Forum Confcommercio (ed. 2024): I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000

Forum Confcommercio (ed. 2024): I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000

23a edizione del Forum Confcommercio - The European House-Ambrosetti

Programma

  •  
     

    martedì 16 aprile

  • Conferenza stampa
     

    Carlo Sangalli Presidente Confcommercio-Imprese per l’Italia

    Mariano Bella Responsabile Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia

  • Primo modulo
     

    Ancora guerra e pace: il ruolo dell’Europa

    Modera Maurizio Molinari Direttore La Repubblica

    Antonio Tajani Vice Presidente del Consiglio dei Ministri; Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

    Giulio Tremonti Presidente della Commissione Esteri Camera dei Deputati

    Lucio Caracciolo Direttore Limes

    Gideon Rose Adjunct Senior Fellow Council on Foreign Relations former Editor Foreign Affairs

    Nona Mikhelidze Responsabile di Ricerca Istituto Affari Internazionali

    In videoconferenza Matteo Maria Zuppi Presidente Conferenza Episcopale Italiana

  • Secondo modulo
     

    Outlook 2024

    Modera Daniele Manca Vice Direttore Corriere della Sera

    Alec Ross Board Partner Amplo; former Senior Advisor for Innovation of the United States Department of State

    In videoconferenza Veronica Guerrieri Ronald E. Tarrson Professor of Economics and Willard Graham Faculty Scholar University of Chicago Booth School of Business

    Jean-Claude Trichet Governatore Onorario Banca di Francia

    Marcello Messori Professore Robert Schuman Centre for Advanced Studies, Istituto Universitario Europeo; Non-Resident Fellow Institute for European Policymaking Università Bocconi di Milano

  •  
     

    mercoledì 17 aprile

  • Terzo modulo
     

    Quale strategia per la competitività dell’Unione europea

    Modera Adriana Cerretelli Editorialista de Il Sole 24 Ore

    Vittorio Emanuele Parsi Professore Ordinario di Relazioni Internazionali Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

    Joaquín Almunia Visiting Professor Paris School of International Affairs Sciences Po; già Vice Presidente della Commissione
    Europea e Commissario Europeo per gli Affari economici e monetari

    Veronica De Romanis Docente di Politica Economica Europea Stanford University Firenze e LUISS Guido Carli Roma

    Giorgio Metta Direttore Scientifico Istituto Italiano di Tecnologia – IIT

    Jacques Moscianese Executive Director Institutional Affairs Intesa Sanpaolo

    Il ruolo dell’Italia in Europa

    Alberto Bagnai Presidente della Commissione parlamentare di Controllo sull’Attività degli Enti Gestori di Forme Obbligatorie di Previdenza e Assistenza Sociale Camera dei Deputati

    Antonio Misiani Vice Presidente della 5a Commissione Permanente Programmazione Economica e Bilancio Senato della Repubblica

  • Quarto modulo
     

    Quale strategia per la competitività dell’Unione europea

    Modera Antonio Preziosi Direttore TG2

    Marco Buti Tommaso Padoa-Schioppa Chair European University Institute

    In videoconferenza Sylvie Goulard Professor of Practice di Global Affairs and Geopolitics SDA Bocconi School of Management

    Sergio Fabbrini Professore di Scienza Politica e Relazioni Internazionali LUISS Guido Carli

    Alessandro Campi Professore Ordinario di Scienza Politica e Relazioni Internazionali Università degli Studi di Perugia

    Enzo Moavero Milanesi Professore di Diritto dell’Unione Europea LUISS Guido Carli; già Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

  • Quinto modulo
     

    Made in Italy e Sense of Italy

    Modera Giuseppe De Bellis Direttore Sky TG 24

    Presentazione della ricerca dell’Ufficio Studi Confcommercio “The Sense of Italy”

    Mariano Bella Direttore Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia

    Flaviano Celaschi Spoke 1 Leader progetto MICS Made in Italy Circolare e Sostenibile PNRR PE11

    Magda Antonioli Senior Professor SDA Bocconi School of Management

    Mauro Magatti Sociologo ed economista Professore Ordinario dei Processi sociali ed economici del capitalismo contemporaneo Università Cattolica di Milano

    Eleonora Andreatta Vice President Italian Language Originals Netflix

  • Intervento
     

    Adolfo Urso Ministro delle Imprese e del Made in Italy

Conferenza stampa di apertura

L'intervento del Presidente

L’economia italiana cresce lentamente. Nessun allarme, ma fondate preoccupazioni.

