SERGIO BILLE' ALLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO NETSHOP

SERGIO BILLE' ALLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO NETSHOP

Roma, 26 marzo 2002

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26 marzo 2002
In occasione del recente forum di Cernobbio, ho lanciato l’allarme sui consumi e sul fatto che l’azienda Italia non riesce a mettersi in movimento, chiedendo inoltre un intervento forte da parte del Governo per far ripartire il mercato

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO NETSHOP

Roma, 26 marzo 2002

 

 

In occasione del recente forum di Cernobbio, ho lanciato l’allarme sui consumi e sul fatto che l’azienda Italia non riesce a mettersi in movimento, chiedendo inoltre un intervento forte da parte del Governo per far ripartire il mercato.

 

La domanda interna è stagnante e le riforme avviate dal Governo produrranno i loro effetti positivi solo nella seconda metà del 2003, anno in cui i consumi delle famiglie dovrebbero tornare a crescere su ritmi vicini al 2%.

 

La situazione economica italiana disegna, quindi, un futuro a tinte fosche per le imprese del commercio tradizionale, anche in considerazione del fatto che i modelli di consumo degli italiani si stanno modificando, in linea con quanto avviene a livello europeo, con un aumento della componente destinata ai servizi.

 

Basti pensare che nel 1980, i due terzi della spesa per i consumi delle famiglie europee (escluse spese mediche, trasporti, comunicazioni ed energia) erano destinati all’acquisto di prodotti, e solo un terzo ai servizi.

Nel 1997, meno di vent’anni dopo, la situazione si era quasi capovolta: circa il 60% della spesa delle famiglie era rivolta ai servizi, e poco più del 40% ai beni di consumo.

 

Ma questo non è l’unico motivo di preoccupazione, infatti, dopo un periodo di profonda trasformazione dell’apparato distributivo italiano, in cui il numero degli esercizi al dettaglio si è drasticamente ridimensionato e durante il quale si è assistito ad una espansione delle medie e grandi superfici, oggi il settore del commercio è soggetto anche ai rischi derivanti da un grave vuoto regolamentare nell’ambito della applicazione e della definizione degli indirizzi applicativi delle leggi regionali di recepimento della riforma varata dal Governo nel 1998 e nota come riforma Bersani.

 

In questo scenario, i piccoli esercizi commerciali, quei negozi che danno un contributo significativo all’occupazione e alla qualità della vita ma la cui gestione spesso non raggiunge risultati economici soddisfacenti, rischiano un’ulteriore decimazione con gravi perdite anche per i consumatori e per il sistema Paese nel suo complesso, basti pensare al pericolo di svuotamento dei centri urbani o di chiusura degli esercizi nelle località periferiche o nei paesi delle aree pedemontane.

 

Le forme tradizionali di distribuzione non sono in grado di garantire un futuro a questi esercizi commerciali, è necessario quindi trovare nuovi modelli che capitalizzino su quelli che sono i punti di forza di questi esercizi e cioè la capillarità, la prossimità, il rapporto con il cliente.

 

Dobbiamo quindi identificare nuovi ecosistemi in cui i confini tra il settore del commercio e altri settori diventino meno netti e i retailer entrino in nuovi mercati ridefinendo il proprio ruolo in termini di “soddisfazione dei bisogni quotidiani dei clienti”.

In pratica è necessario creare le condizioni e favorire lo spostamento progressivo dalla cessione di un bene all’erogazione di un servizio similmente a quanto già avviene in realtà come quella americana, sicuramente un modello da monitorare e emulare dal punto di vista del servizio al cliente.

 

Unilever, per esempio, ha creato un sito myhome.com tramite il quale è possibile acquistare non soltanto i consueti detersivi, ma anche servizi di pulizia domestica o di lavanderia con ritiro e consegna a domicilio.

Il punto vendita deve diventare più polifunzionale, aggiungendo alle consuete funzioni commerciali di prodotto nuove funzioni attualmente svolte da altri operatori: uffici postali, ufficio di Pubblica Amministrazione, banche ecc.

 

Tali nuove funzioni dovranno tenere conto anche della collocazione geografica del punto vendita e della sua componente di servizio pubblico.

L’ampliamento della gamma dei servizi erogabili alla clientela da un esercizio commerciale è reso possibile dalle nuove tecnologie che consentono di rendere disponibili presso un numero elevato di punti vendita servizi quali, ad esempio, la ricarica del proprio telefono cellulare o di casa, il pagamento di un’utenza, di un bollo auto, di alcune tasse, l’interazione tra il cittadino-utente e la Pubblica Amministrazione.

 

Ho citato solo alcuni esempi ma sono sicuro che siamo solo all’inizio di questa fase di ridisegno del ruolo dei punti vendita.

 

Affinché ciò avvenga è necessario che diversi attori svolgano efficacemente la propria parte:

 

§   Confcommercio deve garantire il suo supporto per la riqualificazione delle strutture di piccole e medie dimensioni, soprattutto nelle aree periferiche, facendosi portavoce delle istanze del settore nelle sedi istituzionali a tutti i livelli, provinciale, regionale, nazionale e europeo

§   Il Governo deve: da un lato supportare il progetto mettendo a disposizione risorse finanziarie che aiutino la diffusione dell’innovazione tecnologica e la creazione di una grande rete di esercizi commerciali; dall’altro sfruttare questa stessa rete assegnandole il ruolo operativo di front-office del servizio pubblico e facendola diventare una componente essenziale di quel progetto di avvicinamento della PA al cittadino.

§   Netshop dovrà far si che i servizi, motore della trasformazione, siano disponibili. Dovrà occuparsi di tutti gli aspetti tecnici e organizzativi permettendo all’esercente di focalizzarsi sul business.

§   Voi, che costituite la struttura che oggi raggiunge tutti i negozi d’Italia, avrete il compito di diffondere sul territorio questo nuovo modo di essere esercizio commerciale.

 

Se ciascuna parte svolgerà in modo corretto ed efficace il proprio compito sono sicuro che riusciremo a dare nuova linfa a un settore che oggi è sotto pressione con ritorni positivi per tutti ma soprattutto per il cittadino consumatore.

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