Prezzi in lieve calo a settembre

Prezzi in lieve calo a settembre

I dati definitivi Istat indicano un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua a settembre. Su base annua si affievolisce la crescita dei prezzi dei beni mentre accelera quella dei servizi. Confcommercio: "Prosegue il rientro dell'inflazione, restano insidie sul fronte energia". 

DateFormat

16 ottobre 2023

Prosegue, anche se ne rallenta il ritmo, il processo di rientro della fiammata inflazionistica. A settembre, infatti, l’Istat ha registrato nei dati definitivi (link ai dati completi in pdf) un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua (era +5,4% ad agosto).

Il lieve calo su base tendenziale dipende soprattutto dal rallentamento dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +9,2% a +7,7%), degli alimentari lavorati (da +10% a +8,9%) e dei beni durevoli (da +4,6% a +4%). Più contenuta la discesa dei prezzi dei beni non durevoli (da +5,2% a +4,7%), dei beni semidurevoli (da +2,9% a +2,4%) e dei servizi relativi all'abitazione (da +3,9% a +3,7%). In controtendenza gli energetici non regolamentati (da +5,7% a +7,6%) e quelli regolamentati (da -29,6% a -27,9%) e i servizi relativi ai trasporti (da +1,2% a +3,8%). Si affievolisce la crescita dei prezzi dei beni (da +6,3% a +6%), mentre accelera quella dei servizi (da +3,6% a +4,1%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -1,9 punti percentuali, dai -2,7 di agosto. Rallentano i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +9,4% a +8,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +6,9% a +6,6%).

Indice dei prezzi al consumo Nic gennaio 2018–settembre 2023, variazioni percentuali congiunturali e tendenziali. Fonte: Istat

La crescita congiunturale dell'indice generale su base mensile si deve principalmente all'aumento dei prezzi degli energetici, sia regolamentati (+2,4%) che non regolamentati (+1,6%), degli alimentari non lavorati (+0,6%), dei beni semidurevoli e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5% per entrambi) e dei servizi vari (+0,3%). Effetti  solo in parte compensati dall'attenuazione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,7%).

L'inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l'indice generale e a +5,2% per la componente di fondo. Quella "di fondo", ovvero quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta ancora (da +4,8% a +4,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (dal +5%, registrato ad agosto, a +4,8%). 

Confcommercio: "Prosegue il rientro dell'inflazione ma restano insidie sul fronte energia"

Prosegue a settembre il processo di rientro dell’inflazione. La stima preliminare è, tuttavia, peggiore delle nostre attese (0,2 la variazione congiunturale contro la stima di 0,0%). La buona notizia proviene, invece, dall’euroarea che mostra indicatori in diffuso e forte rallentamento, dall’indice armonizzato già sotto il 5% o dalla core inflation in riduzione di sette decimi rispetto al tendenziale di agosto. Tali valutazioni sono particolarmente rilevanti in quanto la Banca centrale europea assume decisioni di politica monetaria - riguardanti tutti i cittadini - prescindendo dalle vicende dei singoli paesi”.  Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat sull’inflazione. "Anche per l’Italia - prosegue - è comunque prevedibile una dinamica dei prezzi più contenuta nella parte finale del 2023, con una forte riduzione nel mese di ottobre dovuta a un effetto statistico di confronto con l’indice di ottobre 2022".

Il quadro disinflazionistico – conclude l'Ufficio Studi - resta ampiamente positivo, seppure di nuovo insidiato da possibili turbolenze di natura energetica, sia sul fronte di luce e gas sia su quello dei carburanti. Dalle stesse stime di settembre si evince un impatto negativo dei prezzi dei carburanti, sospinti dall’irrigidimento dei piani di estrazione di alcuni importanti paesi dell’Opec plus. Dal ritmo di discesa dell’inflazione dipende l’atteggiamento delle famiglie nei confronti della spesa e, di conseguenza, la performance del sistema nel complesso". "Sarebbe importante - conclude l’Ufficio Studi - una crescita nell’ultimo trimestre dell’anno in corso al fine di accumulare una buona eredità per il 2024, cosa che faciliterebbe il raggiungimento dei difficili obiettivi di finanza pubblica".

 

Altre notizie e approfondimenti sono a tua disposizione nel nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca