Rigenerazione Urbana | Urbanpromo › 2020

In continuità con gli anni precedenti, Confcommercio-Imprese per l’Italia ha partecipato all'edizione 2020 di Urbanpromo - Progetti per il Paese, l'annuale rassegna nazionale sui temi della rigenerazione urbana e del marketing territoriale, promossa dall'Istituto Nazionale Urbanistica (INU). All'edizione di quest’anno, svoltasi totalmente in digitale, Confcommercio ha contributo con il convegno dal titolo "Territorio, cibo e città", organizzato dal Settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana, proponendo una riflessione sul ruolo sociale del commercio di prossimità, e in particolare dei pubblici esercizi, e sul rapporto tra cultura del cibo, città e territorio, anche in chiave di regolazione urbanistica.

L’emergenza sanitaria del Covid-19, che ha caratterizzato il 2020, ha reso ancor più evidente l’importanza della presenza diffusa nel tessuto urbano delle attività economiche, sia per il servizio offerto ai cittadini, sia per la loro natura di luoghi di scambio sociale, ma ha sottolineato, al contempo, la fragilità di questo patrimonio economico diffuso e la necessità di salvaguardarlo. Per indagare queste questioni, il convegno è stato strutturato in due sessioni: la prima di carattere più politico, nella quale è stato approfondito il rapporto tra le attività dei pubblici esercizi, la città e lo spazio pubblico; la seconda, di carattere più tecnico, in cui è stato affrontato il tema della regolazione urbanistica del commercio e dei pubblici esercizi.

> Programma del 19 novembre 2020

L'incontro si è aperto con i saluti del Presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli, che ha ricordato come l’impegno sulle città sia un investimento di lungo periodo della Confederazione, confermato con il rinnovo, nel 2019, del Protocollo per la rigenerazione urbana, già sottoscritto con l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) nel 2015. Secondo il Presidente, l’emergenza sanitaria in corso obbliga a ripensare i tempi, gli spazi e i servizi della città attraverso un confronto aperto tra tutti gli attori coinvolti, anche per tutelare quel "sistema della socialità" di cui la filiera dei pubblici esercizi è "portatore sano". Rigenerazione significa, quindi, recuperare il passato attraverso un’ottica nuova, in cui il digitale convive con l’esigenza della prossimità fisica e relazionale; un nuovo modo di “vivere intelligente” in cui il terziario di mercato rende l’innovazione accessibile a tutti per offrire servizi migliori alle persone.

A seguire, Alberto Villa, Delegato ANCI per i progetti di rigenerazione urbana e periferie, ha portato i saluti dell’Associazione e ha sottolineato la centralità del tema della rigenerazione urbana che obbliga tutti gli attori, pubblici e privati, ad avere una visione su un futuro in rapida trasformazione, partendo, però, dal concreto. Proprio in tale prospettiva, si colloca la collaborazione tra ANCI e Confcommercio a favore dell’impegno sinergico tra pubblico e privato per dar vita ad azioni congiunte, come nei distretti urbani del commercio. Questa è la strada per il rilancio sociale, culturale ed economico dei centri urbani e tale obiettivo non può non considerare che negozi prossimità e pubblici esercizi rappresentano elementi indispensabili nell’ambito di un tessuto urbano che voglia rigenerarsi.

Michele Talia, Presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), è intervenuto portando i saluti dell’INU e ha esortato il settore del terziario di mercato a scorgere nella rigenerazione urbana un fattore di rilancio, ancor più quando le attuali difficoltà saranno superate. Questo invito si inserisce nella necessità di ripensare la città in termini di sostenibilità e prossimità, a beneficio dell’economia e della qualità della vita, considerando inoltre che l’enogastronomia e l'agricoltura di qualità costituiscono fattori fondamentali per il rilancio dei territori marginali. La capacità di vedere con sguardo nuovo agli attuali elementi di criticità può costituire il punto di forza per passare ad un differente modello di città ed economia, una sfida per i pianificatori ma anche per il mondo dell’associazionismo, che può così riproporre la propria funzione con un coraggio accresciuto e con maggiore fiducia nel cambiamento e nel futuro.

A seguire, si è dato avvio alla Sessione 1 con la Tavola rotonda “Convivialità e spazio pubblico”, introdotta e moderata dal Direttore de “Il Giorno”, Sandro Neri.