Appare ottimistica la valutazione contenuta nel Def per il 2025 di una crescita dell’1,2% senza la conferma dei tagli al cuneo fiscale già in vigore per il 2024.

Bisogna puntare Sulla crescita. Non c’è un piano B [utilizzando] tutte le leve possibili, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica.

Occorre andare avanti anche sulla riforma fiscale e giungere alla sua completa realizzazione: riduzione del carico e semplificazione dell’adempimento ne sono cardini irrinunciabili. Bene, dunque, la riduzione delle aliquote Irpef in termini di minore carico tributario e maggiore reddito disponibile, misura che va però certamente resa strutturale.

Estendere la riduzione del carico fiscale al ceto medio Sarebbe una boccata di ossigeno in grado di sostenere i consumi e, quindi, di incidere positivamente su occupazione e crescita.

Un’Unione Europea competitiva sulla scena globale costituisce un fattore essenziale per la stabilità politico-economica, per la qualità della vita dei cittadini e per la crescita sostenibile delle sue imprese.

 

Va costruito un ecosistema favorevole per la creazione e lo sviluppo delle imprese nel mercato unico.

Le elezioni europee del giugno 2024 costituiranno uno snodo democratico decisivo per giungere a decisioni coerenti con la necessità e l’urgenza di un progetto europeo caratterizzato da maggiore autonomia strategica e volto a promuovere la competitività dell’economia europea a livello globale.

Carlo Sangalli

La ricerca dell'Ufficio Studi

In Italia c’è un importante problema demografico (tra il 2014 e il 2023 la popolazione in età lavorativa è scesa dell’1,4%) e di produttività del lavoro (solo +7,2% tra il 1995 e il 2022) che ne penalizza la performance economica. Come se ne esce? Migliorando i tassi di partecipazione e di occupazione, ovvero aumentando il numero di quelli che vogliono lavorare tra quanti possono farlo e alzando la quota di quanti lavorano tra quelli che vogliono lavorare.

Più nello specifico, bisogna favorire la partecipazione femminile al mondo del lavoro, soprattutto nel Meridione (nell’Unione Europea è al 60,2% contro il 49,3% del nostro Paese). È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge da “L’Italia in Europa, perché non siamo competitivi”, la ricerca dell’Ufficio Studi Confcommercio presentata dal direttore Mariano Bella nella conferenza stampa di apertura della ventitreesima edizione del forum.

Negli ultimi dieci anni la popolazione italiana tra i 15 e i 74 anni è scesa di oltre un punto percentuale a fronte del 4,4% della Francia e al +2,1% della Germania. Ciò ha un evidente impatto sull’occupazione e quindi sul benessere economico.

Ogni anno che passa il bacino della forza lavoro potenziale si riduce di 100mila unità: non è un mistero che non si trovino lavoratori.

Eguagliando il tasso di partecipazione femminile al valore della Ue-27 avremmo 2,2 milioni di occupate in più.

L’evidenza empirica internazionale dice senza ambiguità che più le donne partecipano al mercato del lavoro più fanno figli, è quella di aumentare gli asili nido, le politiche per la genitorialità, la formazione per permettere alle donne di poter scegliere liberamente cosa fare delle loro vite: è la principale, se non l’unica, opzione disponibile per ricominciare a crescere in termini di forza lavoro potenziale. Non sarà facile e non accadrà subito: ma, se non cominciamo non raggiungeremo mai l’obiettivo.

