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16 giugno 2003
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Strategia per il mercato interno

- Priorità 2003/2006 -

(Com-2003-238)

 

Dall’abbattimento delle frontiere, nel 1992, 2,5 milioni di posti di lavoro e circa 900 miliardi di € di ricchezza supplementare sono stati creati. Oggi, per affrontare la sfida dell’allargamento e rilanciare l’economia, occorre un nuovo impulso per eliminare le carenze che ancora sussistono e mettere il mercato interno in grado di offrire tutto il suo potenziale in termini di competitività, crescita e occupazione. La Commissione europea ha pertanto presentato una nuova strategia per il periodo 2003-2006, tre anni durante i quali l’Unione europea dovrà intraprendere una serie di iniziative per trarre il massimo dei vantaggi dal Mercato interno dopo l’allargamento. Tre sono i motivi principali per cui l’Ue ha bisogno di dare una spinta determinante al miglioramento del mercato interno: Realizzare l’ambizioso obiettivo che essa si è data a Lisbona nel 2000; Rafforzare il mercato interno perché manca solo un anno all’allargamento; Aumentare la capacità di crescita delle economie europee attraverso le riforme strutturali. La strategia, per essere efficace, deve essere considerata come un programma di lavoro comune, sostenuto dal Consiglio, dal Parlamento europeo e dagli Stati membri (attuali e futuri) poiché mano a mano che il quadro normativo del mercato interno prende forma, l’accento si sposta gradualmente verso gli Stati membri, ai quali spetta di far funzionare il mercato interno nella pratica, giorno per giorno. Sono gli Stati membri che devono attuare tempestivamente e correttamente la normativa, informare i cittadini e le imprese dei loro diritti e risolvere i problemi come e quando si presentano. Gli Stati membri devono cooperare più strettamente tra loro e con la Commissione.

 

La strategia 2003-2006 fissa dieci campi d’intervento principali:

 

1.     Agevolare la libera circolazione delle merci – 2. Integrare i mercati dei servizi – 3. Assicurare ”industrie in rete” di alta qualità – 4. Ridurre l’incidenza degli ostacoli fiscali – 5. Aumentare le opportunità di appalti pubblici – 6. Migliorare le condizioni in cui operano le imprese – 7. Affrontare la sfida demografica – 8. Semplificare il contesto normativo – 9. Applicare le norme – 10. Fornire una maggiore e migliore informazione

 

1.     Agevolare la libera circolazione delle merci

La libera circolazione delle merci (e dei servizi) nel mercato interno è basata soprattutto sulla fiducia: fiducia delle imprese di poter vendere i propri prodotti in un contesto normativo chiaro e prevedibile; fiducia delle amministrazioni degli Stati membri che le norme siano rispettate concretamente in tutta l'UE e che, in caso contrario, le competenti autorità degli altri Stati membri adottino gli opportuni provvedimenti; e, naturalmente, fiducia dei consumatori che i loro diritti siano rispettati e che i prodotti che acquistano siano sicuri e rispettosi dell'ambiente. Con l’allargamento, la fiducia nel funzionamento del contesto giuridico esistente che garantisce la libera circolazione delle merci necessita un ulteriore rafforzamento. Il modo migliore per procedere in tal senso è di introdurre una serie di discipline che renderanno le norme più trasparenti e prevedibili e che incoraggeranno le autorità nazionali ad avere ciascuna più fiducia nei metodi e nelle valutazioni delle altre.

 

Azioni:

Il riconoscimento reciproco: la Strategia propone un approccio più strutturato al riconoscimento reciproco, in modo da migliorare la trasparenza e incoraggiare le autorità nazionali a comportarsi in modo più “europeo”. La Commissione proporrà di adottare un nuovo regolamento comunitario che stabilisca i principi fondamentali, in cui potrebbe figurare l'obbligo di notifica dei casi di rifiuto del riconoscimento reciproco, la possibilità per le imprese di dimostrare, attraverso un certificato standard, che il prodotto contestato è legalmente commercializzato altrove nell'UE e le possibilità di ricorso. Prima di presentare una proposta la Commissione consulterà ampiamente gli Stati membri, l'industria e le altre parti interessate in merito alle varie opzioni.

 

Il nuovo approccio: in alcuni settori, il riconoscimento reciproco non è uno strumento sufficiente e l’unico modo di sopprimere gli ostacoli è di armonizzare le norme nazionali a livello europeo. Talvolta si ricorre ad una legislazione tecnica dettagliata, ma in certi settori si è optato per un’alternativa normativa semplificata, chiamata il nuovo approccio che limita l’intervento legislativo alla fissazione dei requisiti essenziali obbligatori che i prodotti devono soddisfare, lasciando ai fabbricanti la scelta di applicare gli appropriati standard europei o altre specifiche tecniche che rispettino detti requisiti generali. Ora alcuni dei suoi elementi devono essere rafforzati, migliorando le procedura di valutazione della conformità, rafforzando la cooperazione amministrativa e la sorveglianza dei mercati per assicurare l’adozione di provvedimenti efficaci quando i prodotti non soddisfano i requisiti essenziali e migliorando la sensibilizzazione relativa alla marcatura CE e allargando l’impiego del nuovo approccio a settori non ancora contemplati (Tema oggetto di una comunicazione presentata dalla Commissione contemporaneamente alla Strategia – Com-03-240).

