Frena il Pil nel secondo trimestre ma l’inflazione rallenta ancora

Frena il Pil nel secondo trimestre ma l’inflazione rallenta ancora

A luglio l'indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,1% su base mensile e del 6% su base annua. Pil in calo dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Confcommercio: "Dati inflazione ok ma pese l'incertezza sull'andamento del Pil". 

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31 luglio 2023

Secondo i dati diffusi dall’Istat il Pil nel secondo trimestre (link ai dati completi in pdfè diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, dal +0,6% del primo trimestre, ed è aumentato dello 0,6% in termini tendenziali. "Alla discontinuità dell'andamento congiunturale nel secondo trimestre - commenta l'Istituto di statistica - fa fronte l'evoluzione positiva del Pil in termini tendenziali in misura dello 0,6%, che rappresenta la decima crescita trimestrale consecutiva". Dal lato della domanda la flessione proviene dalla componente nazionale al lordo delle scorte, con la componente estera netta che ha fornito un apporto nullo. In termini di variazione acquisita, per il 2023 la crescita si attesta nel secondo trimestre allo 0,8%, in leggera discesa rispetto al valore del primo trimestre, che era stato pari allo 0,9%. Nel secondo trimestre del 2023 si stima che il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,6% in termini tendenziali Il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca sia in quello dell'industria, mentre il valore aggiunto dei servizi ha registrato un lieve aumento. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto nullo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2023 è pari allo 0,8%.

I trimestre 2011 – II trimestre 2023, indici destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario (anno di riferimento 2015) Fonte: Istat 

 

L'inflazione continua la sua frenata

Continua il rallentamento dell'inflazione che, dopo il calo di giugno, prosegue nella sua fase di calo. A luglio secondo le stime preliminari dell'Istat (link ai dati completi in pdf), l'inflazione ha registrato un aumento dello 0,1% su base mensile e del 6% su base annua. "Il raffreddamento del costo della vita - spiega l'istituto di statistica - è stato dovuto, in prima battuta, al rallentamento su base annua dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +4,7% a +2,4%), dei beni energetici non regolamentati (da +8,4% a +7,0%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +11,5% a +10,9%), degli altri beni (da +4,8% a +4,6%), dei servizi vari (da +2,9% a +2,7%) e dei tabacchi (da +2,5% a +1,9%)". L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi ha rallentato ancora (da +5,6% a +5,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +5,8%, registrato a giugno, a +5,6%).

 

Indice dei prezzi al consumo NIC e IPCA, gennaio 2018 – luglio 2023, variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100) Fonte: Istat

Si è attenuata la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +7,5% a +7,1%) e quella dei servizi (da +4,5% a +4,1%), mantenendo stabile il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -3,0 punti percentuali.  L'Inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l'indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) è diminuito dell'1,5% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il Nic non tiene conto, ed è aumentato del 6,4% su base annua (in decelerazione da +6,7% di giugno).

Confcommercio: "Dati su inflazione ok ma resta l'incertezza sul Pil"

L'Ufficio Studi di Confcommercio ha commentato i dati su Pil e inflazione "Era previsto il forte rallentamento, ma non la caduta del PIL di tre decimi di punto. Letta assieme alla forte crescita del primo trimestre, l’indicazione preliminare per questo secondo trimestre dell’anno non deve, tuttavia, suscitare eccessive preoccupazioni. Era nei dati il rallentamento dell’industria e si intuiva un minore dinamismo dei servizi di mercato. I problemi riguardano il secondo semestre dell’anno che non può decidersi tutto sulle sorti del turismo. La stagione è partita in condizioni meteorologiche non brillanti e qualche ritardo su flussi e prenotazioni è da mettere in conto. Considerato il livello elevato, sebbene necessario, dei tassi d’interesse di riferimento, si ripresenta il rischio di dover rivedere, questa volta al ribasso, il preconsuntivo 2023, con un PIL che può ancora superare l’1%, un risultato che però non si può dare per acquisito né per scontato. Migliori le notizie sul versante dell’inflazione, con una variazione congiunturale (+0,1) marginalmente superiore alle nostre previsioni (0,0). Il tasso di variazione dei prezzi è in riduzione per tutte le metriche e gli aggregati considerati. Permangono moderati impulsi sugli alimentari non lavorati, fenomeno transitorio parzialmente dipendente dagli eventi alluvionali di qualche mese fa. Il rientro dell’inflazione appare ordinato e generalizzato, con prospettive di riportarsi in prossimità dei target della politica monetaria nel giro dei prossimi tre mesi".

Altre notizie e approfondimenti sono a tua disposizione nel nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

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