Mariano Bella

Una possibilità di crescita, complementare a quella dell’espansione della forza lavoro, è l’aumento della produttività, che tra il 1995 e il 2022 è aumentata in Italia cinque volte meno che in Germania e sette volte meno che in Francia. Non perché i lavoratori italiani siano scarsi o sfaticati, ma “a causa del contesto in cui operano lavoratori e imprese, come le scarse performance della PA in termini di efficacia ed efficienza e il sotto-investimento, pubblico e privato, in formazione, istruzione e tecnologia”. È colpa anche delle imprese, perché “in fondo, il prodotto per lavoratore dipende anche dalla quantità e dalla qualità del capitale che gli viene messo a disposizione per lavorare”.

Detto che nell’ultimo anno e mezzo l’Italia ha combattuto con grande successo l’aumento dell’inflazione e che dunque è ora di un taglio dei tassi importante (“gradiremmo il 6 giugno non 25 punti base di taglio, ma un bel mezzo punto, giusto per celebrare una politica ben riuscita e rendere altresì coerenti previsioni e azioni”) il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio ha concluso con l’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche: il Pil crescerà dello 0,9% nel 2024 e dell’1,2% nel 2025, con i consumi rispettivamente a +0,9% e a +1,1%, mentre l’inflazione si collocherà all’1,3% quest’anno e all’1,7% nel 2025.

Il videoracconto della conferenza stampa

 

La prima giornata 

In questo momento storico caratterizzato da due scenari di guerra occorre tenere i nervi saldi e serve un tessuto imprenditoriale forte. Come governo faremo di tutto per mettere le imprese in condizione di affrontare le difficoltà, perché senza di loro non c’è lavoro e non c’è crescita. In particolare, ce la stiamo mettendo tutta dal punto di vista della pressione fiscale, per snellire gli adempimenti burocratici e per assicurare stabilità a chi intraprende.

Antonio Tajani al forum confcommercio 2024

È finita la stagione dell’aumento dei tassi di interesse, che certo non ha agevolato gli imprenditori, è giunto il momento di cominciare ad abbassarli. Nello stesso tempo serve – è vero – una politica economica orientata alla crescita e bisogna mettere in condizione le famiglie di fare i figli, è una vergogna che le donne vengano pagate meno degli uomini per fare lo stesso lavoro oltre che un danno per la società.

Il Governo vuole favorire la crescita, vogliamo dare a chi intraprende una visione certa del futuro. Puntiamo sulle imprese, dicendo no alla concorrenza sleale, perché crediamo nell’economia sociale di mercato, altrimenti non c’è benessere.

Antonio Tajani

Oggi ci sono due Europe, una democratica a ovest e una a est non sufficientemente e perfettamente democratica.  

È un’Europa integralista e paternalista, poco democratica e politicamente discutibile.

Giulio Tremonti al forum confcommercio 2024

Se non si inverte la curva demografica non ci saranno più stato sociale, pensioni e sanità pubblica per chi non ha soldi.

Giulio Tremonti

Il videoracconto della prima giornata

 

La seconda giornata

La seconda giornata del Forum di Confcommercio di Villa Miani si è aperta con i lavori del panel Quale strategia per la competitività dell’Unione europea? con il videomessaggio del Presidente del Parlamento Europeo:

Caro Presidente Sangalli,
la prego portare il mio saluto a tutti coloro che si sono riuniti così numerosi per queste due giornate. A lei Presidente, va un ringraziamento speciale per essere da quasi vent’anni un riferimento importante per la più grande rappresentanza d'impresa d’Italia. Questi anni non sono stati facili, il momento che viviamo non è facile. Ma a Malta abbiamo un detto: 'l'acciaio più forte si forgia nel fuoco più caldo'.