 

La sostenibilità dello sviluppo economico: l’Ue ha già stabilito dei requisiti minimi per la qualità dell’aria e dell’acqua e per la riduzione dei rifiuti. La Commissione approverà prossimamente una proposta innovativa per una direttiva quadro sulla progettazione ecologica dei prodotti. La normalizzazione può svolgere una funzione anche in questo settore. Una migliore integrazione dei requisiti ambientali nelle norme tecniche può contribuire a ridurre l'impatto dei prodotti sull'ambiente e riduce inoltre lo sviluppo delle legislazioni nazionali sull'ambiente. Una comunicazione in questa materia dovrebbe essere adottata entro la fine dell'anno.

 

La sicurezza dei prodotti: la sicurezza dei prodotti destinati al consumo è disciplinata da direttive settoriali e dalla direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti, che è stata recentemente rivista e rafforzata. La Commissione cercherà di assicurare il rispetto dei requisiti della direttiva, sviluppando e rivedendo gli standard europei, e riferirà sulla sua applicazione entro il 2006. Inoltre, la Commissione intende presentare una proposta legislativa sulle pratiche commerciali sleali, al fine di migliorare la tutela dei consumatori e il funzionamento del mercato interno (dei beni e dei servizi). Anche una normativa europea più coerente in materia di contratti favorirebbe gli scambi intracomunitari e aiuterebbe i consumatori a raccogliere i benefici del mercato interno. Iniziative per promuovere la convergenza delle legislazioni nazionali in materia di contratti saranno intraprese nel quadro del piano d'azione relativo al diritto contrattuale europeo.

 

Il settore auto: il sistema di omologazione CE completa di veicolo, attualmente, si applica obbligatoriamente sia agli autoveicoli per passeggeri che ai motocicli. Tale sistema dovrà essere esteso ad altri tipi di veicoli, in particolare agli autocarri e ai furgoni.

 

2.     Integrare i mercati dei servizi

I servizi rappresentano circa il 70% del PIL e dell’occupazione dell’Ue ma la relazione sul mercato interno dei servizi, presentata nel luglio scorso, ne denuncia la scarsa integrazione, il che costa in termini di prosperità e posti di lavoro. Il quadro non è però interamente negativo, nel settore dei servizi finanziari l’azione è ben avviata e 32 delle 42 misure previste nel piano d’azione per i servizi finanziaria sono già state adottate. Attenzione particolare dovrà comunque essere data all’identificazione degli ostacoli normativi che hanno l’effetto di frenare gli scambi e la concorrenza sui mercati dei servizi al dettaglio che sono commerciabili. Altri settori di servizi - quali turismo, distribuzione, costruzione, ingegneria e consulenza, certificazione e prova o agenzie di collocamento – non sono stati oggetto di una politica globale del mercato interno. Essi possono essere prestati in vari modi, a distanza attraverso le nuove tecnologie, ma molti richiedono tuttora la presenza permanente o temporanea dell’impresa di servizi nello Stato membro in cui il servizio è prestato. Tali modi incontrano una serie di ostacoli giuridici e amministravi dall’avviamento dell’attività e dall’uso dei fattori di produzione quali la manodopera e le apparecchiature fino alle attività di promozione, distribuzione, vendita e assistenza post vendita.

 

Azioni:

ü     Consiglio e Parlamento dovrebbero adottare la proposta di regolamento sulla promozione delle vendite che agevolerà le campagne promozionali transeuropee e la direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali.

ü     Entro fine anno, la Commissione presenterà una proposta di direttiva sui servizi nel mercato interno, che definirà un quadro giuridico equilibrato, inteso ad agevolare le condizioni di stabilimento e di prestazione transfrontaliera dei servizi. Essa si baserà su riconoscimento reciproco, cooperazione amministrativa, armonizzazione (ove necessario), che incoraggi i codici di condotta europei nelle attività terziarie. Verrà anche pubblicata una comunicazione sulla competitività dei servizi per le imprese e sul loro contributo al miglioramento dei risultati delle imprese europee, nella quale saranno esposte le misure non legislative di integrazione della direttiva.

ü     La Commissione intende proporre l’estensione del meccanismo di screening ai progetti di regolamenti tecnici nazionali (modifica alla direttiva 98/34/CE) in modo da coprire i servizi diversi da quelli della società dell’informazione.

