Le politiche per l'internazionalizzazione

Le politiche per l'internazionalizzazione

Anna Maria Forte Vice Direttore Generale per le Politiche di Internazionalizzazione e Promozione degli Scambi Ministero dello Sviluppo Economico

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22 maggio 2009
Le politiche per l’internazionalizzazione

Le politiche per l’internazionalizzazione

 

 

Anna Maria Forte

Vice Direttore Generale per le Politiche di Internazionalizzazione e Promozione degli Scambi

Ministero dello Sviluppo Economico

 

 

E’ questa un’occasione per conoscerci e illustrare le possibilità che l’amministrazione pubblica può mettere a disposizione delle imprese. Il nostro Ministero è stato recentemente riorganizzato e da Ministero per il Commercio Internazionale è stato incorporato al Ministero per lo Sviluppo Economico. Una parte del Ministero si occupa, dunque, del territorio nazionale e un’altra dell’estero. In particolare, il Dipartimento per l’internazionalizzazione all’interno del quale io opero, si occupa di politica commerciale e di internazionalizzazione. La politica commerciale implica i rapporti di natura commerciale con gli altri Paesi, tutto quello che possa semplificare i rapporti fra le imprese, come ad esempio rimuovere gli ostacoli ai flussi commerciali, o accordi internazionali in occasione delle Commissioni miste.

 

Un'altra direzione del Dipartimento si occupa di internazionalizzazione, intesa come capacità di aiutare il nostro sistema produttivo e commerciale a entrare, e restare, nei mercati esteri. Noi svolgiamo questa politica attraverso una serie di strumenti che abbiamo a disposizione. Ci muoviamo con due bracci operativi: uno è l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE) al quale diamo le indicazioni per l’attività promozionale che deve essere attuata, e l’altro è la Simest. La Simest è una società partecipata all’80% dal Ministero e anche a questa diamo degli indirizzi per operare e collaboriamo nell’iter degli interventi.

 

Poi abbiamo una serie di interventi che curiamo direttamente. Una particolare attenzione va al fatto che la natura del nostro sistema imprenditoriale è costituito prevalentemente da piccole e medie imprese e dunque la maggior parte di questi strumenti è destinato alle PMI. Anche per quanto riguarda il settore del terziario la natura delle imprese è piccola e media e dunque possono essere interessate da questi strumenti. Gli strumenti che noi poniamo in essere sono finanziamenti agevolati verso i mercati extra europei. Il più importante è quello della Legge 394, uno strumento ormai tradizionale che risale al 1981 e che recentemente abbiamo provveduto a modificare nelle sue linee essenziali, anche perché aveva delle caratteristiche di non compatibilità con la normativa comunitaria e quindi l’abbiamo dovuto armonizzare a questa. Non solo, ma abbiamo colto l’occasione per renderlo più appetibile per le aziende. E’ stato riformato con una legge del 2008 e stiamo ultimando tutti gli atti applicativi. Consiste in finanziamenti agevolati per la creazione sui mercati extra europei di rappresentanze delle aziende, di show-room, di negozi, l’attività commerciale è pertanto prevalente per questo strumento. Si tratta di finanziamenti mirati a dare all’azienda una presenza più stabile sui mercati esteri al fine di consolidare rapporti che presumibilmente già esistono con quei paesi. Questo è importante anche perché spesso si tratta di aziende che hanno un’attività post vendita e quindi devono essere necessariamente vicino al cliente. Il finanziamento è a un tasso agevolato, viene presentato il programma e una volta approvato viene finanziato fino all’85% dell’investimento che viene richiesto dall’azienda. E questo è il massimo, poiché per la normativa comunitaria ci dobbiamo tenere entro i limiti del de minimis: va fatto un calcolo dell’intensità di aiuto contenuto nel progetto e il finanziamento si deduce in relazione a questa intensità di aiuto. Trattandosi di un finanziamento, naturalmente deve essere restituito. Nei primi due anni viene svolto il programma e poi successivamente si restituisce il finanziamento nell’arco di cinque anni. La 394 consente anche di finanziare gli studi di fattibilità. Qualora le imprese ritengano necessario fare un’indagine preventiva sul mercato estero di interesse, volta a conoscere la normativa o a individuare un partner, possono chiedere un finanziamento a tasso agevolato che viene erogato al 100% di quanto richiesto dall’azienda e deve essere restituito nell’arco di tre anni e sei mesi. La 394 finanzia anche l’assistenza tecnica, progetti di formazione di personale locale o di supporto alla nuova struttura che si realizza sui mercati esteri. Le domande vanno presentate alla Simest attraverso la quale il Ministero eroga i finanziamenti. Il primo miglioramento apportato alla 394 è la riduzione del tasso di interesse, che dal 40% del tasso comunitario è passato al 15%; il secondo è l’innalzamento dell’anticipo che dal 10% passa al 30%. Considerando che il valore medio di questi progetti si aggira su un milione di euro, un anticipo del 30% equivale a 800.000 euro che non è una cifra indifferente in un momento di scarsa liquidità come quello attuale.