Roberta Metsola

Ci siamo trovati di fronte a scelte impossibili, durante una pandemia, una guerra nel nostro continente, una transizione energetica, l'inflazione e la guerra informatica. Il tutto nel contesto di una rivoluzione digitale in corso, sfide climatiche e migratorie, disastri naturali e cambiamenti geopolitici in atto sulla scena mondiale. Ma siamo rimasti saldi. E siamo stati in grado di prendere decisioni difficili e far coincidere la retorica con l'azione. E soprattutto siamo rimasti fedeli ai nostri valori e ai nostri principi. Ecco perché l'Europa ne è uscita rafforzata. Quando parliamo delle principali conquiste dell'Unione europea, dobbiamo riconoscere quanta strada abbiamo fatto. E non dobbiamo commettere l'errore di pensare che sia una cosa nata per caso.

Tutto è nato grazie a persone che si sono sacrificate, a persone che hanno creduto. L'Unione europea non è perfetta. C'è ancora molto da fare e molto da realizzare. Dobbiamo riformare i nostri processi decisionali che a volte sono scoraggianti pure per me. La mia risposta non è distruggere, bensì costruire. Costruire meglio. Dobbiamo diventare più bravi a spiegare le nostre decisioni politiche, ascoltando di più le nostre imprese, di più tutti coloro per i quali la promessa dell'Europa sembra ancora troppo lontana. Insieme ai miei colleghi e colleghe del Parlamento europeo, abbiamo lavorato per avvicinare l'Europa ai suoi cittadini, cercando di realizzare leggi efficaci che aiutino le persone.

Al culmine della pandemia – che ha colpito duramente anche l’Italia – abbiamo sostenuto i lavoratori e le imprese e ci siamo uniti come mai prima d'ora per concordare uno strumento di ripresa e resilienza da 723 miliardi di euro, che ha aiutato le economie nazionali a riprendersi. Le nostre nuove leggi sul digitale sono fondamentali e garantiranno modernizzazione ed efficienza anche per stimolare la nostra crescita economica, rafforzare la competitività dell'Unione e la nostra autonomia e libertà. Abbiamo dato il primo quadro normativo di valenza mondiale per l’intelligenza artificiale.

L'Unione europea è stata l'attore globale più influente nel portare avanti l'agenda internazionale sulla decarbonizzazione e la lotta al cambiamento climatico. Ma dobbiamo stare attenti a non andare troppo lontano, troppo in fretta. Ogni anno che passa in cui non abbiamo le infrastrutture giuste per sostenere la transizione verde, i nostri imprenditori, che sono la nostra forza, si sentiranno sempre più esclusi. C'è una linea invisibile oltre la quale non si può spingere la gente. I cittadini per avere fiducia nel progetto europeo, devono avere accesso a strumenti che consentano loro di compiere il cambiamento e devono poterselo permettere.

Ecco perché dobbiamo diventare più capaci di ammortizzare l'impatto economico e sociale di queste decisioni. Dobbiamo essere onesti con noi stessi su dove avremmo potuto fare meglio. E dobbiamo avere le risposte riuscendo a dimostrare, con sicurezza e senza vergogna, che siamo in grado di fornire le condizioni giuste per rendere la vita delle persone più facile e più sicura. Dobbiamo contrastare il facile cinismo che si è insinuato nel discorso politico di troppi. discutendo delle preoccupazioni reali. Come mantenere la competitività europea in un contesto globale polarizzato, come stimolare l'innovazione nel settore manifatturiero europeo in contesto di relazioni economiche minate da tensioni globali, come salvaguardare la nostra sicurezza energetica. Dobbiamo rimanere su un percorso stabile per una crescita sostenibile e a lungo termine. Ma l'introduzione della sostenibilità nel nostro modello economico deve far parte di una strategia più ampia che comprenda tutti i settori, deve fornire incentivi e reti di sicurezza reali e, soprattutto, deve funzionare per le persone.

