Le novità della riforma fiscale dell’Irpef

Le novità della riforma fiscale dell’Irpef

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto alcuni cambiamenti per l'Imposta sul reddito delle persone fisiche, con aliquote ridotte, scaglioni ridefiniti e detrazioni aumentate. 

È in vigore, dal primo gennaio 2024, il decreto legislativo che attua il modulo di riforma dell’IRPEF.

Si tratta di un primo passo verso l’attuazione delle disposizioni contenute nella Legge Delega al Governo per la riforma fiscale e finalizzate a realizzare la revisione delle imposte sui redditi secondo i seguenti principi e criteri direttivi:

  1. garantire il rispetto del principio di progressività, nella prospettiva del cambiamento del sistema fiscale verso un’unica aliquota d’imposta ("flat tax");
  2. conseguire il graduale perseguimento dell’equità orizzontale prevedendo, nell’ambito dell’IRPEF, la progressiva applicazione della stessa “no tax area” per tutte le tipologie di reddito, privilegiando tale equiparazione, in primo luogo, tra i redditi di lavoro dipendente ed i redditi da pensione.

Alla luce dei citati principi, il decreto legislativo, per il solo anno 2024:

  • riduce, da 4 a 3, il numero delle aliquote d’imposta e degli scaglioni di reddito;
  • innalza la detrazione prevista per i titolari di redditi da lavoro dipendente.

"Si tratta, senza ombra di dubbio, di misure apprezzabili - ha spiegato Vincenzo De Luca, responsabile fiscale di Confcommercio - che mirano a ridurre la pressione fiscale sui contribuenti ed a mitigare la perdita di potere di acquisto dei redditi medio bassi. È necessario, però, oltre l’orizzonte del 2024, dare prospettiva strutturale a questi interventi".

La curva dell'IRPEF

L’IRPEF fino al 31 dicembre 2023

Redditi

Aliquota

Per i redditi fino a 15.000 euro

23%

Per i redditi da 15.000 euro fino a 28.000 euro

25%

Per i redditi da 28.000 euro fino a 50.000 euro

35%

Per i redditi oltre 50.000 euro

43%

L’IRPEF a partire dal 1° gennaio 2024

Redditi

Aliquota

Per i redditi fino a 28.000 euro

23%

Per i redditi da 28.000 euro fino a 50.000 euro

35%

Per i redditi oltre 50.000 euro

43%

Tale misura vale 4,3 miliardi di euro. La contemporanea applicazione della revisione delle aliquote IRPEF e della riduzione del cuneo fiscale, prevista dalla Manovra di Bilancio 2024, avrà l’effetto di incrementare le buste paga dei lavoratori dipendenti fino a 1.298 euro annui (ossia, 100 euro netti al mese in più in busta paga).

Si tratta di un primo passo verso una completa riforma della maggiore imposta del nostro sistema fiscale che si attende oramai da 50 anni (l’IRPEF è stata introdotta nel nostro Paese nel lontano 1973). La riduzione del numero delle aliquote d’imposta e degli scaglioni di reddito (da 4 a 3) va nella direzione proposta dalla Confederazione. Infatti, la posizione di Confcommercio sulla riduzione della pressione fiscale per imprese e lavoratori è sempre stata quella di ridurre l’IRPEF su tutti i contribuenti italiani senza aumentare la tassazione sui consumi (IVA). Ed è esattamente quello che sta avvenendo con questa riforma: una riduzione generalizzata della pressione fiscale per i contribuenti italiani. Tutti ne trarranno beneficio e tutti pagheranno meno tasse: piccoli imprenditori, lavoratori autonomi, dipendenti e pensionati, una revisione equa e trasversale.

Detrazioni per i redditi da lavoro dipendente

Inoltre, sempre per il solo 2024, viene incrementata da 1.880 euro a 1.955 euro, la detrazione prevista per i titolari di redditi di lavoro dipendente fino a 15mila euro. Si eleva, di conseguenza, da 8.174 euro a 8.500 euro, la soglia di "no tax area" prevista, che viene così equiparata a quella già vigente in favore dei pensionati. A fronte della modifica degli scaglioni e delle corrispondenti aliquote non è però seguita una speculare revisione delle altre detrazioni da lavoro. Tale circostanza potrebbe quindi determinare degli effetti distorsivi sul prelievo fiscale. "Auspichiamo - ha aggiunto De Luca - che con l’integrale attuazione della riforma fiscale anche questo provvisorio effetto distorsivo venga rimosso definitivamente".

Revisione della disciplina delle detrazioni per oneri

Per i contribuenti titolari di un reddito complessivo superiore a 50mila euro, viene rivista anche la disciplina delle detrazioni oneri. In particolare, si stabilisce la diminuzione della detrazione, spettante per l’anno 2024, per un importo pari a 260 euro, con riferimento ai seguenti oneri:

  • spese per le quali è prevista la detraibilità nella misura del 19%, ad eccezione delle spese sanitarie;
  • erogazioni liberali in favore dei partiti politici;
  • premi di assicurazione per rischi da eventi calamitosi.

Nuove assunzioni, maggiorazione del costo ammesso in deduzione

Per il 2024, viene introdotta una maggiorazione del costo del lavoro, ammesso in deduzione ai fini IRPEF ed IRES, riguardante i nuovi assunti. I beneficiari di tale agevolazione sono:

  • i titolari di reddito di impresa;
  • le imprese individuali, comprese le imprese familiari;
  • le società di persone e le società ad esse equiparate;
  • gli esercenti arti e professioni che svolgono attività di lavoro autonomo.

In pratica, viene prevista una maggiorazione del 20% del costo riferibile all’incremento occupazionale, nel caso di nuove assunzioni di personale con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. La maggiorazione viene incrementata al 30% nel caso in cui venissero assunte particolari categorie di dipendenti, che si ritiene necessitino di maggiore tutela, come ad esempio, le persone con disabilità, le donne con almeno due figli di età minore di 18 anni, i giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile decaduti dal beneficio del reddito di cittadinanza.

L’abrogazione dell’ACE

A decorrere dal periodo d’imposta 2024, viene abrogata l’agevolazione fiscale ACE ("Aiuto alla Crescita Economica"), che era stata reintrodotta con la Legge di Bilancio 2020. Nonostante venga meno un importante strumento agevolativo a favore delle imprese, l’abrogazione dell’ACE si è resa necessaria, per finanziare il primo modulo di riforma dell’IRPEF, soprattutto in un contesto in cui le risorse finanziarie risultano ridotte a causa dell’attuale situazione economica del nostro Paese.

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