SERGIO BILLE' ALLA CONFERENZA STAMPA "ARROTONDAMENTI, RESTI, PREZZI IN EURO"

SERGIO BILLE' ALLA CONFERENZA STAMPA "ARROTONDAMENTI, RESTI, PREZZI IN EURO"

Roma, 7 gennaio 2002 (testo integrale)

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7 gennaio 2002

Se abbiamo chiesto una convocazione urgente del Comitato euro - e la riunione si svolgerà già domani - è perché ci sembra indispensabile che l'organismo istituzionale che è stato creato  per monitorare quel che sta accadendo durante il periodo di changeover fornisca, in attesa dei dati che l'Istat produrrà ufficialmente il 20 gennaio,le prime indicazioni il più possibile "oggettive", indicazioni cioè che non siano solo "fumo di Londra", su quel che realmente sta accadendo nel mercato, in tutto il mercato,in materia di alimentazione della nuova moneta ma anche di arrotondamenti, prezzi e tariffe. Perché, in un momento delicato come quello che stiamo attraversando, fare i furbi, farlo da diverse sponde e diffondere dati e informazioni che non hanno alcun valore statistico significa non solo alimentare la confusione, accrescere il disorientamento dei consumatori, ma creare anche i presupposti per possibili turbative di mercato che non avvantaggerebbero nessuno, meno che tutti i consumatori.

 

E, a questo riguardo, vorrei fare tre precisazioni.

 

1 - C'è sicuramente, anche nel mondo della distribuzione - e siamo stati tra i primi già nel mese di dicembre a denunciare questo pericolo- chi sta cercando di fare il furbo speculando sulla nuova moneta per aumentare surrettiziamente i prezzi. Ma quanti sono questi furbi? Quanti sono realmente i commercianti che hanno applicato scorrettamente il changeover? Noi riteniamo che si tratti solo di casi davvero sporadici che, in un mercato costituito da un milione e 200 mila punti vendita, può essere addirittura fisiologica come sempre è stata anche in passato e nessuna denuncia, nessun dato, nessuna indagine ha provato fino ad ora il contrario. Perché non basta affermare che, nel tale bar, è aumentato il prezzo della tazzina di caffè o di una lattina di birra per poter dire che 250 mila esercizi si sono comportati nello stesso modo. E altrettanto si può dire per il settore dell'abbigliamento o del mercato alimentare. Perché allora si dovrebbe anche parlare - ma non se ne parla perché fa comodo non dirlo - che tutti i punti di Mac Donald's hanno, invece, ridotto i prezzi. Questo se vogliamo credere alle statistiche e non ricorrere alla cabala. I consumatori fanno bene a denunciare i furbi. Contro di essi i consumatori, del resto, hanno un'arma vincente, quella di cambiare punto di vendita. Anche Confcommercio, comunque, proprio per dare seguito all'accordo fatto in vista dell'entrata in vigore dell'Euro, provvederà a denunciare tutti i possibili abusi che si verificheranno. Come ha già provveduto a denunciare l'anomalo e questo sì assai generalizzato aumento delle tariffe e dei prezzi legati al mercato degli oligopoli che si è avuto in occasione dell'avvento dell'euro. Tutti aumenti ingiustificati e che, comunque, avrebbero dovuto essere diluiti nel tempo senza farli coincidere col cambio di moneta.

 

2 - E' vero che certi prodotti, ad esempio dell'ortofrutticolo, sono aumentati nell'arco delle ultime settimane  ma questi aumenti, quando vi sono stati, non hanno avuto nulla a che fare con l'euro ma sono la diretta conseguenza sia dell'aumento dei listini della produzione sia del grande freddo che ha imperversato sull'Italia in quest'ultimo periodo. L'Istat farà sicuramente chiarezza anche su questo. E un'altra annotazione va fatta: che interesse avrebbero oggi i commercianti, di fronte ad un aumento dei consumi quasi inesistente (+1,1% nel 2001, meno della metà del tasso di inflazione) a frodare quel che resta della propria clientela?

 

3 - Diciamo la verità: il sistema, le molte disfunzioni del sistema hanno scaricato sulle spalle del commerciante tutti quei problemi legati al changeover che, invece, avrebbero dovuto essere affrontati e risolti altrove. E' mancata prima di tutto una vera campagna di informazione: quella che è stata fatta e che è costata decine di miliardi è stata, giudicate voi, sostanzialmente insufficiente, mal gestita da ogni lato, poco funzionale agli obiettivi che avrebbe dovuto realizzare. I negozianti sono stati gli unici, in questo frangente, a non andare in ferie e, nella stragrande maggioranza dei casi, a fare da babysitter al consumatore disinformato o afflitto dalle ore di coda che ha dovuto fare agli sportelli delle poste o delle banche. E parliamo pure del nostro sistema bancario che, proprio nei giorni più difficili e delicati del changeover, ha dimostrato qualche pecca.

 

Provo a tirare le somme. Se vi sarà un aumento dell'inflazione questo certamente non sarà dovuto ai prezzi ma a tutto quel che, intorno ad essi, cinema, rc auto ma anche tariffe pubbliche, è aumentato in modo considerevole. L'Istat farà chiarezza su questo.

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