 2007-2013 Partecipazione e responsabilità alla prova del cambiamento. Vivere da impresa"

Napoli, 24 settembre 2007

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24 settembre 2007
QUANTO HAI GUADAGNATO

 

Cari Amici,

in primo luogo desidero ringraziare il Ministro Bersani ed il Vice Ministro D’Antoni per aver voluto invitare la Confederazione a questo evento. Affronterò l’argomento del “vivere da impresa� nel Mezzogiorno partendo da alcune considerazioni di carattere generale per poi passare rapidamente all’esame di alcune problematiche e proposte.

 

E’ necessario innanzitutto non contrapporre la questione meridionale con quella che è stata chiamata, forse provocatoriamente, “questione settentrionale�, termine a cui si è fatto ricorso a valle dei risultati delle elezioni politiche dello scorso anno. Fummo proprio noi, in quella occasione, ad evidenziare che in nostro ragionare dei “perché� del Nord, fosse finalizzato a capire le esigenze dell’Italia del domani: di tutta l’Italia, di un’Italia unita. Unita nel senso dato dallo stesso Governatore della Banca D’Italia, Draghi, con uno sviluppo del Nord ampiamente dipendente da quello del Sud. Unita dall’essere completamente calata nel processo di costruzione europea ed in quello di globalizzazione.

 

Ma anche connotata da problemi e situazioni specifiche, perché non è possibile disconoscere il permanere di una tematica “Mezzogiorno� nella quale i problemi comuni si manifestano in scala, spesso, drammaticamente diversa.

 

Al contempo, rifiutiamo l’idea di un Mezzogiorno immutabile; e lo sviluppo di molte aree meridionali è la chiara dimostrazione che il Mezzogiorno può cambiare.

 

Inoltre, è necessario, una volta per tutte, superare le polemiche sull’intervento nel Mezzogiorno in questa o quella epoca. Ogni fase ha presentato momenti positivi e difficoltà, dalla Cassa per il Mezzogiorno alla 488/92 - figlia di un trapasso forse troppo accelerato - fino ai più recenti cicli di programmazione.

 

E vorrei sottolineare anche che la disponibilità di risorse finanziarie deve essere considerata per quello che è: una condizione necessaria ma non sufficiente.

 

Il percorso di programmazione del Quadro Strategico Nazionale e dei Programmi Operativi 2007-2013 è stato complesso ed ha richiesto uno sforzo di cui è necessario dare atto alle Amministrazioni centrali, a quelle regionali, alle autonomie ed anche alle parti economiche e sociali.

 

Ma la fase di attuazione sarà il vero banco di prova, anche per le stesse parti economiche e sociali, le quali dovranno farsi carico non solo di una azione consultiva e “di sorveglianza� ma anche di “rimboccarsi le maniche� nel corso della sua attuazione. Ed al riguardo farò anche alcune proposte.

 

Vengo ai temi specifici del “vivere da impresa� dall’angolazione di una specifica categoria di imprese, quelle del commercio, turismo e servizi.

I problemi li conosciamo tutti, è quasi superfluo rammentarli e mi limiterò solo ad alcuni di essi.

 

Sulla questione sicurezza vanno rafforzate le istituzioni che contrastano la criminalità economica, con particolare riferimento alla corruzione, all’usura, alla contraffazione, al lavoro nero, alla sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente.

 

Controllo e repressione sono indispensabili, come lo è una maggiore diffusione della cultura della legalità, che deve procedere di pari passo con la lotta alle situazioni di degrado.

E vorrei ricordare che in molti casi le zone del disagio sociale sono anche quelle nelle quali si assiste al depauperamento nella presenza dei servizi, spesso a causa della criminalità.

Come Confederazione crediamo nell’assistenza diretta alle imprese soggette al racket, all’usura ed alle altre forme di criminalità.

 

Abbiamo perciò aperto con la Camera di Commercio di Palermo il primo “Sportello della Legalità�, presso il quale gli imprenditori possono rivolgersi per ricevere assistenza legale ed operativa.

 

Vorremmo ampliare la rete degli Sportelli ed in questo senso abbiamo presentato una proposta nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza�.

 

Una iniziativa concreta che â€" credo â€" debba essere apprezzata anche perchè ci colloca in prima fila nella lotta alla criminalità.

 

Insomma, alle sfide della criminalità, alle piaghe dell’estorsione e dell’usura bisogna opporre un fermo “no�.

 

Costruire cultura della legalità è, allora, un dovere a cui nessuno può sottrarsi. Un dovere che riguarda tutti: istituzioni, politica e società civile. E’ un dovere, in particolare, che riguarda le Associazioni d’impresa. Scegliere, in questo contesto, di espellere dalle Associazioni chi si piega alle sfide della criminalità è un segnale importante.