 

Il confronto tra i partecipanti si è aperto con l’intervento di Lino Enrico Stoppani, Presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE), che ha sottolineato come il legame che sussiste tra le città e le attività economiche sia un connubio storico, solido e indissolubile e ha ribadito l’enorme valore immateriale che è proprio dei negozi di prossimità, dei pubblici esercizi e, in generale di tutte le attività economiche. Ciò è evidente anche alla luce delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, che stanno generando una serie di ricadute sulla vitalità urbana con importanti effetti economici e sociali dovuti anche ai minori spostamenti delle persone e allo spegnimento dei luoghi della socialità, con conseguenti rischi per la tenuta delle comunità. Spesso, non si tiene adeguatamente in considerazione che, indebolendosi i sistemi economici urbani, le città si spengono e che l’assenza di attività economiche è in stretta correlazione con la dequalificazione e l’impoverimento urbano, da cui discende il disagio sociale. Sono pertanto urgenti politiche integrate di supporto alle città, che superino la settorialità e tendano a modelli di sostenibilità ambientale e sociale e alla creazione di opportunità imprenditoriali e occupazionali. Alle conseguenze dirette dell’emergenza sanitaria – ha ricordato il Presidente Stoppani – si sommano problematiche già emerse la scorsa estate: da una parte, il tema della movida, con tensioni socio-ambientali in alcune aree della città; dall’altra, la questione dello smart working che sta impoverendo e spopolando i centri delle metropoli. In particolare, il Presidente ha evidenziato come dietro al fenomeno degli assembramenti e della cosiddetta “mala movida”, al di là delle responsabilità dei singoli, vi siano anche discutibili scelte urbanistiche, portate dalle liberalizzazioni, che hanno favorito concentrazioni eccessive di locali e minimarket con somministrazione continuata e indistinta di bevande alcoliche. A tale riguardo, Stoppani auspica interventi strutturali da parte del Governo e una ripresa della programmazione qualitativa per l’insediamento delle attività dei pubblici esercizi, accompagnata da un innalzamento del livello dei requisiti professionali.

Cristina Tajani, Assessora alle Attività produttive e commercio del Comune di Milano, è intervenuta riconoscendo come le relazioni con Confcommercio e FIPE siano sempre particolarmente costruttive e ha esposto la visione dell’Amministrazione meneghina per la fase post-emergenziale. L'ultimo decennio vissuto dalla città di Milano è stato segnato da un grande fermento ed è ora necessario selezionare quanto, delle esperienze del recente passato, sia opportuno portare avanti. Tra queste vi è certamente la valorizzazione della prossimità e la rivalutazione dei quartieri: l'infrastruttura dei servizi pubblici e privati è, infatti, l'elemento qualificante delle diverse parti della città e la loro offerta deve essere sempre più adeguata ai bisogni. Il modello verso cui tendere, quindi, è quello del riequilibrio degli usi della città e della riduzione gli spostamenti, per ragioni di natura ambientale e di vivibilità urbana. A livello locale ciò si sta traducendo, ad esempio, con la valorizzazione della multifunzionalità negli "spazi ibridi" e con una maggiore facilità di allestimento dei dehor dei pubblici esercizi. Ma servono anche strumenti che travalicano le competenze del Comune: la politica nazionale deve fare uno sforzo per consentire all’Ente locale di distribuire meglio le attività nel territorio urbano, nel rispetto delle direttive europee, per costruire una città più vivibile e ordinata. A tal fine, è necessaria anche un’attività progettuale da portare avanti assieme agli attori della società civile. Uno dei punti da affrontare è quello dell’impatto dello smart working sulla vita della città: difficilmente si tornerà indietro, ma esso potrà essere regolato sia in una prospettiva di riequilibrio tra quartieri, sia per garantire possibilità di lavoro per gli esercenti. Il commercio è infatti una delle anime più importanti di Milano ed è strettamente legato alla dimensione umana: per stare sul mercato le imprese si confrontano costantemente con l’innovazione dei modelli – oltre che con quella digitale e tecnologica – perché fondate sull’esperienza e la relazione tra persone, servizi che l'e-commerce non può offrire.

Il Presidente e fondatore di Mercato Centrale Umberto Montano ha sottolineato il ruolo della propria iniziativa imprenditoriale nel recuperare professionalità di tipo artigianale dandogli spazio all’interno di un progetto unitario, al di fuori del quale, singolarmente, non avrebbero possibilità di collocarsi o di esprimere al meglio le proprie capacità. Mercato Centrale è uno spazio dove cultura e cibo si fondono, anche attraverso eventi che sottolineano gli aspetti culturali, artistici e scientifici legati al cibo, e ovunque esso si trovi diventa occasione di scambio e socialità. In questi aspetti si individuano gli elementi caratterizzanti del format Mercato Centrale: recuperare e valorizzare spazi abbandonati nelle grandi città e creare attrattori urbani che generano ricadute positive sulle aree circostanti, a beneficio anche delle attività commerciali limitrofe preesistenti. Da ultimo, Montano testimonia l’importanza della collaborazione con le Amministrazioni comunali delle città in cui è presente Mercato Centrale, grazie alle quali, lavorando in sinergia, si è avuta la riuscita dell’iniziativa.