Quando il 24 febbraio 2022 il mondo è cambiato, abbiamo capito che i carri armati del Cremlino minacciavano non solo l'Ucraina, ma tutto ciò che vogliamo proteggere. L'Europa ha risposto. E L’Italia ha avuto un ruolo importante nella nostra azione comune. L'Europa spingerà sempre per la pace. Ma sappiamo che una pace senza dignità, senza responsabilità e senza giustizia non è una vera pace.

Un'Europa forte ha un ruolo da svolgere anche in Medio Oriente. Continuiamo ad adoperarci per ridurre l’escalation degli ultimi giorni e impedire che la situazione degeneri e si debbano contare altre vittime innocenti. Anche la situazione nel Mar Rosso è preoccupante. Dobbiamo proteggere questo corridoio marittimo altamente strategico. E serve un coordinamento a livello europeo per diminuire un impatto sulle nostre economie. Il nostro progetto di pace dipende dalla nostra capacità di essere sicuri e autonomi.

Quindi per proteggere la nostra sicurezza collettiva, dobbiamo anche agire per costruire un nuovo quadro di sicurezza dell'Ue. In questo nuovo contesto geostrategico, l’allargamento rimane una priorità. Un'Unione europea allargata, basata su obiettivi, criteri e meriti chiari, sarà sempre il nostro migliore investimento in termini di pace, sicurezza, stabilità e prosperità. Siamo all'alba di una nuova era europea. Dove l’Europa può essere protagonista, creando lavoro con più investimenti, e contribuire alla stabilità e alla pace, con una vera politica estera e di sicurezza, difendendo gli interessi europei nel mondo globale. Mancano poco più di cinquanta giorni alle elezioni europee. Mai come oggi abbiamo di un’Italia forte in Europa, e forte deve essere la vostra voce il prossimo 8 e 9 giugno.

Roberta Metsola

Il primo a intervenire è stato Antonio Misiani che ha parlato del ruolo dell'Italia in Europa, partendo dal lavoro svolto nell'ultima legislatura, "ottimo soprattutto sull'attuale crisi climatica, attraverso processi quali la decarbonizzazione", ma con molti punti deboli, primo fra tutti la mancanza di “una politica di sostegno all’altezza di queste sfide sia dal punto di vista delle risorse che dei processi” per rimanere competitivi rispetto alle altre due grandi potenze mondiali: la Cina e l’America.

Secondo un vecchio detto l’Europa è un continente erbivoro in un mondo di carnivori, ma oggi non rende più questa metafora. Dobbiamo decidere come affrontare le sfide future e l’Italia deve incidere in queste scelte”. In vista delle prossime elezioni, il senatore Misiani ha parlato delle nuove sfide europee che andranno affrontate. L’ostacolo principale sarà costruire una politica efficace per frenare gli effetti della crisi climatica: "i danni sono già enormi. Tra siccità, e alluvioni – ha spiegato – non c’è più tempo, dobbiamo chiedere all’Europa più risorse per far fronte ai nuovi processi e rendere più sostenibile l’economia italiana. Un altro grande scoglio sarà capire quali strumenti andranno attuati con la fine del Next generation.

Antonio Misiani al forum confcommercio 2024

 

Importante, per il nostro Paese, una politica industriale più competitiva a livello europeo, una politica energetica più forte e una vera semplificazione delle norme burocratiche che pesano sulle piccole e medie imprese. Infine serve una politica sul nostro sistema produttivo che guardi a quello europeo che è fatto di grandi attori, mentre noi purtroppo ne abbiamo ancora pochi.

Ad oggi però l’Italia rimane una potenza industriale importante per l’Europa, con circa 24 milioni di pmi e più di 85 milioni di persone occupate, per un fatturato di 4 miliardi di euro, e proprio per questo è fondamentale accompagnare le piccole e medie imprese nella trasformazione tecnologica e digitale. La nostra è un’economia che ha dimostrato una resilienza al di sopra delle aspettative nella fase post pandemica, con un sistema imprese più forte di quanto fosse prima della crisi del 2008. Non possiamo però cullarci su questi risultati. Dobbiamo definire strategie efficaci per il futuro.

