Conferenza Stampa di apertura dell'edizione 2024 Forum Confcommercio

Conferenza Stampa di apertura dell'edizione 2024 Forum Confcommercio

Buongiorno a tutti e benvenuti alla ventitreesima edizione del nostro Forum.

L’attuale scenario internazionale resta difficile e complicato.

In questo quadro, l’economia italiana cresce lentamente. Nessun allarme, ma fondate preoccupazioni.

In questi primi mesi del 2024 emergono importanti segnali favorevoli: l’inflazione è inferiore alla media dell’area euro e il mercato del lavoro è vivace, mostrando tassi di attività e di disoccupazione decisamente positivi. Quanto alle presenze turistiche, lo scorso mese di febbraio è stato il migliore di sempre.

È altrettanto vero, però, che i consumi – che valgono il 60% del Pil – continuano ad essere deboli.

Infatti, la flessione di 1,2 punti percentuali nell’ultimo trimestre dello scorso anno è ben più consistente di un semplice campanello di allarme: perché le famiglie hanno oggi meno risorse per compensare la perdita di potere di acquisto.

C’è, poi, la debolezza della produzione industriale, soprattutto per la flessione dei beni di consumo.

Ma quello che ci preoccupa di più, in un orizzonte di medio termine, sono i significativi gap rispetto ai Paesi europei in termini di calo demografico, di tassi di partecipazione al lavoro - in particolare quello femminile - e di produttività.

Nel complesso, le indicazioni congiunturali non aiutano a tracciare un percorso di ripresa. Senza alcun pessimismo, devo dire che questo è davvero un problema perché mette a rischio l’obiettivo di crescita per il 2024, obiettivo che non può discostarsi troppo dall’1%.

E ricordo, a questo proposito, che le nostre previsioni, per l’anno in corso, sono coerenti con quelle del Governo, visto che la distanza è di un decimo 0,9% contro l’1% del Governo.

Appare, invece, ottimistica la valutazione contenuta nel DEF per il 2025: si raggiungerebbe una crescita dell’1,2% nello scenario tendenziale, cioè senza la conferma dei tagli al cuneo fiscale già in vigore per il 2024.

A nostro avviso, per raggiungere quell’obiettivo, è decisiva la conferma della riduzione delle aliquote e del taglio al cuneo contributivo.

In ogni caso, mi preme sottolineare che la crescita per l’anno in corso è ancora tutta da costruire.

E una bella mano potrebbe giungere dalla Banca Centrale Europea nella riunione del prossimo 6 giugno.

Abbiamo sempre apprezzato la prudenza e la cautela dell’autorità monetaria: ora chiediamo un segnale di coraggio, con una riduzione dei tassi di mezzo punto percentuale, largamente coerente con le valutazioni che la stessa Banca Centrale fa tra l’altro in termini di riduzione dell’inflazione.

E, comunque, sulla crescita bisogna puntare. Non c’è un piano B.

Insomma, vanno utilizzate tutte le leve possibili, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica.

Occorre, anzitutto, accelerare la realizzazione delle riforme e degli investimenti legati al PNRR, che è un’opportunità irripetibile per rendere l’Italia più moderna, efficiente, inclusiva, aperta all’innovazione.

E occorre andare avanti anche sulla riforma fiscale e giungere alla sua completa realizzazione: riduzione del carico e semplificazione dell’adempimento ne sono cardini irrinunciabili. Bene, dunque, la riduzione delle aliquote Irpef in termini di minore carico tributario e maggiore reddito disponibile. Questa misura, come accennavo prima, va però certamente resa strutturale.

E, poi, aspettiamo conferma della riduzione del cuneo contributivo anche per il 2025, come peraltro annunciato dal Governo. Così come apprezziamo e condividiamo l’idea, ancora soltanto abbozzata, di estendere la riduzione del carico fiscale al ceto medio.

Sarebbe una boccata di ossigeno in grado di sostenere i consumi e, quindi, incidere positivamente su occupazione e crescita.

Nel Forum che si apre oggi pomeriggio abbiamo messo al centro il tema dell’Europa, con analisi e proposte sintetizzate nel documento dal titolo “Per un’Europa competitiva e sostenibile – L’Agenda del Terziario”. 

Un’Unione Europea competitiva sulla scena globale costituisce un fattore essenziale per la stabilità politico-economica, per la qualità della vita dei cittadini e per la crescita sostenibile delle sue imprese.

Certo, negli ultimi cinque anni, il contesto globale è profondamente mutato. È tornata la geografia politica nelle relazioni economiche internazionali.

E la frammentazione ha aperto una stagione di nuova competizione politica ed economica. In questo contesto, l’UE deve rafforzare il suo ruolo.

Va, dunque, costruito un “ecosistema” favorevole per la creazione e lo sviluppo delle imprese nel mercato unico.

L’attività imprenditoriale è, infatti, condizione necessaria per incrementare la produttività, fattore decisivo a difesa della qualità della vita in un’Europa che invecchia.

Le regole per un mercato interno sempre più integrato devono però seguire i principi di sussidiarietà e proporzionalità e trovare il giusto bilanciamento tra concorrenza e coesione. 

Per il progetto economico europeo sono, inoltre, certamente cruciali le sfide della doppia transizione verde e digitale e dei connessi investimenti. Per la transizione ambientale occorre adottare un approccio pragmatico, fondato, cioè, su valutazioni di impatto, su criteri di gradualità e di sostenibilità economica e sociale, sul principio di neutralità tecnologica e su strumenti finanziari di incentivazione e di accompagnamento per territori, imprese e cittadini.

Il Next Generation aiuterà i Paesi membri a finanziare riforme e investimenti fino al 2026.

Per gli investimenti come ambiente e digitale e la stessa difesa comune l’UE deve, dunque, valutare l’adozione di un bilancio ‘potenziato’ con adeguate capacità fiscali a sostegno del debito comune.

Un rinnovato impegno andrebbe messo in campo anche sulla questione immigrazione, con lo sviluppo di un “Piano Mattei” europeo di vera cooperazione economica con gli Stati africani, laddove le azioni di attori come Russia e Cina rischiano di essere molto preoccupanti per gli interessi dell’Europa.

Le elezioni europee del giugno 2024 costituiranno uno snodo democratico decisivo per giungere a decisioni coerenti con la necessità e l’urgenza di un progetto europeo, caratterizzato da maggiore autonomia strategica e volto a promuovere la competitività dell’economia europea a livello globale.

Grazie a tutti.  

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