 

Tuttavia, io penso che, anche in questo caso, prevenire sia ancora più importante ed urgente che sanzionare. Penso, cioè, che occorra far sì che sempre di più gli imprenditori del Mezzogiorno scelgano di non pagare gli estorsori, di non cedere al loro ricatto.

 

Per questo è essenziale che, insieme, forze dell’ordine, magistratura, Confederazioni e associazioni antiracket, istituzioni e politica lavorino per non lasciare soli gli imprenditori di fronte alle minacce della criminalità. Facendo concretamente capire, insomma, che dire “no� è non solo necessario, ma è anche possibile. E’ possibile, qui ed oggi.

 

Sempre in termini di proposta, vorremmo contribuire maggiormente al progetto di riqualificazione delle aree di maggior degrado socioeconomico attraverso l’istituzione delle Zone Franche Urbane.

 

Un altro nodo da sciogliere è quello dei trasporti e delle infrastrutture.

 

Il problema dell’accesso da e per il Mezzogiorno, la realizzazione di grandi direttrici, a partire dalla soluzione del problema della Salerno-Reggio Calabria â€" vero scandalo nazionale â€" si coniuga con la questione del traffico merci.

 

Al riguardo non posso che riaffermare il legame inscindibile tra efficienza del sistema dei trasporti e sviluppo delle attività economiche - non solo industriali - ma anche e soprattutto per quelle turistiche e terziarie.

 

Il costo dei trasporti comporta, inoltre, anche problemi sul prezzo finale di molte produzioni, una tassa pagata dalle imprese, dai consumatori e dall’ambiente.

 

Il programma delle autostrade del mare deve, pertanto, essere al più presto realizzato, in primis sbloccando l’attivazione del cosiddetto ecobonus, quel contributo concesso agli autotrasportatori che utilizzano la via marina.

 

Sulla questione dei collegamenti interni al Mezzogiorno, è necessario considerare lo sviluppo del low-cost aereo e l’alta velocità ferroviaria.

 

Rispetto al tema dell’azione della pubblica amministrazione vorrei evitare la retorica dell’inefficienza e riaffermare che se non si affronta il tema del rapporto tra obiettivi e risorse, finanziarie e tecniche, a disposizione delle Amministrazioni, è difficile aspettarsi risultati eclatanti. E cito, in proposito, il caso della gestione dei Fondi Strutturali e del Fondo per le Aree Sottoutilizzate.

 

Le difficoltà amministrative delle Regioni limitano tanto la capacità di presentazione dei progetti che le potenzialità di spesa delle risorse disponibili.

 

E’ dunque opportuno che l’Amministrazione centrale supporti le Amministrazioni regionali nel processo di rafforzamento delle capacità gestionali promuovendo con rinnovato slancio, ad esempio, gemellaggi tra Amministrazioni regionali, senza limiti di area, perchè anche questo è un segnale forte di unità del Paese.

 

Vorrei, inoltre, evidenziare le opportunità offerte dalla rinnovata opzione delle Sovvenzioni Globali, uno strumento che consente lo sviluppo di partenariati anche con il coinvolgimento diretto delle associazioni imprenditoriali, che detengono un know how specifico e possono meglio identificare i bisogni degli operatori.

 

Vengo ora, infine, al tema della riforma degli incentivi.

 

Lo scambio IRES-Incentivi dovrebbe salvaguardare le risorse destinate al Sud sotto forma di incentivi automatici, di istituzione delle già citate Zone Franche Urbane e di un ridimensionamento della legge 488/92. Gli Incentivi automatici possono rappresentare una strada percorribile a condizione che lo strumento sia realmente operativo, la dotazione finanziaria sia sufficiente e che venga prevista una stabilità della misura nel corso del tempo.

 

Ma â€" e qui lo voglio riaffermare con assoluta chiarezza â€" con una ulteriore condizione, che è quella che non si vadano a ricreare privilegi, diretti od indiretti, di carattere settoriale. La stesa cosa vale per la “nuovaâ€� legge 488/92.

 

Sul punto della ricerca, sviluppo ed innovazione i nuovi orientamenti della Commissione europea, che “aprono� al commercio, al turismo ed ai servizi di mercato in genere, consentono finalmente di superare una storica preclusione, fornendo una opportunità in più per le imprese ed il sistema universitario meridionale.

 

Insomma, quello che si può e si deve fare per il Mezzogiorno è migliorare dove occorre ed innovare dove è possibile, senza pregiudizi settoriali e visioni ideologiche, con responsabilità e partecipazione, ma anche con forte pragmatismo.

 

Grazie.

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