ü     Un seguito adeguato sarà dato alla relazione sulla sicurezza dei servizi per i consumatori, che prevede l’introduzione di una misura legislativa intesa a sorvegliare e sostenere le politiche e le misure nazionali in questo campo.

ü     Consiglio e Parlamento dovrebbero adottare le misure rimanenti del piano d’azione per i servizi finanziari, in particolare la direttiva sui prospetti e quella sui servizi d’investimento, e concludere la prima lettura della direttiva sulla trasparenza prima della fine dell’attuale legislatura.

ü     Sempre nell’ambito dei servizi finanziari, la Commissione presenterà le ultime proposte, tra cui una nuova direttiva sull’adeguatezza patrimoniale (inizio 2004).

ü     Entro fine anno, una comunicazione sulla compensazione e sul regolamento sarà pubblicata e illustrerà le iniziative necessarie per completare la costituzione di uno spazio europeo dei pagamenti e per agevolare la contrattazione transfrontaliera di azioni.

ü     La Commissione condurrà ampie consultazioni sul completamento e sull’ulteriore sviluppo del piano d’azione per i servizi finanziari, insistendo sulla costituzione di un mercato unico dei servizi finanziari al dettaglio. Consiglio e Parlamento dovrebbero inoltre adottare la direttiva sul credito al consumo.

 

3.     Assicurare “industrie in rete” di alta qualità

Le “industrie in rete” (energia, trasporti, telecomunicazioni, posta) sono d’importanza fondamentale per tutti i cittadini Ue, rappresentano una quota significativa dei costi delle imprese e influiscono enormemente sulla competitività economica globale. La Strategia vuole un’ulteriore apertura dei mercati alla concorrenza garantendo un servizio universale a tutti i cittadini, ovunque vivano e qualunque sia il loro reddito.

 

Azioni:

ü     Consiglio e Parlamento dovrebbero adottare rapidamente il secondo pacchetto per le ferrovie, la proposta relativa alla concorrenza regolamentata nel settore dei trasporti pubblici,  il pacchetto destinato ad instaurare un cielo europeo comune, nonché  la proposta relativa all'accesso ai servizi portuari. Il Consiglio dovrebbe dare mandato alla Commissione per negoziare un accordo sui cieli aperti con gli Stati Uniti. La Commissione presenterà rapidamente proposte per l'apertura dei mercati dei trasporti di passeggeri, per completare il mercato interno nel settore delle ferrovie.

ü     Il Consiglio dovrebbe adottare e attuare il "pacchetto energia" inteso ad aprire completamente i mercati del gas e dell'elettricità per i consumatori diversi dalle famiglie entro il 2004 e per le famiglie entro il 2007.

ü     La Commissione procederà alla revisione della situazione giuridica e amministrativa del settore idrico e delle acque usate.

ü     Gli Stati membri devono assicurare un recepimento completo e tempestivo della direttiva sui servizi postali, che aprirà alla concorrenza settori di mercato sostanziali nel 2003 e nel 2006.

ü     Alla luce delle prossime sentenze della Corte di Giustizia, la Commissione continuerà ad adoperarsi per chiarire l’applicazione delle disposizioni sugli aiuti di Stato per la compensazione dei costi della fornitura dei servizi d’interesse economico generale.

ü     Entro fine anno, la Commissione pubblicherà un libro verde inteso ad avviare un dibattito sul modo migliore per assicurare che i partenariati tra settore pubblico e settore privato per i grandi progetti siano intrapresi in condizioni di effettiva concorrenza e piena certezza giuridica nel quadro delle regole relative agli appalti.

 

4.     Ridurre l’incidenza degli ostacoli fiscali

Gli ostacoli fiscali sono una delle grandi preoccupazioni delle imprese nel mercato interno, operare nel contesto di 15, e ben presto 25, diversi regimi di imposizione delle società aggiunge un notevole grado di complessità alle attività commerciali.

 

Azioni:

L’imposta sulle società: a breve termine, è prevista la revisione della direttiva sulle società madri e figlie, intesa ad eliminare la duplice imposizione all’interno dell’Ue ed a consentire che tra società dello stesso gruppo i dividendi siano versati senza deduzione della ritenuta alla fonte; ed è altresì  prevista la revisione della direttiva sulle concentrazioni, intesa ad agevolare la riorganizzazione delle società attraverso il differimento di taluni oneri fiscali e la soppressione della duplice imposizione. A lungo termine, la Commissione proporrà iniziative per introdurre una base consolidata comune per l’imposta sulle società a livello Ue.  Questo risultato potrebbe essere ottenuto senza armonizzare le aliquote dell'imposta sulle società e farebbe compiere un grosso passo avanti nella risoluzione dei problemi delle società poiché ridurrebbe le spese di conformità dovute all'esistenza di 15 regimi fiscali distinti, assicurerebbe lo sgravio fiscale transfrontaliero e semplificherebbe le attuali complesse operazioni fiscali legate alla fissazione dei prezzi dei trasferimenti.