Questo Def è stata un’occasione perduta, dobbiamo discutere la strategia di come rimanere dentro l’Europa. Dobbiamo iniziare a parlare di cosa vogliamo fare dopo il 2026. Al momento siamo in una fase di sospensione. Ci sono miliardi di risorse ferme perché mancano i provvedimenti attuativi. Dobbiamo tutti darci una mossa , il governo deve mettere le carte in tavola per rimanere protagonisti anche nella prossima legislatura europea.

Antonio Misiani

Il panel si è poi concluso con l’intervento di Alberto Bagnai, che è partito dalle parole dell’ex presidente della Bce Mario Draghi pronunciate il 16 aprile a La Hulpe, in Belgio, per poi parlare di come l’Italia ha affrontato la crisi economica del 2008 attuando una politica di austerity che se da una parte ha riportato l’Italia ad essere di nuovo una potenza competitiva a livello europeo dall'altra ha anche contribuito ad una staticità del nostro sistema economico, immobilizzando la crescita del nostro Paese.

Oggi l’Italia è in una situazione di grande competitività in Europa. Per il futuro bisognerà però ragionare su quali strumenti adottare e soprattutto quali possono collimare con il nostro interesse primario ovvero la crescita.

Aberto Bagnai al forum confcommercio 2024

 

Oltretutto la crisi in Ucraina ci ha fatto capire il fallimento di una diversificazione nell’approvvigionamento energetico, puntando invece tutto su un partner instabile o attuando strategie con potenze autocratiche. Per il futuro servono politiche più lungimiranti e una riflessione su quali siano le strategie migliori per il nostro Paese.

Alberto Bagnai

Il videoracconto del secondo e terzo modulo della seconda giornata

 

Il modulo conclusivo

Mariano Bella apre l'ultimo panel del forum con la presentazione del SofI (Sense of Italy), il nuovo aggregato che si affianca al “Made in” misurando il peso di quei servizi che generano emozione e ricavi (agroalimentare, abbigliamento, arredamento, apparecchiature consumer e turismo consumer).Il risultato parla da solo: se nel 2022 beni e servizi italiani hanno totalizzato 713 miliardi di esportazioni, con un saldo commerciale netto negativo per 30 miliardi circa, l’import di quelli compresi nel SofI è invece stato pari a 213 miliardi, con un saldo netto positivo per ben 123 miliardi. Interessante anche che ogni punto percentuale di crescita delle presenze in Italia degli stranieri provenienti da un determinato Paese determina, a parità di altre condizioni, un aumento delle importazioni dall’Italia da parte di quel Paese pari allo 0,5-0,9%.

A chiudere la sessione e il Forum il ministro delle Imprese e del Made in Italy che ha sottolineato come l’Italia, anche dopo il prepotente ingresso della Cina nei mercati mondiali, abbia proseguito ad adottare una politica industriale che puntasse alla valorizzazione del territorio e della sua specificità, dell’identità e dell’innovazione. Il nostro sistema produttivo esporta eccellenze nel mondo, dobbiamo proseguire su questa strada perché è quella che ci ha permesso di sopravvivere e di reagire meglio di altri ai drammatici avvenimenti geopolitici di questo periodo. 

Le imprese e le persone che fanno impresa sono il nostro punto di riferimento, come abbiamo dimostrato nella recente giornata del made in Italy  e nei 400 avvenimenti che lo hanno caratterizzato.

Adolfo Urso al forum confcommercio 2024

Continueremo a tutelare l’eccellenza del made in Italy, la carta da visita del nostro Paese, che continua per questo a essere percepito come garanzia di qualità.

Adolfo Urso

Il videoracconto del modulo conclusivo della seconda giornata

 

L'intervista al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso

 

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DETTAGLI EVENTO

Confcommercio

2024-04-16 | 2024-04-17 10.30

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