 

L’altro strumento importante per le nostre imprese è quello del fondo 295, si tratta di uno strumento volto a finanziare il credito, è un contributo agli interessi per le imprese che esportano beni strumentali e dunque è prevalentemente attribuito al settore industriale.

 

Un altro importante strumento è quello della partecipazione di Simest al capitale sociale di imprese che intendono costituirsi all’estero. L’impresa presenta un progetto e può ottenere una partecipazione della Simest al capitale della nuova società. La partecipazione della Simest arriva fino al 25% del capitale, non entra nel Cda né nella gestione della nuova società e mantiene sempre una quota di minoranza. Il finanziamento si restituisce in un arco di cinque fino a un massimo di otto anni. Se l’azienda chiede un prestito per completare la sua quota della società, la Simest può dare un contributo agli interessi.

 

Un altro strumento è quello del fondo di venture capital gestito dalla Simest ma i cui paesi di intervento sono stabiliti dal Ministero. Una volta costituita la società all’estero, alla partecipazione Simest si può aggiungere una quota fino al 49% del capitale della nuova società. I paesi interessati sono quelli in via di sviluppo, anche se non tutti, però vi rientrano Cina e India. Il vantaggio del venture capital è che non richiede alcuna garanzia, mentre la partecipazione della Simest è soggetta a una garanzia bancaria.

 

Vorrei adesso accennare ai nuovi strumenti che stiamo preparando. Nell’ambito del tavolo per l’internazionalizzazione per le PMI, stiamo pensando a uno strumento volto alla patrimonializzazione delle imprese, si dovrebbe trattare di un apporto al capitale delle PMI che intendono rafforzare la propria struttura patrimoniale per poter andare sui mercati esteri e che intendono passare da una società di persone ad una società di azioni.

 

In fase più perfezionata, anche se non definitiva, è lo strumento per lo start up che è volto a due finalità: dare un finanziamento all’impresa nella fase iniziale, di avvio e poi favorire l’aggregazione di più imprese che si uniscono per formare una nuova società al fine di avviare un progetto di internazionalizzazione. Il finanziamento avverrà attraverso la partecipazione della Simest al capitale di questa nuova società. La valutazione del progetto verrà fatta su due fronti: la capacità di aggregazione e il progetto di internazionalizzazione. In seguito la nuova società potrà godere anche di tutti gli altri finanziamenti fin qui descritti.

 

Stiamo inoltre lavorando all’ipotesi che la Simest operi sul mercato comunitario.

 

Svolgiamo anche attività che riguardano la formazione, finanziamo master per la creazione di manager dell’internazionalizzazione, tanto attraverso l’ICE che la Simest. Sviluppiamo insieme alle associazioni numerose attività di formazione, e vi invitiamo a presentarci un programma. Aggiungo che attraverso la Simest facciamo altre due importanti attività: una è il business scouting e l’altra è il finanziamento degli sportelli regionali. Lo scouting si fa attraverso degli esperti che vanno sui mercati internazionali a individuare possibilità per le nostre aziende, le informazioni vengono poi trasferite alle aziende. Gli sportelli trovandosi sul territori hanno la possibilità di contattare direttamente le imprese.

 

Ho fatto una panoramica per potervi offrire un quadro complessivo dei nostri interventi, e resto a disposizione per chi volesse avere dei chiarimenti.

 

Grazie.

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