 

L’IVA: verrà pubblicata una comunicazione sulle ulteriori iniziative da adottare per ammodernare e semplificare il regime esistente. Potrebbe figurare, secondo la Commissione, l’introduzione di uno sportello unico per tutte le imprese operanti in Stati membri in cui non hanno una sede. Una tale iniziativa diminuirebbe il costo amministrativo dell’IVA per le società e faciliterebbe le attività commerciali transfrontaliere, giovando in particolare alle PMI.

 

La tassazione delle auto: la Commissione raccomanda di sopprimere gradualmente la tassa di immatricolazione entro un periodo provvisorio variante tra cinque e dieci anni. Gli Stati membri dovrebbero compensare la perdita di questa entrata con aumenti delle tasse di circolazione annue e delle imposte sul carburante. Saranno presentate proposte legislative per rimuovere gli ostacoli alla libera circolazione delle automobili nel mercato interno.

 

I dividendi: una comunicazione sugli effetti della giurisprudenza della Corte di giustizia sui vari tipi di regimi fiscali relativi ai dividendi sarà presentata e la Commissione prenderà misure per garantire un trattamento non discriminatorio, se necessario avviando procedure d’infrazione.

 

5.     Aumentare le opportunità di appalti pubblici

Gli appalti pubblici rappresentano il 16% del PIL dell’Ue, ossia un valore pari a 1.429 miliardi di €. Una riduzione dei costi del 5% dovuta ad una maggiore concorrenzialità ed efficienza dei mercati degli appalti pubblici permetterebbe quindi di risparmiare più di 70 miliardi di €. In tutta Europa, gli appalti sono ancora troppo burocratici. Ciò si traduce in una limitata partecipazione transfrontaliera alle procedure di aggiudicazione dei contratti, in inefficienze dei mercati degli appalti pubblici, in perdite di opportunità commerciali e nella scarsa probabilità che il contribuente ottenga dei benefici per i costi sostenuti. I costi degli appalti non efficienti sono sorprendenti. Gli appalti pubblici sono semplicemente troppo importanti per l'economia europea per lasciare che la situazione continui come ora. Considerando che i bilanci pubblici sono sottoposti a forti pressioni, assicurare una maggiore efficienza degli appalti è un modo ovvio di raggiungere migliori risultati con una spesa minore.

 

Azioni:

ü     Consiglio e Parlamento dovrebbero adottare il pacchetto legislativo relativo agli appalti, che consolida e ammoderna il regime attuale e crea le condizioni per la diffusione delle procedure di appalto elettroniche.

ü     La Commissione intende proporre agli Stati membri di conferire ad un’autorità di vigilanza nazionale esistente, o ad un altro organismo nazionale, il potere di adire un organo di ricorso o un tribunale nazionale in vista dell’attuazione di mezzi di ricorso efficaci. Tali organismi dovrebbero essere indipendenti dagli enti aggiudicatori e dovrebbero assicurare che casi di inadempienza gravi siano efficacemente sanzionati. Questo si potrebbe realizzare nel quadro della revisione della suddetta direttiva sulle procedure di ricorso in materia di appalti pubblici, prevista per il 2004.

ü     La rete di appalti pubblici dovrebbe essere estesa a tutti gli Stati membri, agli Stati SEE e ai paesi candidati. Essa dovrebbe essere dotata di adeguate risorse da parte degli Stati membri perché possa divenire lo strumento della risoluzione dei problemi transfrontalieri (in connessione con la rete SOLVIT), della messa in comune delle pratiche migliori e del miglioramento dell'accesso delle PMI agli appalti pubblici. Essa dovrebbe anche incoraggiare gli Stati membri a sviluppare la formazione del personale e la "certificazione" delle competenze richieste, tra cui la conoscenza della normativa comunitaria, per migliorare la professionalità dei responsabili.

ü     Quando il pacchetto legislativo entrerà in vigore, verosimilmente nella seconda metà del 2005, gli Stati membri dovrebbero assicurare che tutti i loro sistemi operativi per le procedure di appalto elettroniche siano perfettamente conformi ai requisiti previsti dal pacchetto legislativo. Essi dovrebbero prefiggersi di arrivare ad effettuare una quota significativa (in valore) delle loro aggiudicazioni di appalti con strumenti elettronici entro la fine del 2006. La generalizzazione delle procedure di appalto elettroniche dovrebbe essere realizzata prima del 2010. L'anno prossimo la Commissione presenterà un piano d'azione (comprendente misure legislative e non) per un approccio coordinato in tutta l'UE.

