PREZZI: BOTTA E RISPOSTA COLDIRETTI - CONFCOMMERCIO

PREZZI: BOTTA E RISPOSTA COLDIRETTI - CONFCOMMERCIO

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23 febbraio 2009
Prezzi: botta e risposta tra Coldiretti e Confcommercio

Prezzi: botta e risposta tra Coldiretti e Confcommercio

 

Coldiretti torna ad attaccare il mondo del commercio. “A gennaio – sottolineano gli agricoltori - gli alimentari fanno registrare un aumento dei prezzi tendenziale del 3,8% che è più del doppio del valore medio dell'inflazione (+1,6%), nonostante i prezzi alla produzione agricola abbaino fatto segnare un crollo del 14% a  dicembre secondo i dati Ismea”. Coldiretti sottolinea “che l'aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo conferma la presenza di forti distorsioni esistenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, che danneggiano imprese agricole e consumatori”. Immediata la replica di Confcommercio che, attraverso una nota del proprio Ufficio Studi, evidenzia come l’affermazione secondo la quale il 60% del valore generato lungo la filiera viene attribuito al commercio sia “del tutto infondata, dettata probabilmente dalla non perfetta conoscenza della materia e contraria al buon senso”. “Infatti, se fosse vero che per ogni euro speso dai consumatori, 60 centesimi andassero al commercio – prosegue l’Ufficio Studi - avremmo probabilmente qualche milione di richieste in più all’anno di nuove aperture di attività commerciali. Invece, nel 2008, il saldo tra imprese iscritte e cessate nel settore del commercio al dettaglio risulta negativo per 40mila unità”. “D’altra parte – osserva Confcommercio - qualificare come quota della distribuzione gli oneri sostenuti per l’elettricità, combustibili, trasporto, imposte indirette e tante altre voci di costo vivo per il settore commerciale è una grave strumentalizzazione delle statistiche che certo, oggi, non favorisce l’auspicata cooperazione tra gli attori di tutte le filiere”. “La corretta ripartizione del valore lungo la filiera – sottolinea l’Ufficio Studi - mostra invece che l’utile netto degli imprenditori del commercio al dettaglio più ingrosso è di appena 9 centesimi per un euro speso dal consumatore finale. Sulla congiuntura è importante evidenziare che nel mese di gennaio sono in riduzione assoluta tanto i prezzi dei beni alimentari in generale quanto, in particolare, quelli di pane (-0,1), pasta di semola (-0,1) e latte (-0,1)”. “Analogamente va sottolineato – conclude la nota - il repentino ridimensionamento dell’inflazione relativa ai beni acquistati con maggior frequenza (tra cui rientrano anche gli alimentari) scesa a gennaio all’1,4% contro il 2,1% di dicembre 2008”.

 

 

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