Lo Chef Claudio Sadler, del Ristorante Sadler di Milano, ha testimoniato come le attività di ristorazione siano state fortemente penalizzate dall’emergenza sanitaria poiché percepite principalmente come luoghi di socialità e aggregazione, ancor prima di essere intese come attività economiche legate all’offerta di cibo. Spazi di convivialità, d’incontro e contatto umano, a cui purtroppo si è dovuto rinunciare, totalmente nella prima fase di lockdown e parzialmente nella fase odierna, e per i quali sarà necessario inventare nuovi percorsi di fruizione. E’ fuor di dubbio - ha proseguito lo Chef - che i ristoratori si sono immediatamente adeguati alle nuove misure anti-Covid, ricorrendo al delivery o modificando le proprie modalità di servizio, ma questo ha richiesto, da parte degli imprenditori, ulteriori investimenti che non sempre sono stati ammortizzati dalla timida ripresa dei consumi dell’estate e di inizio autunno. Per tale motivo, serve urgentemente un sostegno maggiore da parte del Governo, poiché i provvedimenti sinora adottati non sono risultati sufficienti a sopperire alle ingenti perdite subite dai ristoratori. Sul tema, lo Chef, ha tenuto particolarmente a sottolineare come la rappresentanza sindacale di categoria non abbia mai fatto mancare la sua presenza attiva nelle sedi istituzionali. Infine, sotto il profilo legato ai temi della città, lo Chef ha illustrato la recente esperienza dei Navigli a Milano in cui è stata costituita una sorta di associazione tra i pubblici esercizi della zona, nella quale è coinvolto in prima persona, per ideare e attuare, anche con il supporto dell’Amministrazione comunale, iniziative volte a valorizzare e a rendere più attrattiva l’area.

> Rassegna Stampa “Il Giorno”

Il convegno è stato anche occasione per presentare la pubblicazione Confcommercio, dal titolo "Le attività economiche nella città post-Covid. Riflessioni sulla rigenerazione urbana", i cui contenuti sono stati illustrati da Roberta Capuis, responsabile Settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana di Confcommercio-Imprese per l’Italia. Il volume trae origine da quanto emerso nel corso dell’incontro ad Urbanpromo 2019, in materia di leggi regionali innovative sui temi dell’urbanistica e del commercio, integrato con approfondimenti sulla città post-Covid, relativi all’urbanistica, al commercio urbano, all’innovazione e al turismo, anche in una prospettiva europea. La pubblicazione ha il duplice obiettivo di stimolare un’ampia riflessione sul futuro delle città e delle economie urbane e di fornire un contributo tecnico a quei territori che intendano ridefinire i propri quadri normativi regionali per uno sviluppo equilibrato dei sistemi economici urbani.

> Scarica la presentazione di Roberta Capuis: Presentazione del volume Le attività economiche nella città post-Covid. Riflessioni sulla rigenerazione urbana

Successivamente ha preso avvio la Sessione 2, aperta da Luca Tamini, professore di Urbanistica del Politecnico di Milano, nel corso della quale è stata approfondita la tematica della regolazione urbanistica del commercio e dei pubblici esercizi. Il professore ha illustrato diverse esperienze condotte, negli anni passati, dall’Ateneo milanese sul tema dei pubblici esercizi e della gestione del fenomeno della movida in città, sottolineando l'importanza di avviare urgenti riflessioni su queste tematiche, soprattutto nell'ottica di un ritorno ad una "nuova normalità" nel post-Covid. Tra le questioni aperte, che andrebbero affrontate nei prossimi mesi - da parte di tecnici, amministratori pubblici e operatori dei pubblici esercizi - sono state annoverate le necessità di: coniugare attentamente le esigenze, diverse e non sempre coincidenti, di attori pubblici e privati, fruitori dei locali notturni e residenti; realizzare sinergie e integrazioni tra politiche urbanistiche e processi di liberalizzazione del mercato in un quadro condiviso di bilanciamento degli interessi pubblici e privati; raggiungere un equilibrio tra libertà di iniziativa economica, vincoli di bilancio comunale e tutela del patrimonio storico-architettonico e culturale; ripensare le pratiche di regolazione del suolo pubblico in un’ottica di sostenibilità urbanistica, sociale ed economica; orientare sempre più il governo del territorio ad un approccio di natura qualitativa e valutativa per gestire al meglio anche le possibili esternalità negative degli interventi.