 

6.     Migliorare le condizioni in cui operano le imprese

Le iniziative dirette a integrare i mercati rimuovendo gli ostacoli tecnici e fiscali agli scambi e riducendo la burocrazia sono decisive per migliorare il contesto in cui operano le imprese, ma esse saranno veramente efficaci solo se si creeranno le condizioni quadro per sostenere le imprese creative e dinamiche. Le piccole imprese in particolare sono molto sensibili ai cambiamenti del contesto in cui operano. È per questo che il Consiglio europeo di Feira del giugno 2000 ha approvato la Carta europea delle piccole imprese.

 

Azioni:

ü     Il Consiglio dovrebbe terminare l'esame del regolamento relativo ad un brevetto comunitario legalmente sicuro ed economicamente accessibile. Due altri provvedimenti sono necessari per rendere operativo il brevetto comunitario: la convenzione di Monaco del 1973 deve essere rivista in modo da consentire all'Ufficio europeo dei brevetti di rilasciare brevetti comunitari e deve essere istituito un tribunale speciale per il brevetto comunitario.

ü     Consiglio e Parlamento dovrebbero adottare rapidamente la direttiva intesa a rafforzare l'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale (essenziale nella lotta contro la contraffazione e la pirateria) e la direttiva sulla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici.

ü     La Commissione presenterà una comunicazione sulla gestione del diritto d'autore e dei diritti connessi, nella quale saranno individuate le misure atte a creare un contesto più favorevole per la commercializzazione e la concessione di licenze transfrontaliere relative a tali diritti.

ü     Gli Stati membri sono fermamente invitati a continuare i loro sforzi per ridurre ulteriormente l'importo totale degli aiuti di Stato e a riorientare gli aiuti verso obiettivi orizzontali d'interesse comunitario, quali la protezione dell'ambiente e la ricerca e lo sviluppo. Altra priorità è costituita dall'adozione definitiva della proposta di riforma del regime delle concentrazioni. Inoltre, la Commissione proporrà un nuovo regolamento di esenzione per categoria relativo agli accordi di trasferimento di tecnologia tra imprese.

ü     Un regolamento adottato di recente impone a partire dal 2005 a tutte le società quotate nell'UE di redigere i propri conti consolidati in conformità dei principi contabili internazionali (IAS). Questa misura assicurerà la trasparenza e una maggiore comparabilità tra le situazioni finanziarie consolidate delle società quotate nell'UE e, di conseguenza, una migliore allocazione dei capitali e forse una riduzione del costo del capitale. È importante inoltre tener conto dell'impatto del regolamento sulle PMI. Poiché si tratta per lo più di società non quotate, esse non sono obbligate a conformarsi agli IAS. Potrebbe però essere nel loro interesse farlo, per agevolarsi l'accesso ai mercati di capitali. Saranno necessarie in proposito determinate iniziative da parte degli Stati membri. La Commissione pubblicherà prossimamente una comunicazione sulle priorità da rispettare, nel 2003 e oltre, per migliorare la qualità della revisione legale dei conti nell'UE.

ü     La Commissione adotterà tra breve un piano d'azione relativo al diritto societario e alla governanza delle società nell'UE, che prevede azioni a breve termine (2003-2005), a medio termine (2006-2008) e a lungo termine (2009 e oltre). Tra le azioni a breve termine vi sono una proposta di decima direttiva di diritto societario sulle concentrazioni transfrontaliere e una proposta di 14esima direttiva di diritto societario sul trasferimento transfrontaliero della sede sociale. Anche la direttiva sulle offerte pubbliche di acquisto dovrebbe essere adottata quanto prima. Queste direttive aiuteranno le società ad organizzarsi in modo più efficiente all'interno del mercato interno.

ü     La Commissione intende proporre un regolamento su uno statuto europeo di società privata per le PMI, se i risultati di uno studio di fattibilità in corso di esecuzione saranno positivi. Esso consentirà alle PMI di organizzarsi in modo più efficiente a livello europeo (ossia fornirà loro opportunità analoghe a quelle che lo statuto di società europea offre alle società più grandi a partire dal 2004).

 

7.     Affrontare la sfida demografica

L'invecchiamento della popolazione porrà grossi problemi ai sistemi pensionistici. La responsabilità primaria di affrontare questi problemi incombe agli Stati membri. Sono essi che dovranno prendere decisioni politiche di fondo per riformare il sistema pensionistico pubblico. Il mercato interno può, tuttavia, dare un contributo positivo generando crescita, che dovrebbero aiutare a migliorare le finanze pubbliche. Esso può anche contribuire a creare posti di lavoro, che sono indispensabili se l'Unione vuole elevare il suo tasso di occupazione (anche incoraggiando una maggiore partecipazione al mercato del lavoro delle persone sopra i 55 anni di età) e mantenere un coefficiente di dipendenza sostenibile come pure la sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici. Si prevede che il numero delle persone al di sopra dei 65 anni passi da 61 milioni nel 2000 a 103 nel 2050 e il numero degli ultraottantenni da 14 milioni a 38. Il rapporto tra persone in età lavorativa e persone al di sopra dell’età pensionabile (65+) scenderà da 4:1 a 2:1 entro il 2050. Solo la metà circa degli europei di età tra 55 e 59 anni e meno di un quarto di quelli di età tra 60 e 64 anni sono ancora occupati.

 

Azioni:

ü     Gli Stati membri dovrebbero completare entro i termini previsti l'attuazione della direttiva sui fondi pensione, che accrescerà sia la sicurezza che la sostenibilità economica delle pensioni aziendali e professionali.

ü     La Commissione avvierà la seconda fase della consultazione delle parti sociali in merito a misure intese a garantire che le persone che cambiano posto di lavoro trasferendosi da uno Stato membro all'altro non subiscano riduzioni indebite dei loro diritti a pensione. In funzione dei risultati della consultazione, la Commissione esaminerà l'opportunità di proporre una direttiva sulla trasferibilità delle pensioni aziendali e professionali.

ü     La Commissione porterà avanti la sua decisa azione per combattere la discriminazione fiscale contro i fondi pensione aventi sede in altri Stati membri.

ü     Nel settore della sanità, la Commissione collaborerà strettamente con gli Stati membri per elaborare una concezione comune dei modi in cui il mercato interno può sostenere i sistemi sanitari nazionali, nel pieno rispetto della pertinente giurisprudenza della Corte di giustizia europea. Quando il processo di consultazione, avviato nel luglio 2002, sarà completato, i risultati saranno presentati agli Stati membri per un'ulteriore discussione.

 

8.                 Semplificare il contesto normativo

L'esistenza di un contesto normativo di alta qualità è di fondamentale importanza per la competitività. Per questo motivo il Consiglio europeo di Lisbona ha posto in testa all'agenda politica dell'Unione il miglioramento e la semplificazione delle normative. Per tradurre questo impegno politico in azione, la Commissione ha presentato un piano d'azione per una migliore regolamentazione e un programma flessibile di semplificazione, che trattano sia delle fasi preparatorie di nuovi atti legislativi che del miglioramento dell'acquis comunitario esistente. Il recente Consiglio europeo di Bruxelles ha sottolineato ancora una volta l'importanza di migliorare il quadro normativo. Una regolamentazione di scarsa qualità costa alle imprese europee almeno 50 miliardi di € l’anno.

 

Azioni:

ü     La Commissione avvierà un'ampia riflessione e consultazione sull'architettura legislativa del mercato interno e pubblicherà le sue conclusioni nel 2004 tenendo conto degli sviluppi intervenuti nell'ambito della Conferenza intergovernativa. La Commissione potrebbe definire determinati criteri, di cui tener conto, ad esempio, nel decidere se optare per il riconoscimento reciproco, per il "nuovo approccio" o per un'armonizzazione più dettagliata, e nel decidere le condizioni alle quali dovrebbe essere applicato il controllo del "paese d'origine". Essa prenderà in considerazione anche il coinvolgimento del settore privato e della società civile attraverso iniziative di coregolamentazione e autoregolazione, come ad esempio l'elaborazione e l'applicazione di norme europee e codici di condotta volontari.

ü     La Commissione lavorerà insieme al Pe, al Consiglio e agli Stati membri per sviluppare l'idea di un "test di compatibilità" con il mercato interno. Scopo del test sarebbe di offrire al legislatore nazionale un orientamento sul modo migliore di conciliare gli interessi della libera circolazione in un'Europa senza frontiere con altri legittimi obiettivi di politica pubblica. Se un siffatto test venisse applicato nelle prime fasi del processo legislativo - e a tutti i livelli di governo - il rischio di frammentazione potrebbe essere considerevolmente ridotto.

ü     Il Consiglio è invitato a istituire un gruppo di lavoro orizzontale su una "migliore regolamentazione" con il quale la Commissione possa interagire su base regolare. Questo gruppo lavorerebbe all'attuazione del piano d'azione per una migliore regolamentazione, compresa l'attuazione delle parti di responsabilità degli Stati membri. La Commissione aprirà anche un sito Internet sul quale le parti interessate potranno portare alla sua attenzione esempi di norme particolarmente complesse o che potrebbero non superare il "test di compatibilità" con il mercato interno.

ü     La Commissione elaborerà, in stretta cooperazione con gli Stati membri, appropriati indicatori per misurare i progressi compiuti verso un quadro normativo di migliore qualità e verso un onere amministrativo minore, a cominciare dal mercato interno

 

9.                 Applicare le norme

Se le direttive riguardanti il mercato interno non sono attuate tempestivamente o non sono applicate correttamente nella pratica, i cittadini e le imprese dell'UE possono effettivamente essere privati dei loro diritti per quanto riguarda il mercato interno. Il deficit di recepimento medio ammonta al 2,4%. In altri termini, gli Stati membri sono in ritardo nella notifica di più di 550 atti legislativi nazionali che recepiscono le direttive comunitarie.