> Scarica la presentazione di Luca Tamini: Regolazione urbanistica del commercio e dei pubblici esercizi

La Sessione è proseguita con l'illustrazione di tre esperienze, sviluppate da altrettante rappresentanze territoriali di Confcommercio, relative ad  approcci sperimentali al tema della movida e della regolazione urbanistica dei pubblici esercizi e delle attività economiche che prevedono consumo di alimenti e bevande sul posto.

Il Direttore di Confcommercio Ferrara, Davide Urban, ha presentato il progetto "Movida sicura", sviluppato l'estate scorsa nella città estense, e basato su di un protocollo elaborato dai locali notturni di una specifica area cittadina con il Comune di Ferrara, in collaborazione con le Forze dell’ordine e in accordo con la Prefettura. La peculiarità del caso è costituita dall’aver configurato il fenomeno della movida come un evento pubblico, gestendolo quindi in maniera condivisa e coordinata attraverso un piano di sicurezza. La sperimentazione ha permesso di sviluppare un’iniziativa che contempera gli interessi pubblici e privati, riducendo le esternalità negative della movida e consentendo l'esercizio dell'attività d'impresa nel rispetto delle misure anti-Covid.

> Scarica la presentazione di Davide Urban: Movida sicura e responsabile in piazza Verdi a Ferrara

Il Presidente Epat - Associazione Pubblici esercizi di Torino, Alessandro Mautino, ha avanzato cinque proposte per la riorganizzazione della nightlife torinese, da sviluppare in sinergia con il Comune: prevedere regolamentazioni multidisciplinari per una gestione coordinata delle aree di movida; recuperare spazi pubblici per la socialità attraverso modelli di fruizione sperimentali e temporanei; individuare nuove aree urbane a vocazione ricreativa serale e sostenerne lo sviluppo programmato anche con incentivi fiscali per l’avvio di nuove attività imprenditoriali; rimodulare gli orari della movida per integrare le diverse forme di offerta di intrattenimento; incrementare il trasporto pubblico locale, e potenziarlo anche con un servizio di navette, per incentivare una “rete di mobilità notturna” in piena sicurezza.

> Scarica la presentazione di Alessandro Mautino: Torino Nightlife: intervenire oggi, programmare il futuro!

Il Coordinatore sindacale di Confcommercio Pisa, Alessio Giovarruscio, ha illustrato il Regolamento comunale delle attività del settore alimentare in alcune aree del centro storico e in altre aree di tutela. Tale provvedimento, del luglio 2019, consente una programmazione di carattere qualitativo dei pubblici esercizi e delle attività economiche che prevedono consumo di alimenti e bevande sul posto al fine di governare le esternalità negative generate dalla movida e di limitare determinate tipologie di attività incompatibili con le finalità di governance e con la tutela e il decoro delle aree del centro storico e monumentale di Pisa. Il Regolamento è strettamente collegato al Disciplinare regionale di Vetrina Toscana a Tavola, orientato alla valorizzazione dei prodotti tipici enogastronomici per una ristorazione e vendita alimentare di qualità.

> Scarica la presentazione di Alessio Giovarruscio: Somministrazione di qualità e rigenerazione urbana. Il caso Pisa

> Scarica il Regolamento comunale di Pisa: Nuova regolamentazione delle attività economiche del settore alimentare in alcune aree del centro storico e nelle altre aree da tutelare – Requisiti di qualità, limitazioni all’insediamento e attività vietate a salvaguardia degli interessi pubblici generali inerenti la salute pubblica, la civile convivenza, il decoro urbano, il paesaggio urbano.

In conclusione, è intervenuto dal pubblico il Direttore di Confcommercio Padova, Otello Vendramin, che ha sottolineato come in città l’ampliamento dei plateatici, concesso dal Comune, abbia contribuito alla rivitalizzazione degli spazi pubblici e al miglioramento del decoro urbano, soprattutto delle principali piazze del centro storico. Tuttavia, sono in corso interlocuzioni con la Soprintendenza - che riprenderanno nella fase post-Covid - per definire congiuntamente un nuovo regolamento per l’occupazione di suolo pubblico da parte dei pubblici esercizi localizzati in zone di interesse storico e artistico.  

 

Organigramma Urbanistica

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