 

Azioni:

ü     Gli Stati membri dovrebbero impegnarsi a fissare e a rispettare obiettivi di recepimento più ambiziosi ad ogni Consiglio europeo di primavera.

ü     La Commissione pubblicherà una raccomandazione illustrante una serie di "pratiche migliori", che dovrebbero essere applicate uniformemente in tutta l'Unione per assicurare un recepimento migliore e più rapido; ad esempio, l'elaborazione di "calendari" di recepimento e la necessità di discutere regolarmente con i parlamenti nazionali e regionali dei risultati conseguiti nel recepimento. Essa intensificherà inoltre l'attività comune con gli Stati membri durante la fase di recepimento nell'ambito del cosiddetto "dialogo preventivo".

ü     La Commissione ritiene che la situazione attuale possa giustificare l'adozione di uno strumento giuridico inteso a rendere obbligatori taluni aspetti dell'attuazione. Tra questi vi potrebbe essere l'obbligo di notificare le misure elettronicamente e di fornire alla Commissione tabelle di concordanza che illustrino nei dettagli l'attuazione delle disposizioni tramite leggi nazionali. Senza tabelle di questo tipo, verificare se le misure di recepimento adottate in 25 Stati membri sono pienamente conformi ai requisiti di una particolare direttiva significherà perdersi in un mare di carte. Lo strumento in questione potrebbe anche fornire un sostegno giuridico per SOLVIT.

ü     La Commissione invita gli Stati membri e il Pe a definire un periodo di recepimento fisso (2 anni), dal quale ci si potrebbe discostare solo se il volume o la complessità della misura da recepire lo giustificassero. Analogamente, la Commissione vorrebbe sondare le opinioni riguardo all'inserimento nelle direttive di clausole standard per le sanzioni come pure di clausole standard che diano alla cooperazione amministrativa una base più solida.

ü     Gli Stati membri sono invitati ad adoperarsi al massimo per eliminare le infrazioni di cui sono responsabili, in modo da poter risolvere il maggior numero possibile di casi pendenti. L'obiettivo per ciascuno Stato membro dovrebbe essere di ridurre il numero di infrazioni attinenti al mercato interno del 50% almeno entro il 2006.

ü     La Commissione intraprenderà uno studio che esamini i diversi possibili modi di migliorare l'applicazione della normativa relativa al mercato interno. Esso dovrebbe, tra l'altro, valutare l'opportunità e la fattibilità dell'istituzione di meccanismi di applicazione negli Stati membri.

ü     La Commissione introdurrà nella home page del sito web EUROPA una sezione speciale nella quale saranno descritte le varie procedure a disposizione dei cittadini e delle imprese che cercano di difendere i propri diritti conformemente alla legislazione comunitaria.

ü     Per assicurare una applicazione più uniforme della normativa di tutela dei consumatori in tutta l'Unione, la Commissione proporrà entro breve un regolamento che istituirà una rete di autorità pubbliche responsabili dell'applicazione per l'intera Ue. Mentre le autorità responsabili del mercato interno dovrebbero controllare il comportamento e le decisioni delle amministrazioni nazionali e locali, queste autorità controllerebbero principalmente il comportamento dei privati.

 

10.             Fornire una maggiore e migliore informazione

La conoscenza dei diritti connessi al mercato interno resta in generale limitata. Coloro che incontrano problemi nell'esercizio dei loro diritti, spesso non sanno come trovare una soluzione. I prestatori di servizi si trovano confrontati a difficoltà particolari, poiché i servizi sono soggetti ad una gamma più ampia di regole e regimi di autorizzazione più complessi di quelli che disciplinano la fornitura di merci. I cittadini devono inoltre essere informati sui loro diritti in quanto consumatori, e specialmente in quanto utenti di servizi. Nei paesi candidati il deficit d'informazione è ancora più grande che negli attuali Stati membri.

 

Azioni:

ü     Gli Stati membri dovrebbero elaborare piani nazionali per sensibilizzare al mercato interno i propri cittadini e le proprie imprese.

ü     Il fabbisogno d'informazioni sull'UE e sul mercato interno delle imprese e dei consumatori dei nuovi Stati membri richiederà un'attenzione speciale oltre che la definizione di una strategia di comunicazione globale per questi Stati.

ü     Le iniziative della Commissione quali il dialogo con i cittadini e le imprese e il servizio di orientamento per i cittadini saranno progressivamente estese ai nuovi Stati membri. La Commissione apporterà miglioramenti al sito di dialogo in rete, in modo che i cittadini e le imprese accedano più facilmente alle informazioni pratiche e utili.

ü     La Commissione istituirà un portale d'informazioni di prima qualità riunendo le iniziative esistenti, tra cui il dialogo con i cittadini e le imprese, il servizio di orientamento per i cittadini, SOLVIT, i Centri europei dei consumatori, Fin-net e EEJ-Net, e offrendo ai cittadini e alle imprese l'accesso ad un'ampia gamma d'informazioni e consigli pratici riguardo ai diritti e alle opportunità connessi al mercato interno.

ü     Nell'ambito dell'iniziativa in corso per rendere il sito EUROPA più chiaro e più accessibile, il pubblico più specializzato (giornalisti e altri) sarà indirizzato verso un nuovo portale sul mercato interno, che riunirà informazioni sugli sviluppi politici e legislativi riguardanti il mercato interno, indipendentemente dal dipartimento responsabile all'interno della Commissione.

ü     La rete degli eurosportelli deve essere estesa perché vi sia almeno un Centro europeo dei consumatori in ciascuno Stato membro. Il compito principale di questi centri è di fornire informazioni ai consumatori sui loro diritti nel mercato interno e di offrire loro assistenza e consulenza riguardo ai meccanismi di risoluzione delle controversie e all'assistenza giudiziaria quando hanno dei problemi.

 

Il mercato interno allargato

I paesi candidati hanno compiuto importanti progressi negli ultimi anni. Tuttavia, incorporare l'acquis comunitario e costruire progressivamente le istituzioni responsabili dell'applicazione delle norme del mercato interno non è un'impresa da poco. Ovviamente, resta ancora molto da fare e gli sforzi sostenuti per aiutare questi paesi dovranno continuare fino all'adesione e oltre. Gli Stati membri attuali dovranno anch'essi adeguarsi alla nuova situazione determinata dall'allargamento. Innanzitutto essi devono assicurare che tutte le loro autorità competenti siano ben informate e ben preparate a riconoscere tutti i diritti connessi al mercato interno ai nuovi Stati membri. Nel primo periodo dopo l'adesione vi saranno certamente problemi iniziali. In particolare, sarà necessario un maggiore intervento nei settori disciplinati solo dalle disposizioni del trattato, ossia là dove non esiste una legislazione comunitaria derivata. Più in generale è inevitabile che vi siano problemi di conformità e applicazione. Dovranno essere rafforzate in particolare le autorità di sorveglianza dei mercati.

 

Il mercato interno in un contesto internazionale

Con l'ampliamento si presenta all'UE la grande sfida di sviluppare relazioni più strette con i nostri "nuovi vicini" - Russia, Ucraina, Moldavia, Bielorussia e i paesi del Mediterraneo meridionale. In cambio di un migliore accesso ai mercati comunitari, si chiederà a questi paesi di allineare progressivamente e quanto più possibile le loro regolamentazioni a quelle dell'UE. Questo processo apporterà una serie di vantaggi: faciliterà notevolmente il commercio tra l'UE e questi paesi, a beneficio di entrambe le parti e fornirà ai "nuovi vicini" un quadro normativo "pronto all'uso" corrispondente ai bisogni di un'economia di mercato. Nell'economia odierna altamente globalizzata si sentono sempre di più nell'UE gli effetti delle legislazioni/regolamentazioni adottate a migliaia di chilometri di distanza. Se ne è già avuta la dimostrazione in settori che vanno dall'informativa finanziaria al commercio elettronico, alla protezione dei dati personali. Di conseguenza, le autorità di regolamentazione europee devono procedere in modo molto più sistematico a consultazioni con gli organismi corrispondenti dei principali partner commerciali dell'UE al fine di evitare quanto più possibile l'insorgere di problemi. In taluni casi la sede di discussione più appropriata per le autorità di regolamentazione è a livello globale, ad esempio nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), dell'OCSE, dell'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (WIPO), del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria o della Commissione internazionale sulle norme contabili (IASB). L'economia globalizzata pone grandi sfide anche alle amministrazioni doganali. Esse devono garantire l'impermeabilità delle frontiere esterne dell'UE mentre il volume degli scambi internazionali non cessa di aumentare. Con l'allargamento gran parte dell'onere ricadrà sui nuovi Stati membri. È necessaria un'azione per assicurare che le misure che proteggono i cittadini europei, i consumatori e l'ambiente da prodotti pericolosi o non sicuri provenienti da paesi terzi continuino ad essere applicate con la stessa efficienza lungo tutte le frontiere esterne dell'UE. Una buona gestione delle frontiere esterne è essenziale per garantire la fiducia nel mercato interno.

 

 

La Strategia per il mercato interno, insieme agli indirizzi di massima per le Politiche economiche e la Strategia per l’occupazione (vedere Bollettino n. 03/03), è uno dei strumenti chiave dell’Ue per coordinare la politica economica. Tutti hanno ora scadenze triennali affinché l’Ue affronti le riforme economiche in modo efficace e coerente.

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